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Covid 19

Un nuovo spray nasale contro il Covid riduce dell’86% il rischio di infezione

Lo indicano i risultati preliminari della sperimentazione di fase 1 del vaccino spray CVXGA1 sviluppato dalla società americana Blue Lake Biotechnology.
A cura di Valeria Aiello
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Un crescente numero di ricerche sta indicando che l’arma di cui abbiamo bisogno per sconfiggere il Covid è un vaccino sotto forma di spray nasale. L’ultimo trial, in ordine di tempo, ad averlo confermato è la sperimentazione clinico di fase 1 del vaccino spray CVXGA1 sviluppato dalla società americana Blue Lake Biotechnology e dalla sua affiliata CyanVac, specializzate nello sviluppo di vaccini intranasali basati su un vettore virale, il virus parainfluenzale 5 (PIV5) che codifica per la proteina Spike del coronavirus Sars-Cov-2. Dopo gli studi preclinici che hanno dimostrato l’effetto protettivo della formulazione, i risultati preliminari della prima sperimentazione sull’uomo hanno indicato che quando lo spray è utilizzato come richiamo di primo ciclo vaccinale, riduce il rischio di infezione sintomatica dell’86% nei primi tre mesi dalla somministrazione.

Lo studio, che ha coinvolto 72 partecipanti di età compresa tra 18 e 55 anni che avevano già ricevuto almeno due dosi di un vaccino a mRNA, nonché adulti sani non vaccinati, è ancora in corso, ma i risultati preliminari sembrano essere molto promettenti. “Siamo rimasti piacevolmente sorpresi nel vedere indicazioni di un effetto protettivo in questo studio di fase 1 – ha affermato il dottor Biao He, fondatore e Ceo di Blue Lake Biotechnology – . Siamo entusiasti e incoraggiati da questo risultato e, attraverso la CyanVac, abbiamo presentato un protocollo alla Food and Drug Administration (FDA) degli Stati Uniti per avviare uno studio di fase 2 in cui non vediamo l’ora di valutare più a fondo l’immunogenicità del vaccino e di comprendere meglio la sua efficacia protettiva”.

I dati, rilasciati in occasione della BIO CEO and Investor Conference del 2023 di New York, mostrano che i partecipanti allo studio cui è stata somministrata una singola dose di vaccino intranasale hanno sviluppato un’ampia gamma di risposte immunitarie, comprese le risposte cellulari, della mucosa e mediata dagli anticorpi. In particolare, tra i soggetti per i quali finora sono disponibili i dati, oltre l’80% ha dimostrato un aumento delle risposte delle cellule T CD8+, che sono essenziali per eliminare le cellule infette e bloccare l’infezione.

I ricercatori stimano che il vaccino, quando utilizzato come dose booster, riduca il rischio di infezione sintomatica dell’86% nei primi 3 mesi dopo la vaccinazione, durante un periodo in cui le varianti Omicron erano i ceppi dominanti. La formulazione si è inoltre dimostrata ben tollerata in tutte le coorti di età, con effetti collaterali limitati o assenti e senza eventi avversi gravi valutati come correlati alla vaccinazione.

Come funziona il nuovo vaccino Covid in spray nasale testato negli Usa

Come premesso, CVXGA1 è un candidato vaccino anti-Covid in fase sperimentazione clinica basato sul virus parainfluenzale 5 (PIV5), un vettore a RNA che esprime la proteina Spike di SARS-CoV-2. Lo stesso vettore è utilizzato da decenni anche nei vaccini utilizzati per proteggere i cani dalla cosiddetta tosse dei canili, un’infezione altamente contagiosa, nota come tracheobronchite infettiva, che spesso si riscontra nelle strutture particolarmente affollate.

Una volta somministrato, il vaccino anti-Covid a vettore PIV5 si replica all’interno della cavità nasale per diversi giorni, a livelli sufficienti da innescare l’immunità della mucosa e risposte immunitarie cellulari che sono considerate fondamentali nella protezione contro l’infezione e la malattia, senza chiaramente far ammalare la persona. In altre parole, il vaccino si avvale del modo in cui il sistema respiratorio incontra e identifica gli agenti estranei, stimolando la risposta immunitaria che servirà poi a riconoscere ed eliminare il virus esattamente dove sarà necessario combatterlo, ovvero nelle mucose delle vie respiratorie che sono le prime ad essere esposte all’attacco di Sars-Cov-2.

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