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Una cometa “kamikaze” si è schiantata contro il Sole: le immagini spettacolari

Nella notte italiana tra l’11 e il 12 dicembre 2023 una cometa kamikaze si è disintegrata contro il Sole. Le immagini dell’impatto cosmico sono state catturate dal telescopio spaziale SOHO. La palla di ghiaccio sporco faceva parte delle affascinanti “come radenti di Kreutz”: ecco di cosa si tratta.
A cura di Andrea Centini
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La cometa kamiaze diretta verso il Sole. Credit: SOHO
La cometa kamiaze diretta verso il Sole. Credit: SOHO

Una cometa kamikaze si è schiantata contro il Sole, disintegrandosi. Le immagini della spettacolare catastrofe cosmica, verificatasi durante la notte italiana tra l'11 e il 12 dicembre 2023, sono state catturate dal telescopio spaziale Solar and Heliospheric Observatory (SOHO) della NASA e dell'Agenzia Spaziale Europea (ESA), che scruta ininterrottamente la nostra stella da circa 28 anni. Lo strumento fu infatti lanciato da Cape Canaveral il 2 dicembre 1995 verso il punto di Lagrange L1, nel cuore dello spazio a circa 1,5 milioni di chilometri dalla Terra. Da allora, grazie al suo set di coronografi LASCO (acronimo di Large Angle Spectrometer Coronagraph), SOHO ha catturato la “morte” di migliaia di comete, attratte dall'abbraccio mortale del Sole.

La cometa in viaggio verso il Sole. Credit: SOHO / spaceweather.com
La cometa in viaggio verso il Sole. Credit: SOHO / spaceweather.com

L'ultima vittima a schiantarsi contro la stella è stata una cometa appartenente a una famiglia di oggetti celesti molto particolare, chiamata comete radenti di Kreutz (Kreutz sungrazers). Come spiegato dall'Istituto Nazionale di Fisica e Astronomia (INAF), queste palle di ghiaccio sporco si caratterizzano per orbite peculiari, che le portano particolarmente vicine al Sole durante il perielio, cioè il punto di minima distanza. La stragrande maggioranza di esse, com'è facile immaginare, non sopravvive all'incontro ravvicinato con l'astro. Se troppo piccole, semplicemente, evaporano prima di impattare col Sole a causa delle temperature estreme. Per quelle più grandi il destino può essere diverso: come indicato dalla NASA, l'effetto mareale della gravità del Sole può letteralmente lacerare il nucleo di ghiaccio e polvere delle comete, che risulta scarsamente adeso. In altri termini, la forza di gravità può farle letteralmente a pezzi, ancor prima dell'ambiente infernale della stella. Del resto, solo le comete radenti più grandi possono sopravvivere a un passaggio ravvicinato al Sole. Accadde in passato con la Grande Cometa del 1843 e con la C/2011 W3 (Lovejoy).

Come spiegato da Spaceweather.com, che ha condiviso le immagini dell'ultima cometa kamikaze, le comete radenti di Kreutz si chiamano così in omaggio all'astronomo Heinrich Kreutz di Kiel (Germania), che per primo le studiò a fondo nel XIX secolo. Analizzandone i dati, lo studioso tedesco si accorse che queste comete a ridosso del Sole sembravano avere un'origine comune; si giunse così alla conclusione che erano tutte figlie di una cometa gigantesca, disintegratasi almeno un paio di millenni fa.

Da allora le comete radenti di Kreutz (più o meno grandi) concludono la propria esistenza contro la stella o comunque nelle sue vicinanze. Migliaia di queste “morti celesti” sono state catturate proprio dallo strumento LASCO del telescopio spaziale SOHO, che in breve tempo è diventato il più prolifico "cacciatore di comete" in mano agli scienziati. Ne rileva infatti una media di 20 – 25 al mese, grazie anche al lavoro dei cosiddetti cittadini scienziati che analizzano i dati continuamente caricati nei database. Ormai è quasi arrivato alla soglia di 5.000 comete, praticamente tutte distrutte dal Sole.

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