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“Urano è più caldo di quanto dovrebbe”: un nuovo studio fa luce sul mistero del gigante ghiacciato

Urano emette più calore di quanto ne riceva dal Sole, mettendo in discussione la tesi del pianeta “insolitamente freddo” emersa nel sorvolo della sonda Voyager 2 della NASA: un nuovo studio ha scoperto che il gigante ghiacciato conserva ancora un interno relativamente caldo, aiutando a risolvere uno dei misteri più intriganti del Sistema solare.
A cura di Valeria Aiello
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Urano visto dal telescopio spaziale James Webb / Credit: NASA
Urano visto dal telescopio spaziale James Webb / Credit: NASA

Urano non è esattamente il gigante ghiacciato che la sonda Voyager 2 della NASA ci ha descritto nel suo sorvolo del 1986: un nuovo studio internazionale, pubblicato sulla rivista Geophysical Research Letters, ha scoperto che il pianeta emette più calore di quanto ne riceva dal Sole, segno che non è poi così “insolitamente freddo”, soprattutto nel confronto con gli altri giganti del Sistema solare, il ghiacciato Nettuno e i gassosi Giove e Saturno.

Seppur in misura minore, Urano conserva invece un interno relativamente caldo, il che getta nuova luce su uno dei misteri scientifici più intriganti del Sistema solare. Le analisi osservative della sonda Voyager 2 avevano infatti escluso una presenza significativa di calore all’interno del pianeta, facendo riconsiderare le teorie sulla sua formazione e la sua evoluzione. Questo perché il calore interno è un’indicatore dell’età di un pianeta: minore il calore interno – calcolato confrontando la quantità di energia ricevuta dal Sole con quella rilasciata nello spazio – più è vecchio il pianeta.

Gli scienziati ipotizzarono quindi che Urano fosse molto più vecchio di tutti gli altri giganti del Sistema solare e si fosse completamente raffreddato, oppure che una gigantesca collisione avesse dissipato tutto il suo calore. Nessuna di queste ipotesi ha però mai convinto fino in fondo, lasciando irrisolta la questione.

Il calore di Urano fa luce sulla sua storia

La scoperta del calore emesso da Urano aiuta a risolvere l’enigma che avvolge il passato di questo gigante ghiacciato: secondo i risultati del nuovo studio, condotto dai ricercatori dall’Università di Houston insieme a un team internazionale di scienziati, Urano rilascia circa il 12,5% di energia in più rispetto a quella che riceve dal Sole.

Questo significa che Urano sta ancora lentamente perdendo il calore residuo della sua storia iniziale, un pezzo fondamentale del puzzle che ci aiuta a comprendere le sue origini e come è cambiato nel tempoha spiegato la ricercatrice Xinyue Wang dell’Università di Houston e prima autrice dello studio.

Il dato, emerso dall’analisi di decenni di osservazioni di sonde spaziali e modelli computerizzati, conferma le stime di un precedente studio realizzato dei ricercatori della NASA e dell’Università di Oxford, che avevano calcolato un eccesso del 15%. Un risultato che rafforza l’ipotesi che Urano abbia un proprio calore interno, sebbene inferiore a quello del suo vicino Nettuno, che emette più del doppio dell’energia che riceve. Anche Giove e Saturno rilasciano molto più calore di quello che ricevono dal Sole, rendendo il bilancio termico di Urano comunque un’anomalia all’interno del Sistema solare.

Secondo i ricercatori questa differenza potrebbe dipendere dalla struttura interna di Urano o da una storia evolutiva diversa rispetto a quella degli altri pianeti giganti.

Scoprendo come Urano immagazzina e perde il suo calore, avremo informazioni preziose sui processi fondamentali che modellano le atmosfere planetarie, i sistemi meteorologici e i sistemi climatici – ha aggiunto il professor Liming Li, co-autore e docente presso il Dipartimento di Fisica dell'Università di Houston – . I nostri risultati rafforzano la validità della futura missione su Urano pianificata dalla NASA, un'iniziativa che le Accademie nazionali delle scienze, dell'ingegneria e della medicina hanno classificato come la loro massima priorità per il decennio 2023-32”.

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