Un nuovo buco si è formato nello Yellowstone in circostanze misteriose: è un monito per i visitatori

Nel Parco Nazionale di Yellowstone si è formato un nuovo buco, la cui “nascita” è avvolta da un sottile velo di mistero. Secondo gli studiosi dello US Geological Survey (il Servizio Geologico degli Stati Uniti) e dello Yellowstone Volcano Observatory che l'hanno identificato, infatti, la nuova struttura è emersa a seguito di un evento idrotermale, tuttavia una stazione di monitoraggio basata sugli infrasuoni non ha rilevato segnali “forti e inequivocabili” del fenomeno.
Secondo le immagini satellitari, la pozza piena di acqua azzurra fino al 19 dicembre 2024 non era ancora presente, ma risultava completamente formata il 13 febbraio di quest'anno. Secondo gli studiosi potrebbe essere originata a seguito di una serie di piccole esplosioni ripetute, che hanno dato vita a una depressione iniziale che man mano è collassata e si è allargata. Non a caso la stazione a infrasuoni ha catturato alcuni deboli segnali acustici provenire dalla direzione in cui si trova la nuova struttura, possibile spiegazione di una nascita sì esplosiva, ma "a tappe" e non in un unico, violento episodio. In nessun caso, comunque, sono stati rilevati segnali sismici, come ci si aspetterebbe da un'esplosione idrotermale.
A scoprire il nuovo cratere sono stati il geofisico Michael Poland dello US Geological Survey e il geologo Jeff Hungerford del Parco Nazionale di Yellowstone, durante un'ispezione al Norris Geyser Basin lo scorso 10 aprile. Si tratta di una delle aree più affascinanti e dinamiche dell'intero parco, a causa di temperature estreme, acidità e territorio in continua evoluzione a causa dei fenomeni geologici. Secondo gli esperti si tratta anche della regione più antica in assoluto dello Yellowstone, che si estende per circa 9.000 chilometri quadrati tra gli stati di Wyoming, Idaho e Montana. Più nello specifico, il nuovo buco è stato rilevato in un punto del Norris Geyser Basin noto come Porcelain Basin, a poca distanza da un boschetto chiamato “Tree Island”, come mostra l'immagine seguente.

La pozza idrotermale non è di grandi dimensioni; ha infatti un diametro di circa 4 metri ed è piena di acqua calda (circa 43 °C) di un azzurro intenso, ricchissima di silice. Questo composto, formato da silice e ossigeno (la formula chimica è SiO2), è tra i più comuni della Terra e lo si trova in molteplici elementi, come ad esempio sabbia, quarzo e rocce vulcaniche. Ha diversi usi industriali, ad esempio nella produzione del vetro e dei circuiti elettronici.

Il buco è circondato da rocce biancastre con un diametro massimo di circa 30 centimetri; secondo Poland e Hungerford sarebbero state espulse insieme a fango siliceo durante la formazione del cratere, che solo in un secondo momento si sarebbe riempito con l'acqua. Curiosamente, secondo gli esperti la buca potrebbe aver iniziato a formarsi proprio nel giorno di Natale, in base all'evoluzione evidenziata dalle immagini satellitari.

I ricercatori sottolineano che non c'è da stupirsi per la formazione di un nuovo cratere idrotermale al Parco di Yellowstone, a maggior ragione nell'area del Norris Geyser Basin, dove nuove strutture vengono catalogate di frequente. Resta tuttavia la curiosità anche per la sua formazione non immediata, legata probabilmente a piccole esplosioni. La sua formazione è anche un monito per i visitatori indisciplinati e temerari, che spesso abbandonano le passerelle per scattare fotografie e selfie, o magari per raggiungere luoghi "proibiti". I ricercatori sottolineano che il terreno del parco è instabile e potrebbero esserci zone con un crosta sottilissima e colme di fluidi bollenti, all'interno dei quali si potrebbe finire facilmente.
"Penso che sia un buon promemoria del perché è così importante restare sui sentieri segnalati e sulle passerelle quando si esplorano i bacini dei geyser di Yellowstone", ha spiegato il dottor Poland. "Il terreno è instabile e in alcuni punti appena sotto la superficie si trova molto vapore e acqua calda. Una persona potrebbe facilmente rompere una sottile crosta e cadere in fluidi bollenti abbandonando le passerelle".
Recentemente, grazie un pesantissimo camion in grado di innescare piccoli terremoti, i ricercatori hanno fatto una scoperta affascinante a 3,8 chilometri di profondità sotto il parco più antico del mondo. Hanno scovato infatti una specie di tappo composto da magma, sostanze volatili e acqua supercritica, in grado di tenere a bada pressione e calore sprigionati dalle profondità della Terra. Questa struttura riesce comunque a far passare dei fluidi attraverso canali, rocce porose e altri elementi, fungendo da valvola di sfogo. Di fatto, è un elemento che mantiene stabile il sistema e contribuisce a ritardare l'eruzione del supervulcano, che avrebbe effetti catastrofici a livello planetario.
Un altro studio ha tuttavia rilevato che il magma sotto lo Yellowstone sta confluendo verso una specifica zona, che potrebbe essere il luogo in cui si verificherà la prossima, violentissima eruzione. Il parco è recentemente balzato agli onori della cronaca internazionale anche per la comparsa della “malattia del cervo zombie”.