100 CONDIVISIONI
video suggerito
video suggerito

Rarissima balena franca nel Mar Mediterraneo, esperti: “Avvistamento storico”

Un esemplare di balena franca è stato visto innanzi alla costa di Almerìa (Spagna), nel Mar Mediterraneo. Probabilmente si tratta di una rarissima balena franca nordoccidentale, specie della quale restano circa 300 esemplari. Per i biologi marini esperti di cetacei si tratta di un avvistamento storico.
A cura di Andrea Centini
100 CONDIVISIONI
Il dettaglio della pinna pettorale della balena franca avvistata nel Mediterraneo. Credit: Equinac
Il dettaglio della pinna pettorale della balena franca avvistata nel Mediterraneo. Credit: Equinac

Nel Mar Mediterraneo, innanzi alla costa di Almerìa (Spagna), è stata avvistata una balena franca. Come indicato dagli esperti si tratta di un incontro davvero eccezionale, dal valore storico. Queste balene, di cui esistono tre specie (quattro contemplando anche la balena della Groenlandia), non vivono infatti nel Mare Nostrum; si ritiene che l'esemplare sia entrato dall'Oceano Atlantico attraverso lo Stretto di Gibilterra. A rendere l'avvistamento ancor più straordinario il fatto che il cetaceo, come indicato dall'organizzazione di ricerca SEAME Sardinia su Facebook, molto probabilmente è una balena franca nordatlantica (Eubalena glacialis), una specie classificata in pericolo critico di estinzione (codice CR) nella Lista Rossa dell'Unione Internazionale per la conservazione della Natura (IUCN). Di questi animali, completamente sterminati dall'Atlantico orientale a causa della caccia, ne sopravvivono soltanto circa 300 esemplari nell'Atlantico occidentale, principalmente innanzi alle coste di Canada e Stati Uniti. Ciò significa dalla parte opposta dello Stretto di Gibilterra.

A documentare in video lo storico avvistamento della balena franca una studentessa impegnata in un'uscita con un centro di immersioni, associato all'organizzazione Equinac che da oltre 20 anni è impegnata nel salvataggio di tartarughe marine e cetacei in difficoltà. Le immagini, riprese a grande distanza, non sono molto chiare ed è difficile capire la specie coinvolta. Ma come spiegato dalla biologa marina Eva Morón, coordinatrice di Equinac, si vede chiaramente che non siamo innanzi a una balenottera comune (Balaenoptera physalus) – l'unica specie di grande cetaceo misticete normalmente presente nel Mediterraneo – e nemmeno a una megattera (Megaptera novaeangliae), una balenottera che talvolta entra dall'Atlantico e viene avvistata anche dalle nostre parti. Si ricordi ad esempio il meraviglioso avvistamento di mamma e piccolo al largo di Genova dell'agosto del 2020.

C'è comunque un dettaglio che lascia pochi dubbi sul fatto di trovarsi innanzi a una balena franca: la forma della pinna pettorale, ben diversa da quella delle balenottere. “Dall'analisi delle immagini della pinna pettorale che colpisce l'acqua, e dalla forma di essa, si è concluso che è molto probabile che si tratti di una balena franca, il che sarebbe un avvistamento eccezionale di una specie di balena che non si trova nel Mediterraneo”, ha spiegato l'esperto di cetacei Eduard Degollada dell'associazione Edmaktub, contattato dalla collega Eva Morón. Il grande cetaceo è stato visto a poca distanza dalla costa di Almerìa e, secondo gli esperti, è in buona salute perché si trovava in una zona di alimentazione (confermata dalla presenza di numerosi gabbiani).

La balena franca avvistata alle Azzorre nel 2009. Credit: CW Azores
La balena franca avvistata alle Azzorre nel 2009. Credit: CW Azores

Una decina di anni fa ci sono stati avvistamenti di balene franche innanzi all'Islanda e uno nel 2009 davanti all'isola di Pico (Azzorre). Non si può escludere che siano esemplari della popolazione dell'Atlantico nordoccidentale che si spingono nella parte orientale, oppure superstiti della popolazione orientale sottoposta al massacro durante l'epoca della baleneria. Le balene franche sono state tra le più colpite in assoluto perché nuotano lentamente e vicino alle coste, inoltre galleggiano una volta uccise (a differenza delle balenottere) a causa del grande strato di grasso che circonda il loro corpo. Il nome “franche” fu scelto proprio dai balenieri perché erano le balene facili da cacciare. E infatti sono state annientate.

Se altri cetacei si stanno lentamente riprendendo, le balene franche nordatlantiche e le balene franche nordpacifiche (Eubalaena japonica) sono ancora estremamente minacciate di estinzione a causa dell'uomo. Oggi non è più la caccia a ucciderle, ma le reti da pesca fantasma e le collisioni con le navi. L'unica delle tre specie di balena franca che gode di buona salute è la balena franca australe (Eubalaena australis) che vive innanzi alle coste del Sud America (recentemente filmate dal videografo italiano Bartolomeo Bove). Non si può escludere del tutto che l'esemplare avvistato in Spagna possa essere una balena franca australe risalita nell'Atlantico del nord e avventuratasi verso Est.

Come spiegato da SEAME Sardinia, ci sono stati pochissimi avvistamenti occasionali (accertati o meno) di balena franca nel Mar Mediterraneo. Uno in Sardegna a pochi chilometri dall'isola di Sant'Antioco; una femmina al largo di Taranto (1877) e due esemplari nella baia di Castiglione (Algeria) nel 1888. “Lo scheletro dell’esemplare ucciso a Taranto, unico scheletro completo di un esemplare di questa specie proveniente dal Mediterraneo, è conservato al Museo Zoologico di Napoli”, spiega l'organizzazione no profit su Facebook. Gli esperti sottolineano che le balene franche sono rigidamente protette come tutte le specie di cetacei e per la legge spagnola non vanno avvicinate, disturbate e inseguite, al fine di non arrecare loro disturbo o disagio.

100 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views