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Qual è il vero effetto degli integratori sul sistema immunitario: non servono a rafforzarlo

Sono tantissimi gli integratori che promettono di rafforzare le difese immunitarie, ma in realtà gli studi in materia hanno dimostrato che la loro assunzione in assenza di carenze documentate è inutile. Non solo, eccedere potrebbe rivelarsi perfino dannoso. Un discorso a parte meritano i fermenti lattici, che potrebbero contribuire a ripristinare il microbiota intestinale durante o subito dopo una terapia antibiotica.
Intervista a Prof. Claudio Vernieri
Professore di Oncologia dell'Università degli Studi di Milano
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Negli ultimi mesi ti è capitato di ammalarti più spesso del solito oppure ti senti spesso stanco a causa di un periodo molto stressante a lavoro. Passi in farmacia e attratto dalle tante confezioni nel reparto degli integratori, decidi di comprare una di quelle confezioni che promettono di "rafforzare il sistema immunitario". Non sai se hai una carenza reale, ma sei convinto che fare scorta di vitamine e sali minerali non potrà che farti bene.

In realtà il sistema immunitario è molto più complesso di così: è vero che il suo compito è quello di difenderci da possibili malattie e infezioni, agendo come un vero e proprio scudo contro gli agenti esterni, ma non è così facile "rafforzarlo". A Fanpage.it Claudio Vernieri, medico oncologo presso l’Istituto Tumori di Milano, professore di Oncologia dell'Università degli Studi di Milano e group leader presso IFOM, l'istituto di oncologia molecolare della Fondazione Airc, spiega come gli integratori possono agire sul nostro sistema immunitario e quali effetti possono avere sulla nostra salute.

Gli integratori possono rafforzare il sistema immunitario?

La possibilità di rafforzare il sistema immunitario attraverso gli integratori è un argomento molto discusso anche nell’ambito della comunità scientifica. Se però alcuni aspetti meritano di essere approfonditi con altri studi, alcune cose sono ormai certe. La prima certezza che abbiamo sull’utilità degli integratori ce la suggerisce il nome stesso di questi prodotti: assumerli potrebbe aver senso solo in presenza di una carenza documentata.

Cosa si intende per carenza?

Si usa questo termine per indicare quelle situazioni in cui una certa sostanza non viene assorbita dall’organismo in quantità sufficiente per garantire il corretto funzionamento dell’organismo, compreso il sistema immunitario. Queste sostanze potrebbero invece essere dannose se somministrate in eccesso, specie a persone che non ne hanno bisogno perché non ne sono carenti.

Quali sono le sostanze più spesso carenti?

Alcune sostanze o molecole, come le vitamine e i sali minerali – pensiamo ad esempio alla vitamina C, la vitamina B6, lo zinco e altre – che se assunte in quantità inferiori o nettamente inferiori alle quantità richieste dal nostro organismo possono causare dei deficit del sistema immunitario. In queste circostanze, l’assunzione di integratori potrebbe contribuire a ripristinare – ma non a rafforzare – il sistema immunitario compromesso in persone che hanno carenze di queste specifiche sostanze.

Spieghiamo meglio la differenza.

La differenza sta tutta in queste due parole: gli integratori possono aver un ruolo nel “ripristinare” le funzionalità del sistema immunitario, quando queste funzioni sono ridotte a causa di specifiche carenze nutrizionali, ma non ci sono evidenze che possano potenziare un sistema immunitario adeguato in assenza di carenze nutrizionali. Non possono essere usati a scopo preventivo o curativo di altre patologie, per dirla in modo semplice.

Assumere integratori anche se non abbiamo carenze può servire a qualcosa?

Gli studi condotti finora non hanno dimostrato che un’integrazione di queste sostanze oltre i limiti considerati normali possa rivelarsi efficace. Quindi, no, non è vero che un eccesso, ovvero una quantità maggiore di quella normale di queste sostanze può potenziare il sistema immunitario.

Chi potrebbe aver bisogno di questi integratori?

