C’è un motivo se su Facebbok trovi così tante truffe: come funziona la fabbrica degli scam

Instagram e Facebook sono diventati un terreno fertile per le truffe online. Come rivela un’inchiesta del Wall Street Journal, Meta è diventata un pilastro “per il mercato delle frodi su Internet", grazie a un sistema di investimenti e sponsorizzazioni sulle piattaforme. Secondo documenti interni all'azienda, consultati dalla testata, nel 2022 il 70% dei nuovi inserzionisti attivi sulle piattaforme promuoveva truffe, beni illeciti o prodotti scadenti.
Da tempo Fanpage.it segue e racconta le truffe online. Quasi tutte partono dai social, su Facebook e Meta abbiamo intercettato centinaia di post che sponsorizzavano diete miracolose, investimenti in criptovalute e piani finanziari per ricevere il reddito passivo.
Secondo numerose testimonianze raccolte dal WSJ tra ex dipendenti e insider dell’azienda, Meta era a conoscenza delle truffe sponsorizzate, ma ha deciso di non bloccarle per non ostacolare il suo business pubblicitario. Stando ai dati del 2022, Meta ha guadagnato 160 miliardi di dollari dalle inserzioni su Facebook, Instagram e altre piattaforme dell'azienda.
Finti negozi, IA e marchi rubati: le truffe su Instagram e Facebook
Sui social spesso vengono sponsorizzate strategie illecite di investimento per guadagni facili sfruttando i personaggi famosi. Sono stati usati i volti di Fabio Fazio, Ilary Blasi, Chiara Ferragni, Elisabetta Canalis, Mara Venier, Matteo Basssetti. Sono campagne lampo che durano pochi giorni, che usano le celebrità associandole a elementi che possono attrarre gli utenti, come i "guadagni facili e veloci".
Sono frequenti anche casi di pubblicità ingannevoli legate a falsi negozi “in chiusura”, accompagnate da racconti drammatici. I truffatori clonano anche i profili di aziende affidabili per vendere prodotti scadenti. È successo a Edgar Guzman, titolare di Half-Off Wholesale, negozio per il fai-da-te. Ha scoperto che il suo marchio era stato utilizzato in 4.400 annunci pubblicitari, solo 15 erano autentici. Le recensioni negative lasciate da clienti truffati venivano però pubblicate sulla pagina reale dell’azienda, danneggiando così la sua immagine.
Gli scammer costretti a lavorare in condizioni brutali
Non solo utenti truffati. Dietro al mercato dello scam si nasconde un sistema di sfruttamento. Erin West, procuratrice della contea di Santa Clara (California) e coautrice di un rapporto dell’US Institute for Peace, ha denunciati l'esistenza di vere e proprie “fabbriche delle truffe”. Qui migliaia di persone, spesso attratte da false offerte di lavoro nel sud est asiatico, sono costrette, spesso con la violenza, a condurre le truffe online. Il sistema era già stato raccontato da un'inchiesta della BBC.
La posizione di Meta
Il portavoce di Meta ha spiegato al Wall Street Journal che l'azienda da anni cerca di contrastare le truffe digitali. Tra le contromisure adottate: riconoscimento facciale, notifiche di sicurezza per gli utenti e collaborazioni con banche. Meta non si assume la responsabilità dei contenuti creati dagli utenti. La legge statunitense sulle telecomunicazioni esonera infatti le piattaforme da responsabilità dirette.
"Nessuno vuole attività fraudolente sulle nostre piattaforme" ha sottolineato il portavoce, ha poi definito il documento consultato dal WSJ "datato”. Negli ultimi anni infatti Meta sostiene di aver aumentato gli investimenti nella lotta contro le frodi. "Lo scorso anno abbiamo chiuso oltre due milioni di account pubblicitari collegati a truffe, e nel 70% dei casi ciò è avvenuto entro la prima settimana dalla loro creazione".