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Ridurre un amminoacido nella dieta dei topi allunga la vita del 33%: forse funziona anche nell’uomo

Un team di ricerca americano ha scoperto che limitare l’assunzione di isoleucina, un amminoacido essenziale, aumenta la longevità dei topi del 33%. Inoltre fa perdere peso, migliora la forza e protegge da tumori e problemi di prostata. La riduzione forse è efficace anche nell’uomo, ma deve essere dimostrato con studi clinici.
A cura di Andrea Centini
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I ricercatori hanno scoperto che la sensibile riduzione di un amminoacido nella dieta dei topi aumenta la longevità fino a un incredibile 33 percento. Ma non solo. I roditori sottoposti a questo modello alimentare, basato sul taglio dell'isoleucina, sono anche dimagriti e hanno mantenuto il peso corporeo, inoltre sono risultati più forti, meno esposti al rischio di sviluppare tumori e con meno problemi di prostata. Il tutto mentre consumavano più calorie di altri topi dei gruppi di controllo, che seguivano diete differenti. La scoperta apre le porte a potenziali modelli alimentari “anti aging” e a farmaci in grado di contrastare invecchiamento e patologie come il diabete di tipo 2, tuttavia, come evidenziato da molteplici altre ricerche, non è assolutamente detto che ciò che funziona sui modelli murini (topi e ratti) poi si traduca in qualcosa di positivo anche nell'essere umano.

Va innanzitutto tenuto presente che l'isoleucina è un amminoacido essenziale per la vita e naturalmente non può essere ridotto a piacimento e a chiunque. Il composto non viene prodotto dal nostro organismo, ma deve essere necessariamente assunto attraverso la dieta; lo si trova in abbondanza negli alimenti ricchi di proteine come latticini, uova, legumi, pesce e carne. È essenziale perché gioca un ruolo fondamentale nella sintesi delle proteine nel tessuto muscolare, è coinvolto nella produzione dell'emoglobina, protegge proteine strutturali e fornisce energia all'organismo quando si manifesta carenza di glucosio. Insomma, senza isoleucina non possiamo vivere ed eventuali tagli senza assistenza medica non vanno assolutamente contemplati. Come spiegano gli autori del nuovo studio, è certo che l'isoleucina è sovrarappresentata nella dieta delle persone in sovrappeso e con obesità, pertanto una riduzione nel contesto di una dieta sana ed equilibrata può già fornire benefici significativi. I risultati ottenuti con i topi, comunque, potrebbero sfociare in nuovi trattamenti – anche farmacologici – in grado di rallentare l'invecchiamento.

A condurre il nuovo studio è stato un team di ricerca statunitense guidato da scienziati dell'Università del Wisconsin-Madison, che hanno collaborato a stretto contatto con i colleghi del Dipartimento di Biochimica dell'Università della California, del William S. Middleton Memorial Veterans Hospital, del George M. O'Brien Center of Research Excellence e di altri istituti. I ricercatori, coordinati dal professor Dudley W. Lamming, docente specializzato in metabolismo della Scuola di Medicina e Salute Pubblica presso l'ateneo di Madison, sono giunti alle loro conclusioni dopo aver coinvolto nello studio tre gruppi di topi geneticamente modificati con sei mesi di età, equivalenti a circa 30 anni nell'essere umano. A ciascuno di essi è stato dato un modello alimentare differente: al primo è stata assegnata una dieta di controllo bilanciata; al secondo una dieta analoga alla prima con circa 20 amminoacidi ridotti del 66 percento; al terzo con la sola isoleucina ridotta del 66 percento. I topi potevano mangiare quanto desideravano.

I ricercatori hanno osservato che i topi del gruppo isoleucina hanno perso peso rapidamente come quelli del gruppo dei 20 amminoacidi, ma questi ultimi alla fine dello studio hanno ripreso sia il peso che il grasso. I topi del gruppo isoleucina, inoltre, in media vivevano molto più a lungo degli altri. Per i maschi si è arrivati a un significativo +33 percento, mentre per le femmine è stato registrato un +7 percento. Se ciò non bastasse, i topi del gruppo isoleucina perdevano meno peli, avevano una migliore forza muscolare, rischio di cancro inferiore e meno problemi di prostata ingrossata. In generale, vivevano più a lungo e più in salute rispetto ai roditori degli altri gruppi. Curiosamente questi topi longevi e forti consumavano molte più calorie degli altri, ma non le bruciavano facendo più esercizio, semplicemente attraverso “aggiustamenti del metabolismo”, come spiegato dagli autori dello studio.

È particolarmente interessante notare che questi risultati sono stati ottenuti in topi prossimi alla mezza età, non giovanissimi. “Ricerche precedenti hanno dimostrato un aumento della durata della vita con diete ipocaloriche e povere di proteine o di aminoacidi iniziate in topi molto giovani”, ha dichiarato il professor Lamming in un comunicato stampa. “Abbiamo iniziato con i topi che stavano già invecchiando. È interessante e incoraggiante pensare che un cambiamento nella dieta possa ancora fare una così grande differenza nella durata della vita e in ciò che chiamiamo ‘durata della salute', anche quando inizia più vicino alla mezza età”, ha aggiunto lo scienziato.

Sebbene i risultati siano molto promettenti, come indicato non si può semplicemente pensare di tagliare un amminoacido essenziale come l'isoleucina dalla dieta delle persone, tuttavia la si potrebbe limitare cercando di seguire diete più equilibrate e raccomandate da un nutrizionista. Spesso, infatti, come sottolineato dagli autori dello studio questo composto è sovrarappresentato nelle diete più insalubri. Saranno necessari studi clinici (sull'uomo) randomizzati e controllati per avere la certezza che limitare l'isoleucina – con la dieta o magari con farmaci – possa offrire effetti benefici contro l'invecchiamento anche nella nostra specie. I dettagli della ricerca “Dietary restriction of isoleucine increases healthspan and lifespan of genetically heterogeneous mice” sono stati pubblicati sulla rivista scientifica Cell Metabolism.

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