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Un uomo dice di aver compreso come funziona l’universo dopo l’anestesia

L’esperienza è stata descritta sul Journal of Nervous and Mental Disease da uno psichiatra clinico che afferma di aver sperimentato in prima persona uno stato di “noesi”.
A cura di Valeria Aiello
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Il professor Swarang Singh, uno psichiatra clinico dell’Università di Warwick, nel Regno Unito, dice di aver capito come funziona l’intero universo durante un’esperienza post-anestesia. “Ho sperimentato uno stato di profonda pace, senso di rivelazione e profonda comprensione” spiega in un articolo pubblicato sul Journal of Nervous and Mental Disease in cui ha descritto l’evento che si è verificato quasi 40 anni fa, il 4 aprile 1984, durante convalescenza post-operatoria da un intervento chirurgico in anestesia generale a seguito di un grave incidente stradale.

Da allora, il professor Singh – che all’epoca aveva 22 anni e aveva appena terminato il suo ultimo anno alla Facoltà di Medicina –  si è dedicato allo studio della scienza oggettiva, ma insiste sul fatto che l’esperienza “è diventata sempre più saliente nel mio senso di sé e nella mia comprensione della relazione tra l'empirico e il trascendentale”. Descrivendo l’esperienza stessa, l’uomo ha rivelato che questa era caratterizzata da uno stato di noesi”, definito come “un senso di rivelazione e completa comprensione”. Secondo l’autore, il fenomeno è durato circa 10-12 minuti, che gli hanno permesso di “sapere qualcosa in modo completo e esauriente, che non avevo mai saputo prima”.

Non so come lo so, ma so che lo so” scrive il professor Singh, prima di chiarire come sia arrivato a comprendere appieno l’interazione tra “spazio, tempo, energia, materia e vita”.

Materia ed energia sono intercambiabili, tempo e spazio sono intercambiabili mentre la vita è un’entità distinta e indipendente, che sorge dopo l’emergere dei primi quattro. So che la quantità totale della combinazione tempo-spazio, della combinazione materia-energia e la somma di tutta la forza vitale è costante. Materia ed energia possono trasformarsi l’una nell'altra, così come lo spazio e il tempo, ma la grandezza di ogni combinazione è una quantità fissa. La vita cambia da una forma all'altra, ma la quantità totale di forza vitale rimane costante e fissa. L’aumento di una forma è a spese di un’altra, e nel caso della vita, una forma di vita appare a spese di un’altra che scompare.

Arrivo a tutte queste conclusioni, o più correttamente queste conclusioni giungono a me, senza alcuno sforzo conoscitivo da parte mia. Queste rivelazioni hanno il peso della verità assoluta. Sono consapevole del loro senso e significato profondo, ma non so come o perché. Non esito ad accettarle come veri. In effetti, so che sono vere”.

Nel cercare una spiegazione alla sua esperienza, Singh ritiene che debba esserci “una base neurale per questi fenomeni”. Approfondendo la questione, racconta come l’attivazione di regioni cerebrali come l’insula, la corteccia premotoria e il lobo parietale inferiore siano state tutte implicate nella generazione di esperienze mistiche durante la meditazione o sotto l’influenza di droghe psichedeliche. Il professor Singh ha anche osservato che tali cambiamenti nella sua stessa attività cerebrale sono stati molto probabilmente provocati da “uno stato confusionale tossico/indotto da farmaci”, ma allo stesso tempo sostiene che le conoscenze acquisite durante l’esperienza fossero valide e autentiche.

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