Sembra un gufo in miniatura, ma è lo splendido assiolo: le immagini del rapace notturno in Italia

I rapaci notturni sono tra gli uccelli più affascinanti, grazie al loro aspetto peculiare, i sensi sviluppatissimi e il volo incredibilmente silenzioso. Basta guardare il video del barbagianni (Tyto alba) qui di seguito per capire di cosa stiamo parlando. Gli strigiformi, l'ordine di questi uccelli, sono predatori modellati dall'evoluzione per essere efficienti e letali nel cuore dell'oscurità, essendo in grado di piombare sulle prede ignare come un alito di vento. A renderli così iconici vi è il fatto che anche per i più assidui appassionati di birdwatching può essere difficile avvistarli, alla luce del comportamento schivo e, appunto, dell'attività notturna e crepuscolare. Pertanto incontrare un gufo (magari reale), un allocco o il sopracitato barbagianni è sempre un'emozione fortissima, anche per chi non è propriamente appassionato.
Tra questi splendidi rapaci ce n'è uno che in tanti non conoscono, ma che molto probabilmente hanno sentito "cantare" nelle calde notti estive: l'assiolo (Otus scops). Si tratta del più piccolo strigiforme dopo la civetta nana, ma con un aspetto fiero e severo che ricorda quello del possente gufo comune (Asio otus). Di fatto, sembra un gufo in miniatura, come mostrano le bellissime fotografie di Giacomo Salomone che trovate nell'articolo.

L'assiolo è l'unico rapace notturno comunemente presente in Italia che migra nell'Africa subsahariana. Sulle isole e nel Meridione ci sono popolazioni stanziali, cioè che restano sempre nel nostro territorio senza migrare, mentre quelle del resto dello Stivale intraprendono il lungo, faticoso e pericoloso viaggio da e per il continente africano. Ormai siamo in autunno e molti di piccoli uccelli ha già preso la loro rotta; torneranno il prossimo anno in primavera per perpetrare il ciclo della vita. Dicevamo che somigliano a piccoli gufi; il piumaggio degli assioli è infatti screziato e vermicolato con colori che alternano diverse tonalità di grigio e marroncino. Non mancano inoltre chiazze bianche e nere a conferire l'aspetto di "corteccia" che esalta il mimetismo criptico.

L'assiolo possiede due ciuffi auricolari simili a corna che ricordano proprio quelli del gufo comune (ma può abbassarli diventando più simile a una civetta). Gli occhi sono grandi e gialli, mentre il becco è tozzo, schiacciato e molto adunco, tipico di uno strigiforme. A differenza dei suoi stretti parenti più grandi (ha una lunghezza di una ventina di centimetri e un'apertura alare che arriva a circa 50 cm), l'assiolo si nutre prevalentemente di insetti, come cicale e grosse cavallette, ma non disegna anche lombrichi e piccoli vertebrati, dai roditori agli uccelli.

Sebbene sia relativamente comune in Italia – la Lipu indica tra le 5.000 e le 11.000 coppie nel nostro Paese – nella maggior parte dei casi le persone lo hanno sentito, ma non visto. Tra i nomi comuni dell'assiolo c'è quello di “chiù”, che è onomatopeico. Come potete ascoltare nel video qui di seguito, infatti, il suo richiamo è una nota unica, quasi malinconica, un chiù appunto, che può essere ripetuto per tutta la notte.
La Guida degli uccelli d'Europa, Nord Africa e Vicino Oriente di Lars Svensson lo indica come un fischio “corto, penetrante, acuto” che dura 2-3 secondi e che è udibile sino a 1 chilometro di distanza. Maschi e femmine spesso duettano, con i primi che hanno una tonalità più acuta: il chiù può trasformarsi in un chiù-i, si legge nella guida. Poiché vive anche a ridosso delle aree urbanizzate e non si spinge a quote molto elevate, spesso lo si sente cantare nei pressi dei luoghi di villeggiatura, ad esempio quelli boschivi vicini al mare. È una nota inconfondibile delle notti estive mediterranee.

Tra chi ha avuto la fortuna di incontrare un assiolo c'è proprio il fotografo naturalista Giacomo Salomone, che ci ha gentilmente concesso le splendide foto che trovate nell'articolo. Ne ha avvistato un esemplare sul finire dell'estate lungo una strada buia di Paliano, in provincia di Frosinone. “Stavo facendo un giro alla ricerca del barbagianni, quando mi sono ritrovato davanti all'auto questo piccolo rapace”, ha raccontato a Fanpage.it il fotografo, che ha recentemente immortalato anche l'elusivo e misterioso succiacapre.

“A prima vista – prosegue Giacomo – ho pensato che fosse una civetta, non avendo mai visto prima un assiolo. Era fermo, immobile in mezzo alla strada, così ho deciso di scendere dall'auto per provare a fargli qualche scatto, pur temendo che potesse volare via non appena aperto lo sportello. Invece mi ha dato la possibilità di fargli queste fotografie a distanza ravvicinata. Fortunatamente avevo già impostato la fotocamera per gli scatti notturni, con lampada a led e flash, proprio perché avevo intenzione di fotografare il barbagianni. Solo dopo essere sceso dall'auto e osservandolo meglio ho realizzato che si trattava di un bellissimo assiolo”.
Il fotografo non ha nascosto l'emozione e lo stupore per aver incontrato questo animale straordinario per la prima volta, nonostante i moltissimi anni di esperienza con la fotografia naturalistica. Le immagini che ha ottenuto sono splendide.

L'assiolo, fortunatamente, non è minacciato di estinzione come specie, tuttavia in Italia ha uno stato di conservazione definito inadeguato, “a causa di una contrazione di areale e di popolazione e del degrado e della riduzione del suo habitat ottimale”, spiega la Lipu. L'uso di pesticidi che uccidono le sue prede naturali, la distruzione dei siti riproduttivi – come i vecchi alberi con cavità – e l'abbandono delle pratiche agricole tradizionali, oltre al disturbo antropico, sono tra le principali minacce per questo uccello, come evidenziato dalla storica associazione.