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Una strana macchia solare a rischio esplosione e un enorme buco a forma di cuore apparsi sul Sole

Sul Sole sono emerse due strutture peculiari: un gigantesco buco coronale a forma di cuore e una macchia solare anomala, con un centro chiaro e non scuro. Cosa significa e perché la macchia AR 4220 è a rischio esplosione. Possibile anche una tempesta solare il 22 settembre a causa del vento solare espulso dal buco coronale.
A cura di Andrea Centini
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A sinistra il buco coronale, a destra la macchia solare anomala. Credit: NASA SDO
A sinistra il buco coronale, a destra la macchia solare anomala. Credit: NASA SDO

Sul Sole è apparsa una macchia solare davvero insolita e interessante. Invece di avere un nucleo scuro e un bordo sfumato come accade nella stragrande maggioranza dei casi, AR 4220 – questo il suo nome – presenta una struttura circolare con una componente chiara al centro e piccoli punti neri tutti attorno. L'aspetto è simile a quello di un kiwi tagliato, come raccontato a Spaceweather.com dall'astrofotografo Frank J. Melillo di New York, che ha immortalato la curiosa struttura anulare venerdì 19 settembre. Oggi, sabato 20 settembre, AR 4220 si trova al margine orientale del disco solare, al di sotto dell'equatore della stella. Sopra di essa, nell'emisfero superiore, si staglia un gigantesco buco coronale a forma di cuore, che sta inviando un flusso di lento vento solare verso la Terra (con possibile tempesta geomagnetica il 22 settembre).

L'aspetto più significativo della strana macchia solare risiede nel fatto che ha un rischio maggiore di esplodere, ovvero di dar vita a brillamenti o eruzioni solari, che a loro volta possono innescare espulsioni di massa coronale (CME), i fenomeni principalmente coinvolti nelle tempeste geomagnetiche sulla Terra. A sottolinearlo l'astrofisico Tony Phillips che gestisce il portale specializzato in meteo spaziale: “ Le macchie solari dalle forme strane con campi magnetici alterati – spiega l'esperto – sono quelle con maggiori probabilità di esplodere”.

Come indicato dalla NASA, le macchie solari sono regioni sulla fotosfera (la superficie solare) più fredde di quelle circostanti. Si formano in regioni in cui turbolenti campi magnetici imbrigliano il calore prodotto dalle reazioni nucleari negli strati profondi della stella; ecco perché risultano più fredde delle regioni limitrofe, calde e chiare. Ovviamente per “più fredde” non dobbiamo immaginare qualcosa di realmente freddo, dato che parliamo comunque di circa 4.000 °C, contro i 5.500 °C delle normale fotosfera del Sole (curiosamente la corona, l'atmosfera della stella, può raggiungere milioni di gradi).

In genere i nuclei scuri e più freddi delle macchie solari si trovano nella parte centrale delle macchie solari, ma in questo caso il centro è più chiaro e i nuclei freddi ne costellano il bordo. “La maggior parte delle macchie solari appare scura al centro perché è lì che sono fredde. In una macchia solare, forti campi magnetici bloccano il flusso di calore proveniente da sotto la superficie del Sole. Questo blocco crea un nucleo freddo e relativamente scuro”, ha spiegato il dottor Phillips. “Tuttavia, il centro della macchia solare 4220 non è freddo. È invece caldo e luminoso. Forse un pennacchio di plasma galleggiante si sta sollevando con forza sufficiente a respingere il normale magnetismo, creando un nucleo caldo all'interno di un anello più freddo”, ha aggiunto l'esperto.

Una siffatta dinamica magnetica potrebbe favorire il fenomeno della riconnessione delle linee di campo, che si spezzano e ricollegano repentinamente. È proprio in questo contesto turbolento che si sprigionano i brillamenti solari, violentissime esplosioni di energia – con una potenza paragonabile a centinaia di migliaia di bombe atomiche – che possono portare all'espulsione di materiale dalla corona solare. I campi magnetici e le particelle ionizzate strappate dalle CME danno vita al vento solare che, in caso di impatto con la magnetosfera della Terra, innescano tempeste solari e aurore polari. Gli scienziati stiamo che una tempesta geomagnetica potrebbe manifestarsi lunedì 22 settembre, a causa del debole flusso di vento solare innescato dal gigantesco buco coronale a forma di cuore apparso sul Sole.

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