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Tumore del pancreas, sintomi e nuova cura per il carcinoma metastatico disponibile in Italia

Il tumore del pancreas è una malattia oncologica che colpisce alcune cellule pancreatiche, le cui cause non sono ancora conosciute: solo in Italia, si registrano circa 15.000 nuovi casi ogni anno. Ecco quali sono i sintomi, le cure e i nuovi trattamenti disponibili.
A cura di Valeria Aiello
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Il tumore del pancreas, nelle sue diverse forme, è una malattia oncologica che colpisce alcune cellule pancreatiche, su cui il recente caso di Sven-Goran Eriksson e, in precedenza, quelli di Fedez e Gianluca Vialli, continuano ad accendere l’attenzione mediatica. Si tratta di una neoplasia che si origina quando una o più alterazioni genetiche portano alcune cellule del pancreas a moltiplicarsi in maniera incontrollata, e a non terminare il loro ciclo di vita come e quando dovrebbero. Come detto, esistono diverse forme di cancro al pancreas, a seconda delle cellule colpite, ma il tipo più comune (rappresenta il 95% dei casi) è l’adenocarcinoma duttale, una neoplasia che si forma in seguito all’accumulo di cellule pancreatiche tumorali nei dotti che trasportano gli enzimi digestivi prodotti dall’organo.

Ad oggi, le cause dei tumori del pancreas non sono ancora note: si conoscono però alcuni fattori di rischio (fumo, diabete, pancreatite cronica e familiarità tra i principali) che aumentano la probabilità di sviluppare la malattia, la quale, quando in fase iniziale, non provoca particolari sintomi che possano far sospettare la sua presenza. Ogni anno, solo in Italia, si registrano 15.000 nuovi casi, di cui circa la metà in fase metastatica.

Quali sono i sintomi del tumore al pancreas

I tumori del pancreas, quando nelle fasi iniziali, non provocano sintomi particolari. Per questo motivo, si tratta di neoplasie di difficile diagnosi nello stadio iniziale (solo il 7% dei casi viene diagnosticato quando il tumore è nelle prime fasi) e che, quando scoperte, spesso si trovano in una fase già avanzata.

I sintomi possono infatti essere aspecifici (come dolore all’addome o alla schiena) e non manifestarsi fino a quando la malattia non si diffonde ad altri organi, ovvero quando l’adenocarcinoma del pancreas è in metastasi.

Un sintomo precoce di neoplasia del pancreas – spiegano gli esperti di Humanitasè la comparsa improvvisa di diabete, specie in assenza di familiarità per questa malattia, mentre uno dei sintomi con cui si manifesta il tumore del pancreas è l’ittero, ossia il colorito giallo della cute e degli occhi, che compare quando la bilirubina, una sostanza normalmente prodotta dal fegato che passa attraverso il pancreas per riversarsi nell’intestino, si accumula nel sangue”.

Altri campanelli d’allarme di questo tipo di tumori possono essere la perdita di peso improvvisa, l’inappetenza, l’affaticamento e i cambiamenti nelle abitudini intestinali, tutti sintomi che rientrano tra i segni sospetti del cancro e che, quando riconosciuti in tempo, possono fare un’enorme differenza, dal momento che le possibilità di cura sono tanto maggiori quanto meno avanzata è la malattia all’inizio del trattamento.

Come si cura il tumore del pancreas

Il trattamento del tumore del pancreas dipende essenzialmente dal tipo e dallo stadio della malattia, quindi dalla presenza o meno di metastasi, ovvero dalla sua diffusione ad altri organi. Le possibili terapie includono la chirurgia (resezione pancreatica, nei casi in cui è possibile asportare il tumore), la chemioterapia (indicata in diverse fasi della malattia) e la radioterapia (in associazione o meno alla chemioterapia, quando il paziente non può essere sottoposto all’intervento chirurgico).

