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C’è anche il genero di Trump nella battaglia per Warner Bros. Discovery: cosa rischiano i media

Il fondo guidato da Jared Kushner, genero di Trump, partecipa all’offerta ostile di Paramount, sollevando dubbi sul pluralismo e sulle possibili influenze politiche nel panorama mediatico statunitense.
A cura di Elisabetta Rosso
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Paramount–Skydance è tornata all’attacco con un’offerta ostile per Warner Bros. Discovery. Una mossa pensata per bloccare sul nascere la fusione annunciata da Netflix e riaprire la partita per il controllo del futuro colosso dell’intrattenimento globale. Ma la nuova offensiva sposta la battaglia anche sul piano politico. L’offerta ostile presentata da Paramount ha infatti rivelato un elenco di potenziali investitori pronti a sostenere l’operazione. Tra questi c'è anche Affinity Partners, il fondo di private equity fondato da Jared Kushner, genero del presidente Donald Trump.

La presenza di Kushner aggiunge un’ulteriore incognita a un’operazione già delicata, alimentando il timore che interessi politici possano intrecciarsi con una delle più grandi manovre societarie degli ultimi anni. L’esito della partita potrebbe ridefinire i rapporti di forza tra media, finanza e potere politico negli Stati Uniti.

L'offerta di Paramount e l'ingresso di Affinity Partners

Netflix aveva proposto un’operazione più mirata e meno costosa, concentrata sulla produzione e sullo streaming. Paramount ha deciso di bypassare la dirigenza di WBD e rivolgersi direttamente agli azionisti con un'offerta ostile da oltre 108,4 miliardi di dollari. Dal punto di vista strategico, la proposta di Paramount è ben più ampia dell’intesa con Netflix: include non solo studi e piattaforme di streaming, ma anche tutti i network lineari e via cavo di WBD — reti come CNN, TNT, TBS.

Il perno dell’operazione è la famiglia Ellison. Secondo quanto indicato nei documenti depositati presso le autorità finanziarie statunitensi, Larry Ellison, cofondatore di Oracle e padre dell’attuale CEO di Paramount, David Ellison, si è impegnato – insieme al fondo RedBird Capital Partners – a garantire la parte principale del capitale necessario. Paramount avrebbe poi cercato ulteriori partner a cui trasferire una porzione dell’investimento. Ed è qui che entra in scena Affinity Partners. 

L’incognita politica: l’ombra della Casa Bianca e il nodo CNN

L’eventuale partecipazione di Affinity introduce una dimensione politica difficile da ignorare. La questione diventa ancora più delicata considerando che Warner Bros. Discovery controlla CNN, emittente spesso bersaglio delle critiche di Trump. Un ingresso degli Ellison se supportato – anche solo indirettamente – dal fondo del genero del presidente porterebbe una parte della proprietà del gruppo nelle mani della famiglia Trump.

Oltre ad Affinity, Paramount ha indicato tra i finanziatori anche diversi fondi sovrani del Medio Oriente: Arabia Saudita, Qatar e Abu Dhabi. Per evitare potenziali obiezioni del CFIUS (Committee on Foreign Investment in the United States) legate alla presenza di investitori esteri in un conglomerato mediatico statunitense, Paramount ha precisato che questi soggetti non avranno poteri di governance né rappresentanti nel consiglio di amministrazione della futura società. Nonostante tali precauzioni, gli esperti di sicurezza nazionale avvertono che l’operazione potrebbe comunque essere oggetto di un esame approfondito.

Un bivio per Hollywood e per l’informazione globale

La sfida per Warner Bros. Discovery rappresenta una battaglia sul futuro del panorama mediatico statunitense. Se Paramount dovesse prevalere, sorgerebbe un gigante “ibrido”: cinema, serie TV, televisioni via cavo, informazione, tutto sotto un unico tetto finanziato da famiglie influenti. Questo modello solleva interrogativi profondi sul pluralismo, sulla diversità culturale, sulla tutela del lavoro creativo, e anche sulle interferenze politiche.

Dall’altro lato, l’opzione di Netflix promette un consolidamento più “pulito”, limitato al mondo dello streaming e della produzione, ma meno ambizioso e — secondo alcuni — meno stabile nel lungo termine. Tuttavia il consiglio di amministrazione di Warner Bros. Discovery non ha (almeno finora) cambiato la sua raccomandazione favorevole all’accordo con Netflix.

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