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Come funziona DEEP, il sistema di droni subacquei per il controllo dei porti presentato dall’Italia

Fincantieri ha presentato DEEP, un sistema basato su droni autonomi, sensori e intelligenza artificiale per la difesa dei porti. I droni scandagliano il fondale marino per verificare la presenza di oggetti estranei e la tenuta delle infrastrutture.
A cura di Valerio Berra
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Il rendering del video sembra un videogioco. Una batteria di droni subacquei immersa nel porto. Uno dei droni che esce in ricognizione. Analizza i cavi  sul fondale. Verifica la presenza della struttura e invia il segnale alla base operativa. Non solo. Verifica anche la presenza di oggetti e rifiuti sul fondale. Il sistema si chiama DEEP ed è stato presentato da Fincantieri, azienda pubblicata italiana controllata dal Ministero dell’Economia.

DEEP è l’acronimo di Dynamic Ecosystem for Enhanced Performance. È un sistema automatizzato che può essere utilizzato per due scopi. Da una parte per la verifica delle condizioni delle infrastrutture, dall’altra il monitoraggio dei fondali. L’idea di tutto il sistema è quello di automatizzare il processo: oltre ai droni per il controllo sono implementati anche sistemi di intelligenza artificiale.

Un sistema di controllo organizzato in quattro fasi

Il progetto DEEP è articolato su quattro componenti. Il primo sistema si chiama Early Warning System: è un sistema di sensori subacquei. Il secondo è il Centro di Comando e Controllo: in breve, è la centrale operativa che si occupa di verificare la tenuta del sistema. C’è poi la flotta di droni subacquei, tecnicamente Autonomous Underwater Vehicle (AUV). La parte software è un sistema basato sull’intelligenza artificiale per l’analisi dei dati e il coordinamento delle operazioni.

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Cosa sono i droni AUV

Esattamente come i droni aerei, anche i droni sottomarini hanno diverse categorie. Quelli usati nel sistema DEEP di Fincantieri sono i droni AUV, Autonomous Undewater Vehicle. Sono dei droni che non hanno bisogno di un controllo remoto ma si muovono in autonomia seguendo tracce GPS e leggendo le informazioni dei sensori. Quando invece c’è un operatore che li guida da remoto questi droni entrano nella categoria ROUV, Remotely Operated Underwater Vehicle.

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