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Allergia ai pollini, sintomi sempre più precoci: quali sono e cosa fare, lo spiega l’esperto

Starnuti, occhi rossi e che bruciano, lacrimazione e naso chiuso sono tutti sintomi dell’allergia ai pollini, la reazione immunitaria che, con le fioriture sempre più anticipate, si manifesta prima del previsto: ne parliamo con il dottor Gianmarco Rea, esperto in allergologia e membro della SIMG, facendo il punto sulle cure più efficaci, l’uso dell’antistaminico e i nuovi vaccini disponibili.
Intervista al dottor Gianmarco Rea
Segretario della Società Italiana di Medicina Generale (SIGM) regione Lazio ed esperto in rino-allergologia
A cura di Valeria Aiello
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Allergia ai pollini sempre più precoci e prolungate: quali sono i sintomi e cosa fare
Allergia ai pollini sempre più precoci e prolungate: quali sono i sintomi e cosa fare

Sintomi dell’allergia ai pollini sempre più precoci, non solo per chi vive in campagna, ma anche in città, dove il riscaldamento climatico anticipa le fioriture di molte specie, facendo partire prima il periodo delle allergie stagionali. Non fa eccezione il 2024, per il quale già da alcune settimane si registra una crescita significativa del numero di visite allergologiche associate alla ripresa vegetativa. “Stiamo avendo un picco di riniti allergiche – spiega a Fanpage.it il dottor Gianmarco Rea della Società Italiana di Medicina Generale (SIMG) ed esperto in allergologia – . Graminacee e betullacee, soprattutto nelle zone rurali, e parietaria in quelle urbane, sono solo alcune delle piante che stanno liberando alte quantità di pollini nell’aria, anche quest’anno in anticipo rispetto al calendario pollinico”.

Cos’è esattamente l’allergia ai pollini?
Per allergia, in generale, si intende l’eccessiva risposta del sistema immunitario al contatto con sostanze, chiamate allergeni, riconosciute come dannose dall’organismo. I pollini sono tra gli allergeni inalanti più comuni, che possono definirsi stagionali, perché hanno caratteristiche di diffusione che variano a seconda del periodo di fioritura delle piante, oltre che per aree geografiche. È però anche vero che il cambiamento climatico sta influenzando le allergie a diversi pollini, spesso anticipando e prolungando il calendario pollinico.

Perché queste allergie sono sempre più precoci?
Il problema è legato soprattutto alla crisi climatica. Abbiamo mesi invernali con temperature più alte, che favoriscono la ripresa vegetativa e fanno in modo che molte specie inizino a liberare pollini prima del solito. Ma abbiamo anche lunghi periodi di bel tempo, che consentono a molte piante di produrre pollini in quantità maggiori, prolungando le stagioni allergiche.

I sintomi dell’allergia ai pollini

Quali sono i sintomi dell’allergia ai pollini?
I sintomi dell’allergia ai pollini possono variare a seconda della quantità di allergeni a cui si è esposti e, chiaramente, in base alla via di contatto. Normalmente, con l’inalazione e il contatto con le mucose di naso, occhi e vie aree superiori, la reazione allergica si manifesta con quadri di rinite, quindi congestione nasale e starnuti; congiuntivite, con occhi arrossati, gonfi e che lacrimano; e tosse irritativa. Nei soggetti asmatici, si manifesta una riacutizzazione dei sintomi dell’asma, come broncospasmi e mancanza d’aria.

Tutti questi sintomi, che possono essere più o meno gravi a seconda del livello di severità dell’allergia, alterano significativamente la qualità di vita, causando malessere e compromettendo anche la qualità del sonno.

Come si fa a capire se si allergici e a cosa?
L’esame più comodo, che io invito a fare, è il prick-test, quindi una prova epicutanea minimamente invasiva, che si esegue andando appunto a “picchettare” diversi concentrati pollinici sulla superficie interna dell’avambraccio, per poi valutare se è presente o meno una reazione allergica. In caso di risposta positiva, che si manifesta attraverso la comparsa dei caratteristici pomfi, delle zone gonfie e arrossate della cute, il medico può decidere di approfondire ulteriormente la situazione, con analisi del sangue o altre tipologie di indagine.

Antistaminico e vaccini: rimedi e cure per l’allergia

Cosa occorre fare se si è allergici?
Sicuramente, per evitare una reazione allergica, la prima cosa da fare è cercare di limitare il più possibile l’esposizione all’allergene.

Nel caso specifico dei pollini, le mascherine – che tanto ci hanno aiutato durante il Covid – possono rivelarsi una preziosa barriera, così come alcuni accorgimenti quotidiani, tra cui cercare di mantenere per lo più chiuse le finestre nel periodo delle fioriture, soprattutto in presenza di vento.

E l’antistaminico? Quando occorre assumerlo?
Nella fase acuta, quando serve alleviare i sintomi dell’allergia, lo specialista può prescrivere una terapia farmacologica: in questo caso, l’antistaminico è il farmaco più utilizzato, che si può assumere anche tutti i giorni. Si possono associare anche spray nasali, che fanno da barriera a livello nasale, e dei lavaggi nasali, con cui meccanicamente andiamo a eliminare la presenza di pollini sulle mucose. In base alla severità, possono anche essere usati cortisonici, come ad esempio il betametasone, come farmaco di emergenza.

Esistono vaccini contro le allergie ai pollini?
Sì, abbiamo vaccini sicuri e efficaci, che hanno il vantaggio di alleviare i sintomi allergici e che, soprattutto, rispetto ai farmaci che non sono curativi, combattono la causa dell’allergia, desensibilizzando il paziente verso l’allergene.

Abbiamo vaccini sublinguali e vaccini sottocutanei, indicati per chi soffre di allergie respiratorie ai pollini, come quelli di graminacee, betullacee e parietaria, ma anche per allergie agli acari e peli di cane o gatto.

I primi, i sublinguali, si assumono per via orale, prendendo una piccola dose di vaccino che viene lasciata per pochi minuti sotto la lingua, anche a casa; i vaccini sottocutanei vengono invece iniettati sottocute, fino al completamento dei cicli vaccinali. Questi possono variare a seconda del tipo di allergene, ma generalmente, nel giro di 2 o 3 anni, portano alla guarigione o ad una riduzione dei sintomi, con un significativo miglioramento della qualità di vita del paziente.

Ovviamente, quanto più si inizia in giovane età con queste terapie, tanto prima si risolve l’allergia, soprattutto nei giovani. Da qui l’importanza di non trascurare il problema delle allergie da bambini, nei quali questo tipo di immunoterapia è da raccomandare, avendo un sistema immunitario nettamente più responsivo degli adulti.

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