Vita su Marte, cosa c’è dietro l’annuncio della NASA: la verità potrebbe restare sospesa per decenni

L’annuncio della NASA del “segnale più evidente” di vita su Marte nasconde l’incertezza della missione di recupero dei campioni raccolti dal rover Perseverance, sbarcato sul pianeta nel 2021. La scoperta, potenzialmente enorme, di possibili biofirme nei frammenti di una roccia marziana chiamata “Cheyava Falls”, rischia infatti di rimanere nel limbo scientifico per decenni.
Per confermare se le tracce di minerali, come vivianite e greigite siano di origine biologica o frutto di processi geologici, servirà riportare i campioni sulla Terra. Tuttavia, i tagli al budget scientifico della NASA proposti dal presidente Donald Trump minacciano la missione Mars Sample Return, fondamentale per il recupero e l’analisi diretta di questi materiali.
I possibili segnali di vita trovati su Marte
La scoperta di potenziali biofirme, come i minerali ferrosi vivianite e greigite che il rover Perseverance della NASA ha individuato nei sedimenti ricchi di argilla raccolti nel cratere Jezero, rappresenta uno dei segnali più promettenti mai osservati della possibile esistenza di vita passata su Marte. “La combinazione di questi minerali, che sembrano essersi formati tramite reazioni di trasferimento di elettroni tra il sedimento e la materia organica, è una potenziale impronta digitale della vita microbica, che utilizzerebbe queste reazioni per produrre energia per la crescita” hanno affermato mercoledì i funzionari della NASA in una dichiarazione.
L’esistenza di antica vita microbica su Marte non è però l’unica spiegazione per la vivianite e la greigite, che possono anche formarsi attraverso processi geologici, qualcosa che il rover da solo non è in grado di stabilire con il suo carico scientifico. Per questo motivo, la NASA aveva progettato la missione Mars Sample Return, per recuperare i campioni che il rover Perseverance ha raccolto e sigillato in provette delle dimensioni di un sigaro.
Il piano era quello di riportare circa 30 di questi tubi sulla Terra, dove sarebbero stati studiati in modo molto più dettagliato di quanto Perseverance possa fare con la sua limitata strumentazione. “Il carico utile del rover Perseverance è stato selezionato con l'obiettivo di riportare campioni da Marte – ha precisato Katie Stack Morgan, scienziata del progetto Perseverance presso il Jet Propulsion Laboratory della NASA durante la conferenza stampa di mercoledì – . L'idea era che il nostro carico ci avrebbe portato appena fino alla designazione di ‘potenziale biofirma’ e che il resto della storia fosse raccontato dagli strumenti qui sulla Terra”.
La conferma definitiva potrebbe richiedere decenni
Le prospettive di portare i campioni di Marte sulla Terra sono però diventate più fosche negli ultimi tempi, a causa di ritardi, sforamenti di costi, riprogettazioni e, più di recente, dei tagli al budget scientifico della NASA proposti dall’amministrazione Trump per il 2026. Se approvati, con una riduzione dei finanziamenti del 24%, comporteranno la cancellazione di decine di missioni, incluso appunto il Mars Sample Return, che avrebbe dovuto portare i campioni sulla Terra entro il 2035.
Questo significherà rinunciare per decenni all’unica possibilità concreta di analizzare i campioni nei laboratori terrestri e verificare se quelle “biofirme” siano davvero legate alla vita. Allo stato attuale, finché i materiali resteranno su Marte, la conferma definitiva continuerà a sfuggire sebbene, secondo l’amministratore ad interim della NASA, Sean Duffy, la cancellazione della missione non implicherebbe che non ci siano altre alternative di recupero.
“Crediamo che ci sia un modo migliore per farlo, un modo più rapido per recuperare questi campioni, ed è proprio questa l'analisi che abbiamo condotto” ha replicato Duffy sulla questione, senza tuttavia fornire dettagli su tali opzioni. Queste potrebbero coinvolgere società spaziali private, inclusa SpaceX di Elon Musk, ma anche la Rocket Lab e la Lockheed Martin. Il tempismo delle alternative di recupero sarà determinante, soprattutto nella corsa contro la Cina, che prevede di lanciare la sua missione Tianwen 3 verso Marte nel 2028 e portare a casa i campioni raccolti già nel 2031.