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Questo animale che assomiglia a un cartone animato sta tornando: il progetto per salvare l’axolotl

L’axolotl, anche noto come assolotto o salamandra messicana, è una specie davvero unica, sia per il suo aspetto fisico che per le sue capacità di rigenerazione. Oggi però a causa della perdita di habitat naturale rischia di scomparire.
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Fino a qualche anno fa il destino dell'axolotl sembrava segnato, ma oggi forse per questo animale davvero unico c'è una speranza in più. D'altronde, le caratteristiche e l'aspetto così bizzarri di questo anfibio urodelo da sempre catturano l'interesse dell'uomo. Non solo per il suo volto – sembra che sorrida come se fosse un cartone animato – ma anche per le sue straordinarie proprietà autorigeneranti. Può infatti ricreare velocemente i suoi organi interni, le sue ossa e perfino parte del cervello, capacità per cui è anche molto impiegato nella ricerca biomedica.

L'axolotl (Ambystoma mexicanum), conosciuto anche con i nomi di assolotto, salamandra messicana o pesce camminatore messicano, dopo essere stato venerato nella mitologia azteca come l'animale in cui si era reincarnata una divinità punita, nel 2021 è comparso sul retro delle banconote da 50 pesos e oggi è diventato perfino un fenomeno pop, dopo che i produttori di Minecraft hanno deciso di trasformarlo in un personaggio del loro videogioco.

Eppure, per questo animaletto che assomiglia quasi a un cartone animato, negli ultimi anni le cose non si sono messe troppo bene: anche se il numero di esemplari che vive in cattività è molto alto, recentemente la sua presenza in natura si è drasticamente ridotta per una serie di fattori, tra cui la perdita del suo habitat naturale ha svolto un ruolo determinante.

Oggi, c'è solo un posto al mondo i pochi esemplari rimasti vivono in natura: il lago di Xochimilco, vicino Città del Messico, ma l'inquinamento, il moltiplicarsi delle specie invasive che si nutrono delle loro uova, e la predazione da parte degli uccelli, sta mettendo a dura prova la loro esistenza. Secondo recenti stime rimarrebbero in natura meno di mille esemplari.

Ecco perché negli ultimi anni, in Messico sono nate diverse iniziative per provare a cambiare il destino, apparentemente ormai segnato, dell'axolotl. Uno di questi, un progetto guidato dall'Università Nazionale Autonoma del Messico (UNAM) e dell'Università Autonoma della Bassa California, ha dato risultati davvero incoraggianti, dimostrando che gli esemplari cresciuti in cattività sono in grado di sopravvivere allo stato selvatico, una volta reintrodotti in natura.

Come spiegano nel loro studio appena pubblicato sulla rivista Plos One, i ricercatori hanno rilasciato in natura nove esemplari maschi e nove femmine che erano cresciuti fino ad allora in cattività. Hanno scelto come luogo due siti nella parte sud di Città del Messico: alcune zone umide bonificate del lago Xochimilco e La Cantera Oriente, una zona umida seminaturale che si trova nella Riserva Ecologica di San Ángel.

Prima di rilasciarli hanno installato sugli esemplari dei dispositivi che permettessero ai ricercatori di monitorarli. Lo hanno fatto per 40 giorni e quello che hanno scoperto è stato davvero incoraggiante: tutti gli esemplari erano sopravvissuti e tre sono aumentati di peso, un segnale che quindi l'esperimento sia andato a buon fine.

"È stato davvero un buon risultato perché significa che non solo stanno evitando i predatori, ma stanno anche cacciando e trovando con successo prede in natura", ha spiegato alla radio NPR Alejandra Ramos, una dell'Università Autonoma della Bassa California, a capo dello studio.

Certo, questo non significa che l'axolotl sia fuori pericolo, ma il successo di questo progetto mostra come la salvaguardia delle specie a rischio passi attraverso la tutela e il ripristino del loro habitat naturale: "Da quando abbiamo ripristinato gli axolotl – ha aggiunto Ramos – la gente del posto ha rivisto altre specie che non vedeva da anni in questi siti".

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