Una enorme e minacciosa macchia solare può esplodere oggi 14 ottobre: “È potenzialmente pericolosa”

Sul Sole è apparsa una macchia solare davvero insolita e “potenzialmente pericolosa”, come indicato dall'astrofisico Tony Phillips sul portale specializzato in meteo spaziale spaceweather.com. Il complesso potrebbe infatti dar vita a un improvviso e potentissimo brillamento di Classe X proprio nella giornata di oggi, martedì 14 ottobre 2025. Ricordiamo che le macchie solari sono regioni più fredde sulla fotosfera (la superficie del Sole), caratterizzate da forti campi magnetici che imprigionano il calore proveniente dalle reazioni nucleari sottostanti. Proprio per questo appaiono scure nelle immagini. La loro temperatura si attesta sui 3.700 – 4.000° C, contro i 5.500 °C delle aree chiare circostanti.

La struttura monitorata degli scienziati, chiamata AR 4226, oltre a essere gigantesca – è una delle più grandi del ciclo solare in corso, il 25 – ha una configurazione magnetica anomala e altamente instabile, con più poli magnetici disorganizzati. “La maggior parte delle macchie solari ha una configurazione magnetica semplice, + – o – +, simile a quella di una normale calamita. La vicina macchia solare 4248 ne è un buon esempio”, ha spiegato il dottor Phillips. “La macchia solare 4246 è diversa, però. Presenta più poli magnetici ammassati in modo disorganizzato. Ed è per questo che questa macchia solare è potenzialmente pericolosa. Quando le polarità opposte si mescolano troppo – boom! – la riconnessione magnetica può alimentare forti brillamenti solari. Non sorprendetevi se il 14 ottobre si verificherà un brillamento X”, ha chiosato l'esperto.

I brillamenti di classe X sono violente esplosioni che liberano una enorme quantità di energia, paragonabile a quella di centinaia di migliaia o milioni di bombe atomiche (come quella sganciata dagli Stati Uniti su Hiroshima) che scoppiano contemporaneamente. Le più potenti in assoluto possono tuttavia rilasciare l'energia di 1 miliardo di bombe all'idrogeno, come spiegato dalla NASA. L'agenzia aerospaziale statunitense aggiunge che queste esplosioni di radiazioni “coprono l'intero spettro elettromagnetico, inclusi raggi X, raggi gamma, onde radio, ultravioletti e luce visibile”. I raggi X e gli ultravioletti sono tra i più coinvolti.
I brillamenti – o solar flare – Sono le più potenti esplosioni del Sistema solare e sono suddivise in cinque classi, A, B, C, M e X, con la X in cima alla lista e senza un limite numerico definito (le altre hanno una scala che va da 1 a 9 e coinvolge anche i decimali). Il più forte brillamento di Classe X mai registrato fu un intenso X 45 verificatosi il 4 novembre del 2003. Fu associato proprio a un grande complesso di macchie solari (AR 486) molto turbolento, con una configurazione magnetica confusionaria come quella osservata nella macchia solare AR 4226, che è cresciuta molto rapidamente.

Ma perché le macchie solari sono potenzialmente pericolose? La ragione risiede nel fatto che i brillamenti solari possono rappresentare un volano per le espulsioni di massa coronale (CME) che strappano enormi quantità di materiale dalla corona del Sole – il caldissimo strato esterno dell'atmosfera della stella – e lo scagliano a velocità spaventose nello spazio. Questo fenomeno, che non si verifica sempre, può dar vita a flussi di plasma (particelle cariche elettricamente) e campi magnetici alla base del vento solare, che è responsabile delle tempeste geomagnetiche sulla Terra. Quando il flusso di materiale solare è diretto verso il nostro pianeta, infatti, impatta con il campo magnetico terrestre (magnetosfera) e può interferire con satelliti, reti elettriche, comportamento migratorio degli animali, comunicazioni radio e altro ancora.

Chiaramente, più è forte un brillamento, maggiore è l'intensità della tempesta geomagnetica, che va dalla classe G1 (minore) alla classe G5 (estrema), con effetti potenzialmente catastrofici. Secondo alcuni esperti una tempesta G5 simile a quella del famigerato “Evento di Carrington” del 1859 avrebbe effetti devastanti sul nostro mondo ipertecnologico e connesso, con blackout che potrebbero durare addirittura mesi a causa dei danni alle infrastrutture elettriche. I satelliti verrebbero totalmente “fritti” e perderemmo tutti i servizi associati, dalla navigazione GPS alle comunicazioni satellitari, senza dimenticare gli enormi danni legati al monitoraggio della Terra e dell'atmosfera garantiti da questi dispositivi in orbita.

Per essere così “letale”, l'espulsione di massa coronale innescata da un brillamento di classe X deve essere rivolta direttamente verso la Terra. In questo momento la macchia solare AR 4226 si trova in alto e in posizione centrale sul disco solare, ma non punta il nostro pianeta come un bersaglio. Tuttavia la coda di una eventuale CME potrebbe colpirci innescando una significativa tempesta solare. Sempre che la macchia solare esploda, perché non vi è certezza, nonostante l'elevata instabilità. Per il 16-17 ottobre è già attesa una tempesta geomagnetica G1 a causa del vento solare rilasciato da un buco coronale, ma nel caso di una CME scaturita da AR 4226 ci troveremmo innanzi a un fenomeno decisamente più significativo, potenzialmente in grado di innescare anche splendide aurore polari a latitudini più basse.