Alcune categorie di persone potrebbero avere più facilmente questo tipo di carenze. Magari per scelte alimentari, per problemi di salute o semplicemente per particolari condizioni fisiologiche. Di base, nel mondo occidentale, in cui il problema è piuttosto l’opposto, ovvero si tende ad eccedere nell’alimentazione, è raro che una persona sviluppi queste carenze di vitamine o sali minerali, fatta eccezione per alcuni gruppi di persone, che ad esempio hanno difficoltà ad ingerire od assorbire determinate sostanze.

Ci faccia qualche esempio.

Ad esempio, una delle carenze più comune è quella di vitamina D, soprattutto nelle persone che si espongono poco alla luce del sole. Questo, soprattutto nelle donne in menopausa il deficit di questa vitamina, che svolge un ruolo fondamentale per la salute delle ossa, potrebbe causare un rischio maggiore di sviluppare alcune malattie, come l’osteoporosi

Altre carenze?

Un’altra carenza abbastanza comune è quella di vitamina B12, che se carente potrebbe causare anemia, o in alcuni casi favorire l'insorgenza di neuropatie. Le persone più soggette a questa carenza sono gli anziani o coloro che non l’assumono in modo sufficiente per scelte alimentari, come i vegani. Tutte queste categorie di persone potrebbero aver bisogno di assumere specifici integratori, ma solo se la carenza è documentata da test medici o, in casi molto selezionati, in maniera preventiva, come nel caso della vitamina D.

Sempre più spesso si sente parlare di fermenti lattici e probiotici e del loro ruolo sulla nostra salute. Cosa sappiamo con certezza?

Questo è un argomento interessante e anche relativamente nuovo. Negli ultimi anni sono stati avviati diversi studi per capire se l’integrazione di alcuni probiotici potrebbe aiutare a prevenire malattie del sistema gastrointestinale e perfino alcuni tumori. Però si tratta di studi ancora in corso, quindi dobbiamo aspettare prima di avere una risposta certa.

Cosa può aiutare a proteggerci?

Quello che sappiamo oggi è che una dieta sana, mediterranea nel senso autentico del termine, ovvero basata su vegetali, legumi, cereali integrali e frutta secca, con un apporto ridotto di care e in cui si limiti il più possibile l’assunzione di zuccheri semplici, alimenti ad alta densità calorica o ultraprocessati, carni conservate e alcolici, può nel tempo aiutare ad avere un microbiota intestinale sano e quindi capace di “proteggere” il nostro organismo.

Allora potrebbe aiutarci assumerli sotto forma di integratori?

A volte, l’integrazione di alcuni probiotici, quelli che comunemente chiamiamo “fermenti lattici”, può essere utile, anzi raccomandata. Ad esempio durante o al termine di una terapia antibiotica: sappiamo infatti che gli antibiotici, soprattutto se assunti per molto tempo, possono danneggiare la salute del nostro microbiota, causando episodi di diarrea e nel lungo periodo, anche di alcune malattie croniche. In quel caso, i fermenti lattici possono contribuire a ripristinare l’equilibrio della flora intestinale danneggiata.

Eccedere con gli integratori può avere degli effetti collaterali? 

Evitiamo gli eccessi. Negli anni '80 sono stati condotti vasti studi a livello internazionale per capire se l'assunzione di elevate dosi di betacarotene, ovvero un precursore della vitamina A, potesse riuscire a ridurre il cancro ai polmoni nei fumatori assidui. Quello che ne è emerso è stato completamente inaspettato: tra chi aveva assunto l'integrazione di betacarotene è stato registrato un aumento delle diagnosi di cancro. Quindi non l'assenza di diminuzione, ma addirittura un peggioramento del rischio. Un eccesso di integrazione "fai da te", senza un'evidenza scientifica clinica importante che abbia dimostrato la sua utilità, non solo può rivelarsi inutile, ma rischia di essere perfino dannoso.

Allora cosa ci consiglia di fare per la salute del nostro sistema immunitario?

È molto più utile e privo di rischi avere uno stile di vita sano e seguire le classiche raccomandazioni in fatto di prevenzione: non fumare, evitare o limitare il consumo di alcolici, fare attività fisica e seguire una dieta sana, così da evitate sovrappeso od obesità, costituiscono le regole migliori per prevenire la maggior parte delle malattie croniche, aumentando quindi la nostra qualità e aspettativa di vita.

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