Se mangi così puoi imitare gli effetti dei farmaci che fanno perdere tanto peso come la Semaglutide

I farmaci per dimagrire di ultima generazione come la Semaglutide e la Tirzepatide sono considerati “miracolosi” poiché fanno perdere decine di chili in tempi relativamente rapidi e non li fanno riprendere, come emerso anche da un recente studio. Tuttavia si tratta di principi attivi che vanno assunti sotto strettissimo controllo medico tramite iniezione – sono comunque in sviluppo alternative in pillola – e possono avere effetti collaterali significativi, come spiegato a Fanpage.it dalla farmacologa Annalisa Capuano.
Tra paura degli aghi, potenziali reazioni avverse e desiderio diffuso di perdere peso senza il supporto di medicinali, la Semaglutide e affini non rappresentano dunque la soluzione ideale per molti. In soccorso di questa folta schiera di volenterosi arrivano i preziosissimi consigli della professoressa Mary J. Scourboutakos, docente di Medicina di famiglia e di comunità presso l'Università di Toronto (Canada), secondo la quale è possibile imitare gli effetti della Semaglutide e ottenere benefici analoghi attraverso l'assunzione di specifici nutrienti e strategie dietetiche ad hoc. In altri termini, se si mangia in un certo modo è possibile perdere peso senza dover ricorrere a terapie dimagranti farmacologiche.
Per capire cosa, quando e come mangiare e ottenere risultati affini alla Semaglutide, è doveroso sottolineare come funzionano questi farmaci, appartenenti alla classe degli agonisti del peptide 1 simile al glucagone (GLP-1) sviluppati originariamente contro il diabete di tipo 2, avendo una spiccata capacità di abbattere i livelli di zuccheri nel sangue (effetto ipoglicemizzante). Durante i trial clinici i ricercatori hanno osservato una significativa riduzione della sensazione di fame e una concomitante perdita di peso nei partecipanti, i risultati che hanno trasformato questi farmaci antidiabetici in dimagranti di ultima generazione.
Come funziona la Semaglutide
Come evidenziato dalla professoressa Scourboutakos in un articolo pubblicato su The Converation, “i farmaci a base di Semaglutide agiscono aumentando i livelli di un ormone chiamato GLP-1 (peptide 1 simile al glucagone), un segnale di sazietà che rallenta la digestione e ci fa sentire sazi”. “Questi farmaci – aggiunge l'esperta – riducono simultaneamente anche i livelli di un enzima chiamato DPP-4, che inattiva il GLP-1”. Il risultato è un senso di sazietà che perdura per diversi giorni – le iniezioni sono infatti settimanali – e che di conseguenza spinge a mangiare di meno e ad assumere meno calorie. Il risultato, di fatto, è una notevole perdita di peso, che è ancora superiore con la Tirzepatide perché offre un duplice meccanismo di azione rispetto alla Semaglutide (colpisce anche un altro recettore). Uno studio ha rilevato che dopo circa 1 anno e 4 mesi, la Tirzepatide ha determinato una riduzione media del peso del 20 percento e la Semaglutide del 14 percento, che tradotto in chilogrammi persi è stata rispettivamente di 22,8 e 15 kg. In entrambi i casi ottimi risultati.
Cosa mangiare per imitare gli effetti della Semaglutide
Dunque, com'è possibile imitare gli effetti di farmaci tanto efficaci con la dieta? La professoressa Scourboutakos ha spiegato che questi principi attivi non solo l'unico metodo in grado di aumentare i livelli di GLP-1. I nutrienti che si assumono, gli orari in cui sono concentrati i pasti, l'ordine con cui consumiamo gli alimenti e persino la velocità dei pasti sono tutti fattori che possono incrementare o diminuire le concentrazioni di GLP-1. Per quanto concerne gli alimenti, la scienziata spiega che le fibre contenute in fagioli, cereali integrali, frutta secca e semi sono i nutrienti in grado di catalizzare meglio la sintesi di questo prezioso ormone. “Quando la fibra viene fermentata dai trilioni di batteri che vivono nel nostro intestino, il sottoprodotto risultante, chiamato acidi grassi a catena corta, stimola la produzione di GLP-1”, evidenzia la professoressa Scourboutakos, aggiungendo che questo fattore potrebbe spiegare il motivo per cui le fibre sono così fortemente associate alla perdita di peso anche in assenza di restrizione calorica. Tra gli altri alimenti indicati vi sono anche l'olio di oliva – che è alla base della dieta mediterranea – e l'avocado, entrambi in grado di aumentare i livelli di GLP-1 in modo più evidente rispetto ad altri alimenti. Pane e olio, ad esempio, è molto più efficace in tal senso di pane e burro, così come un bagel più avocado a differenza del semplice bagel.
Anche l'ordine dei pasti ha un effetto rilevante sui livelli dell'ormone GLP-1; consumare le verdure e le proteine prima dei carboidrati li aumenta molto più che facendo il contrario. In genere siamo abituati a consumare le verdure a fine pasto, magari dopo un primo e un secondo; cambiando quest'ordine e mettendo le verdure davanti alla pasta (o al pane) si otterrebbe un risultato migliore in termini di sintesi dell'ormone legato alla sazietà. Anche gli orari giocano un ruolo significativo; la scienziata spiega che la colazione andrebbe privilegiata rispetto agli altri pasti, perché è quella in grado di far aumentare di più la sintesi dell'ormone, che è evidentemente associata ai ritmi circardiani. In tal senso la professoressa ha ricordato il detto “fai colazione come un re, pranza come un principe e cena come un mendicante”, sottolineando che anticipare i pasti e mangiare poco la sera offre vantaggi significativi nella perdita di peso. Infine ricorda che anche mangiare lentamente produce più GLP-1 rispetto a una rapida abbuffata.
Chiaramente i farmaci hanno una marcia in più in termini squisitamente numerici, considerando che sono in grado di stimolare i livelli dell'ormone mille volte in più rispetto a una strategia dietetica; ciò nonostante i risultati finali in termini di perdita di peso e benefici per la salute restano comunque molto rilevanti e in alcuni casi migliori. Ad esempio, ricorda la scienziata, la dieta mediterranea abbatte del 30 percento il rischio cardiovascolare contro il 20 percento dei farmaci a base di GLP-1.
Riassumendo, la professoressa Scourboutakos spiega che per imitare gli effetti della Semaglutide e affini bisognerebbe seguire quanto segue: fare colazione e renderla il pasto più abbondante della giornata (o in alternativa anticipare il più possibile i pasti); mangiare un alimento ricco di fibre in ogni pasto; usare l'olio di oliva; consumare proteine e verdure prima dei carboidrati; fare uno spuntino con le noci; masticare il cibo e mangiarlo lentamente. Come sempre, la raccomandazione è quella di consultare uno specialista della nutrizione prima di intervenire sul proprio modello dietetico, perché il fai-da-te spesso comporta più effetti negativi che benefici.