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Sempre più giovani hanno problemi di memoria, lo studio negli Stati Uniti: “Colpito un under 40 su dieci”

Negli ultimi decenni il numero di giovani adulti con problemi di memoria o di concentrazione è quasi raddoppiato, rendendo le disabilità cognitive la disabilità più comune nella popolazione under 40.
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Dal 2013 al 2023 il tasso di disabilità cognitive nelle persone under 40 è quasi raddoppiato negli Stati Uniti. Questo termine indica "grave difficoltà a concentrarsi, ricordare o prendere decisioni, a causa di una condizione fisica, mentale o emotiva". E secondo gli ultimi dati oggi circa una persona under 40 su dieci negli Stati Uniti ne sarebbe colpito.

A lanciare l'allarme è un nuovo studio dell'University of Utah Health che ha studiato la prevalenza delle disabilità cognitive nella popolazione under 40. I risultati sono stati pubblicati su Neurology, la rivista dell'American Academy of Neurology, ovvero la più importante organizzazione professionale di neurologi degli Stati Uniti.

Lo studio

Per condurre questo studio, i ricercatori hanno sottoposto la stessa domanda a 4,5 milioni di persone sotto i 40 anni tra il 2013 e il 2023: "Hai serie difficoltà a concentrarti, ricordare o prendere decisioni dovute a una condizione fisica, mentale o emotiva?" I partecipanti che rispondevano di sì sono stati classificati come affetti da "disabilità cognitiva". Nell'analisi, però, sono state escluse le risposte dei partecipanti che dichiaravano di soffrire di depressione e i dati relativi al 2020, per evitare che l'impatto della pandemia influenzasse l'esito dello studio.

Il numero di partecipanti che dichiarava di avere questo genere di difficoltà di concentrazione o di memoria è stato analizzato nel suo andamento durante il decennio. I risultati sono stati piuttosto significativi: in questi dieci anni, la disabilità cognitiva è passata dal 5,1% al 9,7% della popolazione under 40. "All'inizio sono rimasto scioccato. Le segnalazioni di disabilità cognitive nella popolazione più giovane sono quasi raddoppiate", ha dichiarato Ka-Ho Wong, ricercatore associato di Neuroimmunologia dell'University of Utah Health e primo autore dello studio.

Alcune categorie di persone sembrano avere però un rischio maggiore di sviluppare questo genere di problemi, in base ad esempio al gruppo razziale, al contesto socio-economico di riferimento, i livelli di istruzione e le condizioni di salute generali.

Quali possono essere le cause di questo fenomeno

Nell'analizzare più nel dettaglio i risultati dello studio, i ricercatori hanno visto che alcune condizioni, sia economiche, sociali e perfino di salute generale, erano legate a un tasso maggiore di disabilità cognitive. Ad esempio, un maggiore stress economico sembra essere associato a un rischio maggiore: gli adulti con redditi familiari inferiori a 35.000 dollari avevano maggiori probabilità di sperimentare disabilità cognitiva. Ma allo stesso tempo, avere questo genere di problemi può ostacolare la crescita professionale e quindi la possibilità di trovare un lavoro ben pagato, innescando una sorta di circolo vizioso a danno del benessere complessivo dell'individuo.

Tra i fattori che quindi possono aver guidato l'aumento importante di questi ultimi anni gli autori indicano "lo stress economico, le incertezze nel mercato del lavoro, i cambiamenti negli ambienti di lavoro e una maggiore dipendenza dagli strumenti digitali".

Un altro fattore di rischio importante sono le condizioni di salute: soffrire di malattie croniche, come ipertensione, o aver subito un ictus, può aumentare il rischio di disabilità cognitiva. E, proprio come accade per i fattori di stress economico, le persone con disabilità cognitive rischiano di avere più difficoltà anche nella gestione delle malattie.

Come leggere questi dati

Anche se lo studio si basa su risposte auto-riferite, quindi non su una misura oggettiva, evidenzia comunque una tendenza importante negli Stati Uniti che interessa esclusivamente la popolazione più giovane.

Anche se in parte l'aumento delle segnalazioni di disabilità cognitive può dipendere anche dalla maggiore apertura verso la salute mentale, per gli autori a fronte di questi risultai è necessario pensare a interventi mirati, soprattutto a tutela delle fasce più colpite per fattori socio-economici, razziali o demografici.

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