video suggerito
video suggerito

Squalo arancione nel Mar dei Caraibi, esperto a Fanpage.it: “Non è IA, ma uno spettacolo della Natura”

In questi giorni stanno girando sulla rete le immagini di uno squalo arancione, che in un periodo dominato dalle creazioni – spesso assurde – con l’intelligenza artificiale (IA) sono state accolte con un certo scetticismo. In realtà si tratta di un vero animale affetto da una rarissima condizione genetica chiamata albino-xantismo. Come ci ha spiegato l’ecologo marino Andrea Bonifazi, si tratta di una scoperta significativa non solo per il colore.
Intervista a Andrea Bonifazi
Ecologo marino, scrittore e fondatore della pagina "Scienze Naturali"
A cura di Andrea Centini
0 CONDIVISIONI
Lo squalo arancione avvistato nel Mar dei Caraibi. Credit: Garvin Watson / Parismina Domus Dei
Lo squalo arancione avvistato nel Mar dei Caraibi. Credit: Garvin Watson / Parismina Domus Dei

Nel Mar dei Caraibi, innanzi alla costa del Costa Rica, durante una battuta di pesca sportiva organizzata da Parisima Domus Dei un gruppo di professionisti si è imbattuto in un pesce straordinario: uno squalo arancione. L'animale, dopo essere stato catturato, è stato fotografato dai presenti e poi nuovamente liberato nel Mare Caraibico, che è parte dell'Oceano Atlantico. Incuriositi dall'insolito incontro, i pescatori hanno deciso di contattare alcuni biologi marini affinché potessero identificare il protagonista degli scatti; da qui è nato uno studio ad hoc che è stato recentemente pubblicato sulla rivista scientifica specializzata “Marine Biodiversity”.

Gli esperti, dopo aver visionato le immagini, hanno sentenziato che si trattava sicuramente di uno squalo nutrice (Ginglymostoma cirratum), affetto da una rarissima condizione genetica chiamata albino-xantismo che combina albinismo e xantismo. Il primo, ben più noto, è determinato dalla totale assenza di sintesi di melanina a causa di mutazioni nei geni legati alla tirosinasi, l'enzima responsabile della sua produzione. La melanina, di colore scuro, è il pigmento cui si deve il colore di pelle, occhi, capelli, peli, squame, scaglie, unghie e via discorrendo. La sua completa assenza determina appunto albinismo, che negli animali sfocia ad esempio nella pelle completamente bianca (come nel caso della famosa megattera Migaloo). Un dettaglio significativo dell'albinismo risiede nel fatto che manca anche la pigmentazione dell'iride, determinando il tipico colore rosato degli occhi, dovuto alla presenza dei vasi sanguigni della retina. Lo xantismo, d'altro canto, è una condizione genetica ancor più rara nella quale si determina una sovraespressione di pigmenti gialli (xanthos dal greco significa giallo), che sfocia appunto in una colorazione della pelle tendente al giallo o all'arancione.

Nel caso dell'insolito squalo nutrice, catturato nei pressi del Tortuguero National Park a 37 metri di profondità, è stata confermata la presenza della doppia condizione a causa della mancanza di melanina negli occhi. È una combinazione talmente rara che negli animali marini era stata documentata soltanto un'altra volta, in un esemplare di razza maculata (Raja montagui) avvistata nel Mare d'Irlanda alcuni anni fa. Questo caso è stato descritto nell'articolo “Albino xanthochromic Homelyn Ray Raja montagui Fowler, 1910 (Elasmobranchii: Batoidea) from the Irish Sea” presente su Research Gate.

A descrivere il caso dello squalo nutrice arancione è stato invece un team di ricerca internazionale composto da scienziati dell'Istituto di Oceanografia dell'Università Federale del Rio Grande (Brasile), dell'Università Nazionale Sperimentale “Rómulo Gallego” (Venezuela) e del Centro di soccorso per le specie marine in via di estinzione del Costa Rica. I ricercatori, coordinati dal dottor Marioxis Macías-Cuyare, hanno specificato che in questa specie erano già state documentate diverse condizioni genetiche in grado di alterare la tipica colorazione marroncina, come albinismo, piebaldismo e ipomelanosi, tuttavia questo è stato il primo caso in assoluto di albino-xantismo, non solo per lo squalo nutrice ma per tutto il Mar dei Caraibi.

Sebbene l'incontro col pesce cartilagineo sia avvenuto lo scorso anno, le foto scattate da Garvin Watson e Pablo Solano sono diventate virali soltanto in questi giorni grazie alla pubblicazione dello studio scientifico. Le immagini sono così surreali che alcuni le hanno scambiate per creazioni dell'intelligenza artificiale, ma come ci ha ribadito anche l'ecologo marino Andrea Bonifazi sono assolutamente reali. “Una strana notizia sta impazzando sui social, un ambiente virtuale in cui, ormai, è più facile imbattersi in immagini false che in foto vere. La Natura, però, sa regalarci spettacoli che vanno oltre ogni immaginazione e questo squalo arancione ne è l'emblema”, ha affermato il ricercatore a Fanpage.it.

A rendere così speciale questo pesce non è soltanto il colore insolito, ma anche il fatto che sia giunto all'età adulta, considerando la lunghezza di 2 metri al momento della cattura. “Una colorazione del genere è spesso un gustoso richiamo per i predatori – evidenzia Bonifazi – rendendo impossibile all'animale che ne è affetto di nascondersi. In questo caso, probabilmente a causa di una ridotta pressione predatoria in quell'area, lo squalo ha raggiunto queste dimensioni”. Lo stesso discorso vale anche per l'albinismo e il leucismo, che impediscono di fatto il mimetismo criptico e quindi rende facili bersagli per i predatori. Sono comunque noti diversi casi di animali adulti albini o leucististici (albinismo incompleto), in particolar modo tra specie grandi e sociali come i cetacei, ad esempio megattere – come il sopracitato caso di Migaloo -, orche e grampi, dove anche il supporto del gruppo famigliare aiuta a difendersi da eventuali minacce.

Certo uno squalo arancione rappresenta una scoperta di notevole significato, che apre le porte a interessanti sviluppi dal punto di vista della ricerca. “Questo straordinario rinvenimento evidenzia come i mari siano ancora tutti da scoprire, potendoci regalare specie e adattamenti che vanno oltre ogni immaginazione. Gli stessi ricercatori che hanno pubblicato il lavoro hanno evidenziato come ulteriori studi saranno necessari per indagare a fondo i potenziali fattori sia genetici che ambientali che potrebbero aver originato questa rara ed anomala pigmentazione. Insomma, non si tratta solo di uno strano ‘squalo colorato', ma di uno spunto di ricerca fondamentale per esplorare più a fondo nuove aree di studio”, ha affermato Andrea Bonifazi a Fanpage.it. I dettagli dell'articolo “First record case of free-living xanthism in the nurse shark Ginglymostoma cirratum (Bonnaterre, 1788) from Caribbean Sea” sull'insolito squalo arancione sono stati pubblicati su Marine Biodiversity.

0 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views