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Virus ibrido mai osservato prima creato in laboratorio: elude il sistema immunitario

I ricercatori dell’Università di Glasgow hanno creato un virus ibrido mai visto prima, derivato dalla fusione del patogeno dell’influenza e l’RSV. È elusivo.
A cura di Andrea Centini
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Il virus ibrido. Credit: Nature Microbiology
Il virus ibrido. Credit: Nature Microbiology

Il virus dell'influenza A (IAV) e il virus respiratorio sinciziale umano (RSV) possono fondersi dando vita a un agente patogeno totalmente nuovo, un ibrido mai visto prima che sfrutta le caratteristiche di entrambi per eludere il sistema immunitario e infettare più agevolmente le cellule polmonari. Si tratta di una scoperta significativa fatta in laboratorio che potrebbe spiegare le ragioni per cui le co-infezioni di virus respiratori possono essere così gravi, portando ad esempio a polmoniti potenzialmente letali. Al momento non è chiaro se questa ibridazione possa verificarsi anche naturalmente e se coinvolga altre tipologie di virus, ma i ricercatori lo ritengono probabile.

A creare e descrivere l'ibrido tra il virus l'influenza A e il virus respiratorio sinciziale umano è stato un team di ricerca internazionale guidato da scienziati del Centro per la Ricerca sui Virus MRC dell'Università di Glasgow, che hanno collaborato a stretto contatto con i colleghi della Glasgow Imaging Facility e dello Scottish Centre for Macromolecular Imaging. I ricercatori, coordinati dai professori Joanne Haney e Pablo Murcia, docenti presso la Scuola di Infezioni e Immunità del College di Scienze Mediche, Veterinarie e Biologiche dell'ateneo scozzese, hanno creato il virus ibrido involontariamente, dopo aver co-infettato con entrambi i virus cellule polmonari umane coltivate in laboratorio. Gli scienziati volevano analizzare l'interazione tra i due patogeni poiché durante i processi infettivi essa guida sia la dinamica di trasmissione che gli esiti clinici della patologia.

Il virus ibrido. Credit: Nature Microbiology
Il virus ibrido. Credit: Nature Microbiology

Dato che i patogeni occupano nicchie virali molto simili Haney e colleghi si aspettavano una competizione, non di scoprire una ricombinazione tra due virus di famiglie diverse, che hanno dato vita a particelle virali ibride (HPV) con caratteristiche peculiari. Il nuovo virus ibrido ha sviluppato una forma simile a quella di una palma, con il virus RSV posizionato nel tronco e quello dell'influenza nella chioma della “pianta”. L'aspetto è stato rilevato grazie a una serie di analisi di imaging, tra le quali microscopia ad altissima risoluzione, la microscopia elettronica a scansione e tomografia crioelettronica, che hanno evidenziato peculiare strutture filamentose extracellulari associate alla membrana, compatibili con quelle di un patogeno ibrido. “Questo tipo di virus ibrido non è mai stato descritto prima. Stiamo parlando di virus di due famiglie completamente diverse che combinano genomi e proteine esterne. È un nuovo tipo di agente patogeno virale”, ha spiegato al Guardian il professor Pablo Murcia.

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Sia il virus dell'influenza A che l'RSV in determinate condizioni possono scatenare patologie gravi e potenzialmente fatali. Il secondo soprattutto negli anziani e nei bambini. La formazione di questi ibridi all'interno delle cellule (da confermare in ambiente naturale) potrebbe spiegare come mai le co-infezioni possono diventare gravi. I ricercatori hanno osservato che l'ibrido era in grado di infettare le cellule circostanti nonostante la presenza di anticorpi contro l'influenza che avrebbero normalmente bloccato l'infezione. Le immunoglobuline hanno sì contrastato la porzione influenzale dell'ibrido, ma le proteine virali dell'RSV sono riuscite comunque a scardinare le difese immunitarie permettendo l'infezione.

“Abbiamo scoperto che gli HVP ospitano glicoproteine di superficie e ribonucleoproteine di IAV e RSV. Gli HVP utilizzano la glicoproteina di fusione RSV per eludere gli anticorpi neutralizzanti anti-IAV e infettare e diffondersi tra le cellule prive di recettori IAV”, hanno spiegato gli scienziati nell'abstract dello studio. Questa combinazione potrebbe aiutare il virus ibrido a scendere molto più in profondità nel tratto respiratorio di quanto non farebbe singolarmente (di norma) il virus dell'influenza, sfruttando le capacità dell'RSV.

Come specificato, i ricercatori devono capire se questo processo di fusione possa avvenire anche in natura, negli animali e con tipologie di virus diverse da quelli studiati. Il risultato resta comunque molto significativo per comprendere le dinamiche di co-infezione. Nei giorni scorsi uno studio dell'Università di Boston era balzato agli onori della cronaca internazionale per la creazione di un ibrido tra due varianti del coronavirus SARS-CoV-2 (responsabile della pandemia di COVID-19), che ha dato vita a un virus più letale. I dettagli della nuova ricerca “Coinfection by influenza A virus and respiratory syncytial virus produces hybrid virus particles” sono stati pubblicati sull'autorevole rivista scientifica Nature Microbiology.

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