Sembra esserci una ragione nascosta per cui alcune canzoni ci fanno ballare di più

Sembra che oltre a ritmo, melodia ed elementi ritmici coinvolgenti come la sincope, ci sia un’altra ragione per cui alcune canzoni facciano ballare più di altre: questo fattore aggiuntivo è la nostalgia che viene evocata dall’ascolto di certi brani, su cui hanno indagato gli autori di nuovo studio dell’University Western Ontario, in Canada. Secondo la ricerca, la nostalgia giocherebbe infatti un ruolo chiave nello spingerci al movimento, ancora più di quanto gli stessi pezzi musicali siano conosciuti o riconoscibili da parte di chi li ascolta.
“A differenza della familiarità per alcuni brani, che rende più probabile un loro apprezzamento, l’effetto della nostalgia sul desiderio di muoversi a ritmo di musica, il cosiddetto ‘groove’, era rimasto in gran parte inesplorato – hanno spiegato i ricercatori – . Abbiamo pertanto valutato l’impatto sia della familiarità che della nostalgia su una selezione di canzoni risalenti all’adolescenza dei partecipanti allo studio, confrontandoli con quello di canzoni più recenti, popolari ma che non evocavano nostalgia”.
I risultati dello studio, pubblicati sulla rivista Plos One, hanno evidenziato il contributo chiave della nostalgia nell’accendere la voglia di ballare, al di là dell’influenza della familiarità.
Le canzoni che evocano nostalgia ci fanno ballare di più
Le canzoni che riportano alla mente ricordi personali o periodi significativi della propria vita possono generare una spinta più forte al ballo rispetto alle canzoni più recenti, indipendentemente dalla loro popolarità. “Anche se è vero che la familiarità e la nostalgia sono intrinsecamente legate tra loro, perché la nostalgia evocata dalla musica è più forte quando una canzone ci è più familiare, la nostalgia e la familiarità sono fattori distinti, perché la nostalgia è innescata da elementi che ricordano il passato, anche se non necessariamente familiari” hanno precisato gli studiosi.
Questa differenza è stata evidente quando ai partecipanti allo studio, 102 giovani di età compresa tra i 23 e i 28 anni, è stata fatta ascoltare una selezione di successi pubblicati tra il 2009 e il 2015, e chiesto loro di assegnare a ciascun brano un punteggio compreso da 0 a 100 a seconda del tipo di movimento (battere il dito, desiderio di muoversi, desiderio di ballare) e del piacere, della familiarità e della nostalgia suscitati dal loro ascolto.
Brani come “TiK ToK” di Ke$ha (2009), “Dynmite” di Taio Cruz (2010), “Call Me Maybe" di Carly Rae Jepsen (2012) hanno ottenuto tutti punteggi molto alti per familiarità e nostalgia ma, in termini di familiarità, nessun altro brano ha ottenuto un punteggio più alto di Firework di Katy Perry (2012). Questo stesso pezzo ha però ottenuto uno dei punteggi più bassi in termini di nostalgia, insieme a “OMG” di Usher ft. Will.i.am (2010) e Glad You Came dei The Wanted (2011).
D’altra parte, “TiK ToK” di Ke$ha (2009) ha ottenuto il punteggio più alto nella categoria “desiderio di ballare”, superando brani come Uptown Funk di Mark Ronson ft. Bruno Mars (2014) e Party Rock Anthem di LMFAO ft. Lauren Bennett e GoonRock (2011).
“Questi risultati suggeriscono un ruolo distintivo della nostalgia, che va oltre l’influenza della familiarità, nel motivare il desiderio di ballare – ha affermato la professoressa Jessica Grahn, docente di psicologia e direttrice del Centro per il Cervello e la Mente della Western University – . Ogni bravo dj per matrimoni lo sa per natura, quando ai ricevimenti di nozze sceglie proprio quella canzone nostalgica, dimenticata da tempo, per far venire voglia di ballare agli invitati. Ora abbiamo i risultati scientifici a supporto di quella scelta”.