La chemioterapia, in particolare, può essere indicata in diverse fasi della malattia. “Nelle forme non trattabili chirurgicamente, ma non metastatiche, la chemioterapia viene somministrata per ridurre le dimensioni del tumore con l’obiettivo di renderlo operabile, mentre nei pazienti già candidati alla chirurgia, talvolta, il trattamento chemioterapico pre-operatorio viene somministrato per eliminare cellule tumorali che potrebbero essersi diffuse al di fuori del pancreas – precisano gli oncologi di Humanitas – . Dopo l’intervento, la chemioterapia, somministrata in alcuni casi in associazione alla radioterapia, ha l’obiettivo di ridurre il rischio di recidiva del tumore del pancreas, mentre nei tumori in fase avanzata e metastatica, ha lo scopo di rallentare l’evoluzione della malattia”.

I farmaci per il tumore del pancreas

Il farmaco maggiormente utilizzato per la cura del tumore del pancreas è la gemcitabina, un chemioterapico di prima linea impiegato per il trattamento di diverse neoplasie, come il cancro del polmone non a piccole cellule, oltre al carcinoma del pancreas. Agisce bloccando la creazione di nuovo DNA (appartiene alla famiglia degli analoghi nucleosidici) ed è in grado di distruggere le cellule contro cui è diretto. La gemcitabina può essere utilizzata da sola o in associazione con altri farmaci antitumorali, come nab-paclitaxel, fluoroderivati, derivati del platino (oxaliplatino) e irinotecano.

L’irinotecano, in particolare, è stato recentemente oggetto di una riclassificazione in Italia, che ha reso disponibile questo farmaco come trattamento di seconda linea per il tumore del pancreas in fase avanzata.

Cos'è l'irinotecano liposomiale pegilato (Onivyde), la nuova cura disponibile in Italia

L’irinotecano, nella formulazione liposomiale pegilato (Nal-IRI) – Onivyde  pegylated liposomal – è, ad oggi, il primo e unico farmaco approvato in Italia per il trattamento dell’adenocarcinoma metastatico del pancreas negli adulti in cui il tumore è peggiorato nonostante il trattamento con gemcitabina: si tratta quindi di un farmaco di seconda linea, impiegato in associazione con fluorouracile e leucovorina (folinato), che basa la sua azione sulla nanotecnologia liposomiale, ovvero su vescicole lipidiche (liposomi) che contengono il principio attivo (irinotecano) e che si accumulano in modo preferenziale nel tessuto tumorale.

Tali caratteristiche favoriscono “un miglioramento e un aumento della distribuzione del farmaco proprio all'interno dei tessuti tumorali” evidenziano gli specialisti, indicando come la scarsa vascolarizzazione di questi stessi tessuti, che contraddistingue l’adenocarcinoma pancreatico metastatico e limita la quantità di farmaco che riesce a raggiungere le cellule tumorali, possa così essere aggirata da Nal-IRI, ottenendo il massimo dell’efficacia antitumorale. Tale efficacia è stata dimostrata nell’ambito dello studio di fase III NAPOLI-1, che ha documentato un miglioramento statisticamente significativo della sopravvivenza mediana, aumentata da 4,2 a 6,1 mesi rispetto alla sola associazione fluorouracile/leucovorina, con una riduzione del rischio di morte del 33%.

Negli Stati Uniti, l’irinotecano liposomiale pegilato è stato recentemente approvato anche come trattamento di prima linea per l’adenocarcinoma pancreatico metastatico negli adulti, in combinazione con oxaliplatino, fluorouracile e leucovorina, sulla base dei più recenti risultati dello studio clinico di fase III NAPOLI 3, per cui non è escluso che ulteriori indicazioni possano arrivare in Europa, da parte dell'Agenzia Europea per i medicinali, e quindi in Italia, dove i vantaggi dell’irinotecano liposomiale pegilato sono inoltre stati evidenziati anche in uno studio nel mondo reale, su pazienti trattati presso 11 centri oncologici dislocati su tutto il territorio nazionale.

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