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Stazione Spaziale Internazionale al massimo della capacità: gli otto porti di attracco sono tutti occupati

Per la prima volta nei suoi 25 anni di storia, la Stazione Spaziale Internazionale (ISS) ha tutti gli otto porti di attracco occupati. Un traguardo tecnico senza precedenti mentre la ISS si avvicina al 2030.
A cura di Valeria Aiello
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La Stazione Spaziale Intetrnazionale (ISS) resterà operativa fino al 2030 / Credit: NASA
La Stazione Spaziale Intetrnazionale (ISS) resterà operativa fino al 2030 / Credit: NASA

La Stazione Spaziale Internazionale (ISS) ha raggiunto per la prima volta, in 25 anni di attività, la sua massima capacità operativa: tutti gli otto porti di attracco sono ora occupati. La NASA ha confermato il traguardo dopo il riattacco del cargo Cygnus XL al modulo Unity, un’operazione coordinata tra NASA, Northrop Grumman e Roscosmos per garantire l’arrivo della Soyuz MS-28 con equipaggio.

La Stazione Spaziale Internazionale ospita attualmente otto veicoli spaziali: due SpaceX Dragon (Crew e Cargo), il nuovo cargo giapponese HTV-X1, Cygnus XL, due Progress russe e due navicelle Soyuz. Una configurazione così affollata non si era mai verificata e richiede una gestione precisa di energia, assetto, logistica e ridondanze, soprattutto mentre la ISS entra negli ultimi cinque anni di vita operativa prima del rientro previsto intorno al 2030.

Il riattacco di Cygnus XL, avvenuto tramite il braccio robotico Canadarm2 azionato dal Mission Control Center di Houston, è stato necessario per liberare in sicurezza il corridoio di volo destinato alla Soyuz MS-28. Cygnus XL resterà attraccato fino a marzo 2026, quando è previsto che sarà caricato e sganciato con circa 5.000 kg di rifiuti e materiali non necessari, bruciando al rientro nell’atmosfera terrestre.

A bordo della Stazione Spaziale Internazionale, l’equipaggio della Expedition 73 è attualmente composto da dieci membri – con il recente arrivo dei cosmonauti Sergey Kud-Sverchkov e Sergei Mikayev e l’astronauta NASA Christopher Williams della Soyuz MS-28. L’equipaggio tornerà a sette membri l’8 dicembre, diventando l’Expedition 74 con il rientro sulla Soyuz MS-27 dei cosmonauti Sergey Ryzhikov e Alexey Zubritsky e l’astronauta NASA Jonny Kim, che si lasceranno paracadutare in Kazakistan.

Il record di capacità operativa per la ISS arriva in un momento particolarmente complesso per il segmento russo: il crollo di una struttura della rampa di lancio di Baikonur, utilizzata l’invio di equipaggio e cargo verso la ISS, ha infatti provocato danni a componenti della piattaforma e ha avviato ispezioni tecniche sull’infrastruttura, oltre a verifiche sui tempi e sulle procedure di lancio.

Roscosmos sta valutando riparazioni e la disponibilità di pezzi di ricambio; la portata delle verifiche e del ripristino della rampa determinerà la finestra utile per i prossimi lanci Soyuz e le missioni cargo russe.

Tuttavia, un portavoce della NASA ha dichiarato a The Register che, al momento, la stazione di Baikonur mantiene “adeguate capacità di rilancio e controllo dell’assetto” e non sono previsti impatti immediati sulle operazioni della ISS.

Gli otto porti di attracco alla Stazione Spaziale Internazionale occupati: perché questo record è così raro

Avere tutti gli otto porti di attracco occupati è un evento eccezionale per la Stazione Spaziale Internazionale, perché richiede la coincidenza di molte variabili tecniche e operative: rotazioni degli equipaggi, finestre di lancio, logistica dei rifornimenti e sincronizzazione tra agenzie spaziali con esigenze e calendari differenti.

In questa configurazione, la ISS ospita:

  • 2 veicoli SpaceX Dragon (Crew-11 e CRS-33 Cargo)
  • 1 cargo Cygnus XL di Northrop Grumman
  • 1 HTV-X1 della JAXA
  • 2 Progress russe per rifornimenti (Progress 92 e 93)
  • 2 Soyuz per equipaggio (Soyuz MS-27 e Soyuz MS-28)
La configurazione della Stazione Spaziale Internazionale con gli otto porti di attracco tutti occupati / Credit: NASA
La configurazione della Stazione Spaziale Internazionale con gli otto porti di attracco tutti occupati / Credit: NASA

L’affollamento dell’avamposto è legato a un periodo particolarmente intenso di attività scientifiche e a un calendario di rientri e arrivi ravvicinati. Allo stesso tempo, i danni alla rampa di Baikonur stanno richiedendo ispezioni e valutazioni tecniche sull’infrastruttura di lancio, danneggiata dopo il decollo della Soyuz MS-28. Roscosmos sta accertando la necessità di interventi e la disponibilità di pezzi di ricambio. Di conseguenza, alcune missioni previste potrebbero subire ritardi se le riparazioni richiederanno tempo o se si dovrà gestire una riconfigurazione dei calendari di lancio.

Le ricadute operative potrebbero avere un impatto immediato sul lancio del cargo Progress MS-33, previsto per il 21 dicembre, e resta incerto anche il volo con equipaggio Soyuz MS-29, previsto per luglio 2026, le cui date dipenderanno dall’esito delle riparazioni o dalla disponibilità di un sito di lancio alternativo. In parallelo, la NASA sta valutando l’ingresso operativo del Boeing Starliner entro il 2026, un’opzione che ridurrebbe la dipendenza dalla Soyuz per il trasporto degli equipaggi statunitensi.

Con l’avvicinarsi della fine del programma ISS nel 2030, questo traguardo tecnico offre uno sguardo sulla complessità crescente delle operazioni internazionali e sul ruolo cruciale della coordinazione tra partner per mantenere la piattaforma scientifica pienamente operativa.

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