Studio rivela che ogni giorno inaliamo quantità spaventose di microplastiche, a casa e in auto: i rischi

I ricercatori hanno determinato che ogni giorno inaliamo in media oltre 70.000 particelle di microplastiche, la maggior parte delle quali così piccole – tra 1 e 10 micrometri – da poter penetrare nei polmoni. Il dato è particolarmente inquietante poiché molto superiore rispetto a quelli emersi da precedenti indagini. A rilevare la quantità di plastica inalata quotidianamente un nuovo studio pubblicato sull'autorevole rivista scientifica PloS ONE, nel quale sono stati indagati i livelli di microplastiche cui siamo esposti in luoghi chiusi come case e automobili.
Non è ancora chiaro quali possano essere gli effetti sulla salute (a lungo termine) dovuti all'esposizione di microplastiche e nanoplastiche, onnipresenti a causa della frammentazione dell'enorme quantità di materiale plastico che produciamo, tuttavia la plastica è stata rilevata praticamente in ogni organo e tessuto del nostro organismo, con conseguenze potenzialmente molto severe. Un recente studio condotto da scienziati cinesi della Facoltà di Scienze Ambientali e delle Risorse dell'Università di Agraria e Forestale dello Zhejiang, ad esempio, ha rilevato che l'ingestione e l'inalazione della plastica innescano ossidazione, infiammazione, suicidio cellulare e neurodegenerazione, con danni e lesioni riscontrati in molteplici patologie, dal cancro alla trombosi, fino alle malattie cardiovascolari. Potrebbero esserci effetti anche sulla fertilità, considerando la presenza delle microplastiche nel liquido seminale e negli organi genitali.
A determinare che inaliamo mediamente oltre 70.000 microplastiche al giorno è stato un team di ricerca francese guidato da scienziati della sezione Geoscienze Ambiente Tolosa – CNRS/IRD dell'Università di Tolosa, che hanno collaborato a stretto contatto con i colleghi del Centro di ricerca sulla biodiversità e l'ambiente. I ricercatori, coordinati dalla professoressa Nadiia Yakovenko, sono giunti alle loro conclusioni dopo aver raccolto campioni di aria sospesa in case e automobili, sottoponendoli a una tecnica di laboratorio chiamata spettrometria di Raman. Con questa analisi è possibile determinare struttura molecolare e composizione chimica dei campioni sottoposti al test. Dall'indagine è emerso che la concentrazione media di microplastiche sospese in un metro cubo di aria era pari a 528 negli ambienti interni degli edifici e ben 2.238 all'interno delle auto. I polimeri plastici più rilevati erano il polietilene (PE) e la poliammide (PA), rispettivamente nelle case e nelle macchine.
La stragrande maggioranza delle particelle di microplastiche (dal 94 al 97 percento) era composto da frammenti tra 1 e 10 micrometri, mentre il restante tra 10 e i 300 micrometri. Ricordiamo che le micropastiche sono tutti i frammenti di plastica con dimensioni comprese tra 1 micrometro e 5 millimetri, mentre sotto il micrometro (1 milionesimo di metro) si parla di nanoplastiche. Incrociando tutti i dati è stato determinato che ogni giorno una persona può inalare una media di 3.200 microplastiche fra 10 e 300 micrometri, mentre quelle tra 1 e 10 micrometri arrivano a arrivano a 68mila, per un totale di oltre 70.000 microplastiche inalate al giorno. Come indicato, si tratta di un valore più elevato di quello riscontrato da indagini precedenti, che si erano concentrate principalmente su frammenti plastici più grandi. Le microplastiche più piccole rappresentano il problema più serio perché possono penetrare in profondità nell'apparato respiratorio e accumularsi negli alveoli polmonari, dove possono innescare infiammazione e altre condizioni.
Un precedente studio condotto da scienziati australiani dell'Università della Tecnologia di Sydney aveva rilevato che ogni settimana inaliamo diversi microgrammi di plastica al giorno, mentre un altro altro studio dell'Università di Newcastle e del WWF aveva rilevato che ne ingeriamo circa 250 grammi all'anno, quanto un abbondante piatto di pasta. Non c'è da stupirsi della quantità di microplastiche rilevata nel cervello, pari a quella contenuta in un cucchiaino, con effetti potenzialmente devastanti, considerando il rischio coaguli rilevato da un altro studio. I dettagli della nuova ricerca “Human exposure to PM10 microplastics in indoor air” sono stati pubblicati su PloS ONE.