Quattro italiani su dieci sono a rischio cardiovascolare: attenzione a un’abitudine spesso sottovalutata

In Italia, circa quattro persone su dieci (40% della popolazione) presentano almeno tre fattori di rischio cardiovascolare. L'insorgere di queste malattie è influenzato da diversi fattori: alcuni non modificabili, come l'età o il sesso, altri modificabili, cioè legati alle abitudini di vita del singolo.
Complessivamente, i fattori di rischio più comuni tra gli italiani sono il fumo, la vita sedentaria, l'eccesso di peso, ma anche la presenza di condizioni pregresse come la pressione arteriosa alta o il diabete. Ma c'è anche un'altra cattiva abitudine, che oltre a essere sempre più diffusa, è spesso sottovalutata o perfino ignorata. Infatti solo circa cinque italiani su dieci (57%): il consumo eccessivo di sale. È quanto emerge dai dati del sistema di sorveglianza PASSI – la sigla sta per "Progressi delle Aziende Sanitarie per la Salute in Italia" – riferiti al 2023 e al 2024.
Cosa sono le malattie cardiovascolari
Le malattie cardiovascolari sono la prima causa di morte sia in Italia che nel mondo. Con questo termine si indica un vasto insieme di patologie che possono colpire il cuore o i vasi sanguigni, come l'infarto, l'angina pectoris, altri disturbi del ritmo cardiaco, ma anche la malattia coronarica o la malattia delle valvole cardiache.
Dato il ruolo dei fattori di rischio modificabili, dal 2008 il programma PASSI analizza ogni biennio la loro presenza nella popolazione adulta, ovvero di età compresa tra i 18 e i 69 anni. Il quadro generale che emerge dal report mostra come ci sia ancora molto da fare sul piano della prevenzione: il 40% degli adulti tra i 18 e i 69 anni risulta infatti esposto ad almeno tre fattori di rischio noti per le malattie cardiovascolari, mentre solo il 2% della popolazione in questa fascia d’età risulta completamente libera da tali fattori.
In particolare, la presenza di ipertensione e colesterolo alto, due dei fattori di rischio noti per le malattie cardiovascolari, aumenta man mano che si va avanti con l'età. Prima dei 35 anni, solo poco più del 2% soffre di pressione alta, ma tra i 50 e i 69 anni questa condizione viene riscontrata nel 33% della popolazione.
Numeri simili sono stati riportati per l'ipercolesterolemia: si passa da meno del 4% tra i 18-34enni al 30% tra i 50-69enni. Entrambe le condizioni sono strettamente correlate a un altro fattore di rischio cardiovascolare, ovvero l'eccesso ponderale, cioè un eccessivo accumulo di grasso corporeo, una condizione presente nelle persone in sovrappeso o con obesità.
Attenzione al consumo di sale
Il report ha individuato inoltre un altro fattore di rischio cardiovascolare fin troppo spesso trascurato, anche tra le persone che hanno già una patologia cronica: nei due anni considerati, appena poco più di cinque persone su dieci (57% degli intervistati) hanno dichiarato di prestare attenzione al consumo di sale, sia negli alimenti confezionati sia durante la preparazione dei piatti fatti in casa. Tra le persone affette da almeno una patologia cronica la situazione non migliora: un paziente su tre (circa 33%) ha dichiarato di non prestarvi attenzione.
Eppure, moderare il consumo di sale è fondamentale per ridurre il rischio di molte condizioni pericolose per la salute. Non solo per la pressione arteriosa alta, e quindi per le malattie cardiovascolari: usare troppo sale è stato anche associato a un rischio notevolmente maggiore di sviluppare obesità, nonché il cancro allo stomaco. Un recente studio ha mostrato che chi è abituato ad aggiungere sale ai propri piatti ha un rischio maggiore di sviluppare questa forma di tumore.
La dose raccomanda di sale
In realtà, quella di eccedere nel consumo di sale è una cattiva abitudine davvero molto comune: secondo quanto riporta l'Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri, una persona in condizioni di salute normali avrebbe bisogno di circa 393,4 mg di sodio al giorno, che corrispondono a 1 grammo di sale da cucina (cloruro di sodio), ma un italiano medio assume circa 10 grammi di sale al giorno, ovvero 4 grammi di sodio. Parliamo di una dose dieci volte superiore a quella di cui effettivamente avremmo bisogno.
Secondo l'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), la quantità massima raccomandata di sale al giorno per un adulto è di 5 grammi, l'equivalente di circa un cucchiaino da tè, una quantità che però non si riferisce solo al sale aggiunto, ma anche a quello già contenuto negli alimenti trasformati, come formaggi o carne, o in quelli confezionati.