Cosa cambia con le nuove commissioni Bancomat per esercenti e consumatori: i tre scenari secondo l’esperto

Il primo luglio 2025 sono diventate attive le nuove commissioni Bancomat per gli acquisti online. Il nuovo tariffario in realtà era stato già annunciato a inizio anno dalla società che gestisce il circuito di pagamenti elettronici più diffuso in Italia, ma solo ieri è entrato effettivamente in vigore.
Come spieghiamo in questo articolo con tutte le nuove commissioni, il nuovo tariffario prevede importanti novità che rispondono anche alla nuova direzione che Bancomat ha intrapreso dopo l'ingresso nella società come azionista di maggioranza di FSI, il fondo di private equity di Maurizio Tamagnini, che oggi detiene il 42,9% del capitale.
Prima di capire cosa cambia in concreto con le nuove commissioni, è bene specificare che il nuovo tariffario non riguarda in modo diretto né gli esercenti né i consumatori, ma le commissioni interbancarie, ovvero gli importi che si scambiano banche e istituti che utilizzano lo stesso circuito di pagamento, in questo caso appunto Bancomat. Tuttavia, con l'arrivo delle nuove tariffe, dopo due anni in cui non sono state mai modificate, c'è chi teme che potranno esserci anche conseguenze per gli esercenti e in ultima analisi aumenti per i consumatori.
Francesco Seminara è componente dell'Ufficio tributario di Confesercenti e da tempo segue la partita sul tavolo POS presso il Ministero dell'Economia e delle Finanze (Mef). A Fanpage.it ha chiarito quali sono le possibili conseguenze del nuovo tariffario.
Cosa cambia con le nuove commissioni
Finora le commissioni interbancarie per i pagamenti con POS erano fisse allo 0,2-0,3%, percentuale che rendeva il circuito Bancomat più conveniente delle carte di credito, per le quali le commissioni sono pari all'1,2%. Da ieri però le cose sono cambiate e non esiste più una commissione fissa ma le tariffe variano a seconda del valore dell'acquisto: sono più basse per acquisti di pochi euro e aumentano man mano che la transizione sale di volume.
Per quanto riguarda questa novità, "c'è però da dire che – spiega Seminara – anche prima dell'introduzione del nuovo tariffario molti soggetti, soprattutto gli acquirer più strutturati, offrivano delle tariffe agevolate rispetto a quelle standard. A determinate condizioni, ci sono alcuni soggetti che offrono già ora commissioni pari praticamente a zero per acquisti fino a dieci euro e poi tariffe agevolate fino ad acquisti di 30 euro e a scalare. In sostanza, il mercato già prevedeva delle differenziazioni e delle offerte agli esercenti da parte degli acquirer in base al volume della transizione.
L'impatto sugli esercenti
"Questa rivoluzione nell'aumento delle commissioni non si traduce quindi automaticamente in un aumento per gli esercenti – spiega Seminara – cioè va contestualizzata in base al settore, perché la differenziazione delle commissioni si basa sul prezzo dell'acquisto. Questo significa che paradossalmente per alcune tipologie di esercenti questa modifica potrebbe essere conveniente. Ad esempio la commissione sull'acquisto di un caffè peserà meno rispetto a com'era ieri. D'altra parte, per alcuni settori potrebbe essere svantaggiosa, pensiamo ad esempio a un esercente che vende abbigliamento di un certo tipo".
È bene però specificare che per il momento parliamo comunque di ipotesi. "Teoricamente – prosegue l'esperto – questa variazione non dovrebbe impattare sulle fonti, ma dovrebbe interessare solamente PagoBancomat e l'acquirer, ovvero la banca o l'istituto di pagamento che ha ammesso la carta che si appoggia al circuito".
Quali sono i rischi per i consumatori
Per capire quindi effettivamente se le modifiche nelle commissioni interbancarie avranno o meno un impatto anche su esercenti e, eventualmente, a cascata sui consumatori "dovremmo aspettare e vedere cosa decidono di fare gli acquirer, perché alcuni soggetti più forti sul mercato potrebbero decidere di non traslare il minor margine di guadagno sull'esercente, ma farsene carico, nell'ottica di recuperare dall'aumento dei volumi di vendita".
D'altra parte, potrebbe però esserci anche il rischio opposto, ovvero che "le banche decidano di traslare il minor margine che avrebbero dalle transazioni Bancomat sugli esercenti. E allora lì potrebbe esserci il problema. Adesso però un vero e proprio allarme aumenti per gli esercenti non c'è".