53 CONDIVISIONI
video suggerito
video suggerito

Rarissima balena franca nordatlantica trovata morta con una corda attorcigliata alla coda

Al largo dell’isola di Martha’s Vineyard, negli USA, è stata trovata la carcassa di una giovane femmina di balena franca nordatlantica, una specie in pericolo critico di estinzione. Il cetaceo ha una spessa corda attorcigliata alla coda. Restano solo 360 di queste balene, portate sull’orlo del baratro a causa della caccia spietata. Oggi continuano a morire a causa delle collisioni con le navi e delle reti da pesca abbandonate.
A cura di Andrea Centini
53 CONDIVISIONI
La balena franca nordatlantica trovata morta. Credit: Woods Hole Oceanographic Institution/Michael Moore/NOAA
La balena franca nordatlantica trovata morta. Credit: Woods Hole Oceanographic Institution/Michael Moore/NOAA

Una giovane femmina di balena franca nordatlantica (Eubalaena glacialis), una specie prossima all'estinzione, è stata trovata morta al largo della costa di un'isola statunitense. La carcassa è stata rinvenuta domenica 28 gennaio 2024 innanzi a Martha's Vineyard, un'isola del Massachusetts nota per le riprese del famigerato film di Steven Spielberg “Lo Squalo” e per l'incidente aereo costato la vita a John Fitzgerald Kennedy Jr. e a sua moglie. Non sono ancora chiare le cause della morte, ma attorno alla pinna caudale del cetaceo è stata trovata attorcigliata una spessa corda, penetrata a fondo nella carne dell'animale. Poiché le attrezzature da pesca fantasma – quelle abbandonate in mare, volutamente o meno – e le collisioni con le navi rappresentano la principale causa di morte per questi mammiferi marini, non ci sarebbe da stupirsi se anche questo fortunato esemplare fosse rimasto ucciso per negligenza o un deliberato atto criminale. In un modo o nell'altro, la colpa è sempre dell'essere umano.

La corda legata attorno alla pinna caudale della balena. Credit: Woods Hole Oceanographic Institution/Michael Moore/NOAA
La corda legata attorno alla pinna caudale della balena. Credit: Woods Hole Oceanographic Institution/Michael Moore/NOAA

La morte di una balena franca nordatlantica è una notizia drammatica per diverse ragioni. In primo luogo questa specie di cetaceo misticete – cioè con i fanoni – è classificata come in pericolo critico di estinzione (codice CR) nella Lista Rossa dell'Unione Internazionale per la Conservazione della Natura (IUCN), il principale organo mondiale che si occupa di monitorare la biodiversità. Secondo le stime della National Oceanic and Atmospheric Administration (NOAA) ne restano soltanto 360 individui al mondo, fra i quali meno di 70 sono femmine in età riproduttiva e attive.

Il fatto che la balena morta sia proprio una giovane femmina, di fatto, ha ridotto sensibilmente il numero di piccoli che vedranno la luce nei prossimi decenni, tanto preziosi per il recupero di questi meravigliosi animali. Inoltre il suo decesso conferma la prosecuzione del grave evento di mortalità insolito o UME (acronimo di Unusual Mortality Event) che sta colpendo la specie minacciata sin dal 2017. In base ai dati della NOAA, infatti, a partire da quell'anno sono stati registrati 122 casi di morte (36 esemplari); ferite gravi (35); e feriti o malati in modo subletale (51) ai danni di esemplari della specie. L'anno più drammatico è stato proprio il 2017, con 35 eventi, mentre tra il 2021 e il 2023 i numeri si sono stabilizzati attorno alla decina. Tra gli episodi più drammatici si ricordano la morte di nove esemplari tra giugno e agosto 2017 e di altri sei tra giugno e luglio 2019, quasi tutti uccisi da reti da pesca o collisioni con le navi.

L'anomala mortalità nelle balene franche nordatlantiche dal 2017. Credit: NOAA
L'anomala mortalità nelle balene franche nordatlantiche dal 2017. Credit: NOAA

Poiché la balena morta si trova ancora in acque agitate non è stato possibile fare l'identificazione, per capire se si tratti o meno di un esemplare censito nei database. Gli esperti del National Marine Mammal Stranding Response Network stanno organizzando un esame necroscopico (un'autopsia) sulla carcassa, durante il quale diventerebbero più chiare le cause del decesso. Ma non è ancora certo se sarà possibile eseguirlo. Nel frattempo sono state recuperate parti della spessa corda legata attorno alla pinna caudale della balena, per condurre le indagini di rito; potrebbe essere possibile risalire a chi l'ha abbandonata in mare, volutamente o meno.

Ciò che è certo è che la morte di ogni esemplare di balena franca nordatlantica è una perdita enorme per la specie in grave pericolo e la biodiversità in generale. Questi mammiferi marini sono stati letteralmente sterminati durante l'epoca della baleneria, a causa delle loro caratteristiche biologiche. Sono state chiamate “franche” dai balenieri poiché facili da uccidere e recuperare, dato che nuotano lentamente e il loro corpo ricco di grasso galleggia una volta ammazzate (a differenza di quello delle balenottere). Ma se le balene franche australi (Eubalaena australis) e altre specie di cetacei sono riuscite a riprendersi a sufficienza dopo la mattanza perpetrata dall'uomo, grazie alle misure di protezione introdotte, le balene franche nordatlantiche continuano ad avere enormi difficoltà. E con i numerosi decessi che si continuano a registrare nell'Oceano Atlantico, le speranze che possano uscire dal baratro dell'estinzione sono sempre di meno. La morte della giovane femmina con una corda attorno alla coda è l'ennesima dimostrazione del fatto che non stiamo facendo abbastanza per proteggerle.

53 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views