video suggerito
video suggerito

Talco e rischio cancro: Johnson & Johnson condannata a pagare 40 milioni di dollari in un nuovo processo

Una giuria di Los Angeles ha condannato la casa farmaceutica Johnson & Johnson a versare 40 milioni di dollari a due donne affette da cancro alle ovaie. Le due hanno usato talco per decenni e hanno accusato l’azienda di aver tenuto nascosti i rischi per la salute. Si tratta dell’ultimo contenzioso legale fra le decine di migliaia che associano il talco al rischio di tumori. Il colosso farmaceutico ricorrerà in appello.
A cura di Andrea Centini
0 CONDIVISIONI
Immagine

Il colosso farmaceutico statunitense Johnson & Johnson è stato condannato da una giuria della Corte Superiore della California di Los Angeles (Stati Uniti d'America) a pagare 40 milioni di dollari a due donne colpite da cancro alle ovaie. Monica Kent e Deborah Schultz, come riportato dal Guardian, prima di ammalarsi hanno utilizzato per decenni il talco dell'azienda, prodotto accusato dalle due di essere il responsabile della loro condizione. Hanno così deciso di portare in tribunale la casa farmaceutica, sostenendo che fosse a conoscenza da molti anni dei rischi di cancerogenicità del talco e ciò nonostante i consumatori non sono stati avvisati. La giuria californiana ha dato ragione alle donne condannando Johnson & Johnson a versare loro la cospicua somma di denaro, 22 milioni di dollari alla signora Kent e 18 alla signora Schultz e a suo marito. Gli avvocati di Johnson & Johnson hanno immediatamente impugnato la sentenza e ricorreranno in appello, fiduciosi di ribaltare la decisione “come solitamente accade con i verdetti avversi anomali”.

Questo, in sintesi, è il racconto dell'ultimo contenzioso legale – sono decine di migliaia – tra la multinazionale americana e persone affette da cancro che hanno utilizzato in passato il talco. In sentenze precedenti la società era stata già condannata a versare cifre cospicue: tra i verdetti balzati agli onori della cronaca, ad esempio, vi è una sentenza di una giuria di St. Louis del 2018 nella quale Johnson & Johnson è stata condannata a versare 4,7 miliardi di dollari a 22 donne. Nel giugno del 2024 il procuratore generale di New York ha annunciato che la società ha raggiunto un accordo con decine di Stati per un versamento di 700 milioni di dollari, nel quale è comunque sottolineato che non è stato commesso alcun illecito da parte dell'azienda. Il mese prima Johnson & Johnson aveva proposto un piano che prevedeva un versamento di 6,5 miliardi di dollari al fine di chiudere la stragrande maggioranza dei contenziosi con le numerose ricorrenti.

La base dei procedimenti legali è sempre la stessa: aver sviluppato un cancro – come il mesotelioma o il carcinoma ovarico – a seguito dell'utilizzo prolungato del talco, che secondo l'accusa sarebbe stato contaminato da amianto (più nello specifico asbesto crisotile). Un'inchiesta giornalistica condotta dalla Reuters nel 2018 ha riportato che la casa farmaceutica sarebbe stata a conoscenza dei rischi del talco sin dagli anni '60, ma Johnson & Johnson ha sempre negato le accuse, sottolineando la sicurezza dei propri prodotti. Nel 2020 ha comunque cessato la vendita del talco in Nord America e a partire dal 2023 lo ha ritirato in tutto il mondo, sostituendo il prodotto con l'amido di mais.

Il talco è stato dichiarato “probabilmente cancerogeno” dall’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC) a luglio dello scorso anno, dunque è stato inserito nel Gruppo 2A in compagnia di carni rosse, glisofato e bitumi. Non si tratta dunque di un prodotto sicuramente cancerogeno per l'essere umano (gruppo 1) alla stregua del fumo di sigaretta, delle carni lavorate e dell'esposizione ai lettini abbronzanti, che un nuovo studio ha associato al rischio triplo di melanoma. È una differenza significativa, dovuta al fatto che le evidenze sulla cancerogenicità del talco sono legate principalmente a studi di associazione che non fanno emergere rapporti di causa – effetto. "Alla base della probabile cancerogenicità – ha spiegato l'oncologo Camillo Porta a Fanpage.it – c'è la capacità del talco di indurre uno stato di infiammazione cronica, che costituisce uno dei fattori più pericolosi per la salute umana, non solo per il rischio tumori.

Per quanto concerne il cancro alle ovaie, ad esempio, la IARC indica che ci sono “prove limitate” che il talco possa provocare il carcinoma ovarico nelle persone, “sufficienti” nei topi e “forti” nei test condotti su cellule umane in coltura. Per quanto riguarda il mesotelioma, la malattia sarebbe in parte legata alla potenziale presenza di amianto nella polvere di talco a seguito della lavorazione. “Numerosi studi hanno dimostrato costantemente un aumento dell’incidenza del cancro ovarico nelle persone che auto-segnalano l'uso di polvere per il corpo nella regione perineale. Sebbene la valutazione si sia concentrata sul talco non contenente amianto, nella maggior parte degli studi non è stato possibile escludere la contaminazione del talco con amianto negli umani esposti”, spiega la IARC su questo controverso dettaglio.

È proprio alla luce del nesso probabile (ma non certo) tra l'esposizione al talco e il rischio di cancro che si sono succedute sentenze con esiti contrapposti nei diversi gradi di giudizio, con la casa farmaceutica che continua a negare il nesso causale tra i tumori e l'uso del prodotto e decine di migliaia di clienti che sostengono di essersi ammalati a causa dell'uso prolungato. Il contenzioso resta ancora aperto in numerose giurisdizioni. È doveroso sottolineare che i prodotti a base di talco attualmente commercializzati non contengono tracce di amianto perché il composto è estratto da miniere in cui l'agente cancerogeno non è presente.

0 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views