Scoperta nuova specie di dinosauro: il prezioso contributo del paleontologo italiano Filippo Bertozzo

Una nuova specie di dinosauro è stata scoperta in Portogallo. Si tratta di un iguanodonte appartenente alla superfamiglia degli adrosauridi (Hadrosauridae), della quale fanno parte i dinosauri “a becco d'anatra” come il famoso Parasaurolophus con la sua caratteristica cresta. Al rettile estinto è stato assegnato il nome scientifico di Cariocecus bocagei, che sancisce l'esordio di un genere completamente nuovo. A scegliere il nome del genere (quello in maiuscolo) è stato il paleontologo italiano Filippo Bertozzo del Royal Belgian Institute of Natural Sciences di Bruxelles (Belgio), principale autore dello studio che ha descritto il dinosauro.
Il nome del genere è un omaggio alla divinità della guerra Cariocecus che, in epoca pre-romanica, era venerata dalle popolazioni che vivevano nel luogo in cui è stato trovato il fossile. Dopo la conquista degli Antichi Romani, questa divinità divenne il più noto Marte (o Ares nella cultura greca). Per quanto concerne l'epiteto in minuscolo, bocagei, si tratta invece di una scelta per onorare la memoria di José Vicente Barbosa du Bocage, naturalista e politico portoghese scomparso all'inizio del XX secolo, conosciuto soprattutto per i suoi studi su rettili e uccelli.
La storia che ha portato alla descrizione della nuova specie di iguanodonte ha avuto inizio nel 2016, quando il dottor Pedro Marrecas del Centro di Paleobiologia e Paleoecologia della Società di Storia Naturale di Torres Vedras scoprì il fossile del cranio. Si accorse dei denti che spuntavano dalla roccia nel cuore della Formazione Papo Seco nella Praia do Area do Mastro (comune di Sesimbra), nel sud-ovest del Portogallo, non distante da Lisbona. Si tratta di una importante formazione geologica risalente al Cretaceo inferiore e più precisamente al periodo chiamato Barremiano inferiore.
Qui sono stati trovati resti fossili di diversi dinosauri come ornitopodi, teropodi (tra i quali Iberospinus) e titanosauri, sauropodi giganteschi. Come spiegato dagli esperti, è molto significativa la scoperta di un iguanodonte risalente al Cretacico inferiore (circa 125 milioni di anni fa) poiché i reperti fossili di questi animali sono concentrati prevalentemente nel Giurassico superiore; ciò ha importanti implicazioni sotto il profilo evolutivo e della diffusione, considerando che questo gruppo di dinosauri ebbe origine in quello che è l'attuale Sud America e successivamente si espanse a nord e poi a est.

In quella che oggi chiamiamo Penisola Iberica gli iguanodonti prosperarono, considerando che qui erano già state rinvenute tre specie risalenti al Giurassico superiore (Draconyx loureiroi, Eousdryosaurus nanohallucis, e Hesperonyx martinhotomasorum), più altri resti non ancora classificati. “La scoperta del primo iguanodonte dal Cretaceo Inferiore portoghese ha una importanza cruciale nel capire la storia evolutiva del loro gruppo”, ha spiegato in un comunicato stampa il dottor Bertozzo, “Abbiamo un’abbondante diversità di animali simili più antichi nel Giurassico Superiore del Portogallo. Questo paese si rivela quindi essere un importante “ponte” tra le dure ere geologiche che ci permetterà di scoprire i segreti del successo evolutivo degli iguanodonti.”, ha aggiunto l'esperto.

Tra gli elementi che rendono speciale la scoperta del nuovo dinosauro vi è la straordinaria conservazione del cranio fossile (incompleto) recuperato dai paleontologi, grazie al quale è stato possibile ricostruire – tramite calchi e scansioni i micro-tomografia computerizzata – il cervello e diversi dettagli anatomici interni. “Siamo riusciti a vedere persino l'impronta degli emisferi cerebrali e del sistema uditivo”, ha affermato il dottor Bertozzo. Fra gli elementi rilevati vi sono i nervi cranici e soprattutto le strutture dell'orecchio interno, come ad esempio la macula legata all'equilibrio e alla percezione della testa nello spazio. Si tratta della migliore ricostruzione mai fatta dell'orecchio interno di un dinosauro, un lavoro che può aiutare gli studiosi a comprendere meglio non solo le capacità sensoriali, ma anche quelle metaboliche di questi animali.

Tra gli elementi ossei del cranio si sono conservati “mascella, jugale, nasale, frontale, prefrontale, postorbitale, sopraorbitale, parietale e basicranio superiore e inferiore”, ha sottolineato il dottor Bertozzo in un post su Instagram. Particolarmente interessante per gli esperti la fusione di due elementi (mascella e jugale, ovvero lo zigomo) in una struttura unica, probabilmente per “potenziare il morso”. Questi animali erano infatti erbivori che strappavano e masticavano foglie e felci, spesso molto dure. Per questo avevano muscoli robusti dell'apparato buccale, becchi cornei e denti in grado di masticare e tritare la vegetazione coriacea.

Interessante anche la posizione peculiare dell'osso sopraorbitale, grazie al quale il paleoartista e coautore dello studio Fabio Manucci ha potuto eseguire un'accurata ricostruzione della membrana sopraorbitaria. Essa donava all'iguanodonte uno sguardo "corrucciato" simile a quello degli uccelli moderni (in particolar modo rapaci). Ricordiamo che gli uccelli dal punto di vista tassonomico sono dinosauri a tutti gli effetti; l'Evento di Chicxulub causato da un asteroide di almeno 10 km di diametro, avvenuto 66 milioni di anni fa alla fine del Cretaceo, determinò infatti l'estinzione dei dinosauri non aviani e del 75 percento delle specie viventi dell'epoca. I dettagli sulla nuova specie di dinosauro sono stati pubblicati sulla rivista scientifica specializzata Journal of Systematic Palaeontology.