Straordinario fossile di rettile preistorico trovato in Svizzera: il lariosauro ha ancora la pelle

Il fossile di un rettile acquatico preistorico in uno stato di conservazione eccezionale è stato scoperto sul Monte San Giorgio, uno dei siti paleontologici più importanti al mondo grazie alla qualità dei reperti che vi si possono trovare (in particolare pesci e rettili marini). Non a caso questo luogo, a cavallo tra l'Italia e la Svizzera, è stato inserito tra i patrimoni dell'UNESCO. Il rettile recuperato è un esemplare di Lariosaurus valceresii, un notosauro eosauropterigio vissuto nel Triassico medio, ben 240 milioni di anni fa.

A rendere straordinario questo fossile è la preservazione della pelle praticamente su tutto il corpo, che permette di osservare la silhouette completa dell'animale e la presenza di mani e piedi palmati. È la prima volta che viene trovato un lariosauro – che significa letteralmente lucertola del lago Lario – con tessuti molli, nonostante in passato siano stati trovati fossili in eccellente stato di conservazione, come l'esemplare CMISN 500 recuperato dalla formazione Kalkschieferzone a Ca' del Frate. Tutti gli esemplari di Lariosaurus valceresii sono stati recuperati sul versante italiano del gruppo montuoso del Monte San Giorgio, ad eccezione di quest'ultimo che è stato rinvenuto in quello svizzero, nel Canton Ticino.

A descrivere l'esemplare di lariosauro ottimamente conservato sono stati i tre ricercatori italiani Silvio Renesto (Dipartimento di Scienze Teoriche ed Applicate dell'Università degli Studi dell'Insubria), Cinzia Ragni (Dipartimento Scienze della Terra dell'Università di Torino) e Fabio Magnani (Museo cantonale di Storia Naturale di Lugano). Il fossile dell'antichissimo rettile è stato recuperato durante una spedizione condotta dai ricercatori del Museo cantonale di Storia Naturale di Lugano nel 2023. Più precisamente, è stato trovato nella Kalkschieferzone del tardo Ladinico sita nella valle del fiume Gaggiolo, la cosiddetta Val Mara non distante da Meride (un quartiere di Mendrisio nel Canton Ticino). Questa formazione geologica risalente al Triassico medio è infatti nota come Calcare di Meride.
L'esemplare, catalogato con il codice MCSN 8713, è stato recuperato e trasferito presso il museo di Lugano (alcune analisi sono state effettuate anche a Milano). Il lariosauro non era un animale di grandi dimensioni – la lunghezza non superava il metro – tuttavia era comunque un abilissimo predatore acquatico. Dalle analisi del nuovo fossile è stato determinato che aveva una muscolatura robusta agli arti anteriori, che gli consentiva un nuoto agile e rapido simile a quello delle foche, caratterizzato da scatti repentini. In precedenza si pensava che la propulsione fosse principalmente legata all'ondulazione della coda (un po' come le iguane delle Galapagos).

Lo scheletro è praticamente completo, ad eccezione di alcuni danni rilevati sul cranio e lo spostamento di alcune vertebre caudali. La pelle, come indicato, è presente su tutto il corpo come una "pellicola di carbonio", che permette di osservare anche i dettagli delle squame. Sono di forma sub-rettangolare e a due a tre volte più larghe che lunghe, spiegano Renesto e colleghi nello studio. Inoltre non sono embricate (cioè sovrapposte) come avviene nelle lucertole ma affiancate come accade nei coccodrilli. Dai dettagli della pelle i ricercatori hanno determinato che mani e piedi erano palmati e le dita non avevano artigli. Queste ultime erano “completamente immerse nella membrana” e sporgenti, pertanto l'arto non aveva l'aspetto a pinna, come ad esempio quelle di un plesiosauro, un altro rettile preistorico.
Nel Mesozoico non esistevano solo i dinosauri, ma erano presenti numerosi gruppi di rettili che popolavano acqua, terra e aria. Il mosasauro reso popolare da Jurassic World, ad esempio, non era un dinosauro marino, così come non lo erano lo pterodattilo, il quetzalcoatlus e altri rettili volanti appartenenti al gruppo degli pterosauri. Lo splendido fossile del lariosauro è oggi conservato presso il Museo cantonale di storia naturale di Lugano. La ricerca “The first specimen with skin preserved of Lariosaurus (Eusauropterygia) from the Middle Triassic of Monte San Giorgio (Switzerland) allows inferences about its swimming method” è stata pubblicata sulla rivista scientifica specializzata Swiss Journal of Palaeontology.