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Saltare i pasti aumenta il rischio di morte prematura, secondo uno studio

Spesso si pubblicizza il digiuno e il salto dei pasti come benefici per la salute, ma secondo un nuovo studio questi comportamenti aumenterebbero sensibilmente il rischio di morte prematura.
A cura di Andrea Centini
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Uno studio ha trovato una significativa associazione statistica tra il saltare i pasti e un rischio superiore di morte prematura. In altri termini, chi salta uno o due dei tre pasti principali al giorno, ovvero colazione, pranzo e cena, avrebbe probabilità superiori di morire precocemente. Anche chi li consuma in una finestra di tempo troppo ravvicinata ha un rischio superiore rispetto a chi li consuma tutti e tre. I risultati dell'indagine contrastano con i presunti benefici di cui spesso si sente parlare in relazione a digiuni intermittenti e simili. È tuttavia doveroso sottolineare che si è trattato di un semplice studio di osservazione / associazione, senza valutare rapporti di causa – effetto tra il saltare i pasti e la morte prematura. Ciò nonostante l'associazione statistica rilevata è così significativa che gli autori dello studio raccomandano ulteriori approfondimenti.

A determinare che saltare i pasti può aumentare il rischio di morte precoce è stato un team di ricerca internazionale guidato da scienziati statunitensi del College di Salute Pubblica dell'Università dell'Iowa e dell'Health Science Center dell'Università del Tennessee, che hanno collaborato a stretto contatto con i colleghi del Tongji Medical College dell'Università delle Scienze della Tecnologia di Huazhong (Cina) e della Scuola di Salute Pubblica dell'Università di Wuhan. Gli scienziati, coordinati dal professor Wei Bao, docente presso il Dipartimento di Epidemiologia dell'ateneo di Riverside, sono giunti alle loro conclusioni dopo aver analizzato i dati di oltre 24mila persone con età maggiore o uguale ai 40 anni, tutte partecipanti allo studio National Health and Nutrition Examination Survey 1999-2014.

I ricercatori, dopo aver analizzato i comportamenti alimentari dei partecipanti, hanno incrociato questi dati con i registri di morte pubblici fino al 31 dicembre 2015, evidenziando l'associazione tra il salto dei pasti e la mortalità, per tutte le cause e per malattie cardiovascolari. Durante il periodo di follow-up si sono verificati in tutto 4.175 decessi, dei quali 878 per cause cardiovascolari come infarti del miocardio, arresto cardiaco, ictus e simili. Dall'analisi statistica è emerso che, rispetto a coloro che consumavano i tre pasti principali del giorno, per chi ne consumava soltanto uno il rischio di mortalità era di 1,30 (IC 95% da 1,03 a 1,64) superiore per la mortalità legata a tutte le cause e di 1,83 (IC 95% da 1,26 a 2,65) superiore per la mortalità legata a patologie cardiovascolari. Chi saltava la colazione aveva un rischio maggiore di morte cardiovascolare di 1,40 (IC 95% da 1,09 a 1,78) rispetto a chi non lo faceva. Chi saltava il pranzo aveva invece un rischio di morte prematura per tutte le cause di 1,12 (IC 95% da 1,01 a 1,24), mentre era di 1,16 (IC 95% da 1,02 a 1,32) per chi saltava la cena, sempre rispetto a chi consumava tre pasti al giorno. Anche chi mangiava tre volte al giorno ma lo faceva con intervalli orari inferiori alle 4,5 ore (tra due pasti adiacenti) aveva un rischio superiore di morte prematura.

“In un momento in cui il digiuno intermittente è ampiamente pubblicizzato come una soluzione per la perdita di peso, la salute metabolica e la prevenzione delle malattie, il nostro studio è importante per l'ampia porzione di adulti americani che mangiano meno di tre pasti al giorno. La nostra ricerca ha rivelato che le persone che mangiano solo un pasto al giorno hanno maggiori probabilità di morire rispetto a quelle che consumavano più pasti giornalieri. Tra questi, i partecipanti che saltano la colazione hanno maggiori probabilità di sviluppare malattie cardiovascolari fatali, mentre coloro che saltano il pranzo o la cena aumentano il rischio di morte per tutte le cause”, ha dichiarato in un comunicato stampa il professor Yangbo Sun, autore principale dello studio.

È interessante notare che l'associazione tra morte prematura e saltare i pasti restava significativa “anche dopo aggiustamenti per fattori dietetici e di stile di vita (fumo, consumo di alcol, livelli di attività fisica, apporto energetico e qualità della dieta) e insicurezza alimentare”, come specificato dal professor Bao. I soggetti più predisposti a saltare i pasti erano maschi, neri non ispanici, giovani e meno istruiti. Serviranno ulteriori studi approfonditi per determinare un rapporto di causa – effetto tra il saltare i pasti e il rischio di morte precoce. I dettagli della ricerca “Meal Skipping and Shorter Meal Intervals Are Associated with Increased Risk of All-Cause and Cardiovascular Disease Mortality among US Adults” sono stati pubblicati sulla rivista scientifica specializzata Journal of the Academy of Nutrition and Dietetics.

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