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Straordinari ritratti a colori di mummie scoperti in Egitto

Dal sito di scavi di Gerza, in Egitto, sono emersi due incredibili ritratti di mummie a colori. Sono tra i dipinti dell’antichità più dettagliati in assoluto.
A cura di Andrea Centini
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Uno dei ritratti rinvenuti. Credit: Ministero del Turismo e delle Antichità dell'Egitto
Uno dei ritratti rinvenuti. Credit: Ministero del Turismo e delle Antichità dell'Egitto

In Egitto sono stati scoperti due reperti archeologici straordinari, di un genere che non si rinveniva da oltre un secolo. Si tratta infatti di due magnifici ritratti di mummie a colori, ottimamente conservati e ricchissimi di dettagli. Sono stati scoperti nel sito di scavi di Gerza a Fayoum, un'oasi a circa 120 chilometri dal Cairo, durante la decima missione condotta sul posto. Ad annunciare in un comunicato stampa la scoperta dei preziosi manufatti il Ministero del Turismo e delle Antichità dell'Egitto, che pubblica con costanza aggiornamenti relativi al meraviglioso patrimonio archeologico del Paese arabo.

I ritratti sono stati rinvenuti in un grande edificio funerario utilizzato sia nel periodo tolemaico che in quello romano, in un intervallo di tempo di circa 700 anni, tra il 300 avanti Cristo e il 390 dopo Cristo. In questa località, fondata dal re Tolomeo II (309 – 246 a.C.) e noto con il nome di “Philadelphia”, si ergeva uno spettacolare paesaggio bucolico dedicato alla coltivazione di numerosi prodotti alimentari. Qui vissero a lungo sia greci che egiziani. All'interno della struttura, oltre ai due ritratti delle mummie, sono state trovate bare di diversa tipologia (anche fatte di mattoni di fango), mummie, papiri, statue, ceramiche e altri reperti. Fra essi anche statua in terracotta della dea della fertilità e dell'amore Iside-Afrodite, trovata all'interno di una bara di una giovane greca.

Credit: Ministero del Turismo e delle Antichità dell'Egitto
Credit: Ministero del Turismo e delle Antichità dell'Egitto

Come spiegato dal dottor Mostafa Waziri, il segretario generale del Consiglio supremo delle antichità, ciò che è stato scoperto nel sito “illustra la diversità e la differenza nell'accuratezza e nella qualità del processo di imbalsamazione durante l'era tolemaica e romana, che indica il livello economico del defunto, partendo dall'imbalsamazione di alta qualità fino alle sepolture semplici”. Sono state infatti trovate mummie finemente imbalsamate, mentre altri corpi sono stati sepolti senza alcun tipo di trattamento, un evidente segnale del differente status sociale. I ritratti erano naturalmente associati ai più ricchi e altolocati, cui erano destinati i “servizi funebri” più fastosi. Come indicato, non venivano trovati reperti di questo genere da oltre un secolo, ovvero da quando l'archeologo britannico Flinders Petrie non fece emergere i primi più di 115 anni fa. Sono conosciuti anche come "ritratti di Fayoum" poiché in quest'oasi ne è stato trovato il maggior numero. L'archeologo ne recuperò ben 146 da un cimitero romano nel 1911; sono tra i dipinti dell'antichità meglio conservati in assoluto, come mostra l'esemplare mostrato sulla pagina Instragram dell'Oriental Institute dell'Università di Chicago.

Il responsabile del progetto di ricerca Ancient Philadelphia Excavation, l'archeologo Basem Gehad, ha spiegato ad Artnet News che la maggior parte di questi preziosi ritratti di mummie è finita nelle mani del collezionista d'arte e imprenditore austriaco Theodor Graf, che aveva numerosi musei in Occidente e clienti facoltosi. Ma i due appena scoperti resteranno in Egitto per essere studiati a fondo e poi esposti in musei locali. La speranza degli archeologi è che possano emergerne altri reperti simili dal medesimo sito di scavo.

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