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Schiaccia un brufolo sul viso ma finisce in ospedale, l’errore che poteva costarle la vita

Lish Marie, una giovane donna del Michigan, è finita al pronto dopo aver schiacciato un brufolo sul viso, appena sotto il naso: senza saperlo, aveva agito in una zona nota come “triangolo della morte”, dove anche un’infezione locale può diventare molto pericolosa. Ecco perché.
A cura di Valeria Aiello
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Lish Marie è finita in ospedale per aver schiacciato un brufolo sul viso / Credit: TikTok/@lishmarie1
Lish Marie è finita in ospedale per aver schiacciato un brufolo sul viso / Credit: TikTok/@lishmarie1

Un gesto apparentemente banale, come quello di schiacciare un brufolo sul viso, ha rischiato di avere conseguenze molto serie per Lish Marie, una giovane donna del Michigan. Il suo brufolo si trovava appena sotto il naso, vicino alla narice sinistra, un punto piuttosto comune per questo tipo di inestetismi che, tuttavia, fa parte di un’area particolarmente delicata, nota come “triangolo della morte”. “Ho subito capito che avrei dovuto smettere di toccarlo – ha spiegato la donna – . Ho sentito un dolore insopportabile, senza neppure riuscire a farlo scoppiare”.

Condividendo la sua storia su TikTok, Lish Marie ha raccontato come, nel giro di poche ore, le cose si siano “messe male”. Il lato sinistro del suo volto si era gonfiato così tanto che, quando provava a sorridere, solo l’altra metà del viso si sollevava. Così ha deciso di recarsi al pronto soccorso, dove i medici le hanno subito prescritto quattro farmaci, tra cui steroidi e antibiotici.

Cos’è il “triangolo della morte” e perché è pericoloso

Il brufolo di Lish Marie si trovava all’interno del cosiddetto “triangolo della morte”, l’area del viso compresa tra il ponte del naso e gli angoli della bocca, nota anche come “triangolo del pericolo”.

Il "triangolo della morte" o triangolo del pericolo sul viso è l’area compresa tra ii ponte del naso e gli angoli della bocca / Credit: Wikipedia
Il "triangolo della morte" o triangolo del pericolo sul viso è l’area compresa tra ii ponte del naso e gli angoli della bocca / Credit: Wikipedia

Nel “triangolo della morte” si trovano i plessi venosi che mettono in comunicazione la vena facciale con il seno cavernoso, la rete di vene attraverso cui il sangue defluisce dal cervello.

Attraverso il seno cavernoso, le infezioni che si verificano in questa zona del viso, come quelle causate da un brufolo pizzicato, hanno una probabilità ridotta, ma non nulla, di propagarsi dal viso direttamente al cervello, trasformandosi in qualcosa di più serio. Uno dei rischi principali risiede nella trombosi del seno cavernoso, ovvero nella formazione di un coagulo di sangue, una rara complicazione delle infezioni del volto che può avere conseguenze potenzialmente letali, tra cui ascessi e infezioni cerebrali, danni ai nervi facciali, perdita della vista, meningiti e ictus.

L’errore di Lish Marie poteva costarle la vita

Schiacciare i brufoli è sempre una cattiva abitudine per la probabilità che i batteri  – presenti ad esempio sulle mani o sotto le unghie – possano causare infezioni, peggiorando la situazione. Nel caso però di Lish Marie che, senza saperlo, aveva agito nella zona del “triangolo della morte”, l’infezione locale avrebbe potuto avere conseguenze ben più gravi, per la facilità con cui i batteri si sarebbero potuti diffondere al cervello attraverso il seno cavernoso.

È successo tutto così velocemente” ha spiegato la donna che, con il lato sinistro del viso già gonfio, si era recata al pronto soccorso. “Mi sono sentita molto imbarazzata di dover andare in ospedale per un brufolo, ma i medici mi hanno detto che avevo fatto la cosa giusta”.  

Per trattare l’infezione che, presumibilmente, era entrata nel sangue attraverso il brufolo “mi hanno prescritto un antibiotico orale, una crema antibiotica topica, un impacco di steroidi e un corticosteroide” ha detto la donna che, dopo circa 12 ore, ha sentito “di tornale alla normalità”. Il gonfiore del viso si era notevolmente ridotto e, nel giro di tre giorni, era completamente scomparso. E anche il brufolo, dopo una settimana, non c’era più.

È stata un’esperienza terribile – ha aggiunto – . Condividendola, spero possa evitare ad altre persone di trovarsi nella mia stessa situazione. Non toccare i brufoli è la cosa migliore da fare, basta avere pazienza”.

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