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Quanto consuma aprire la porta del frigorifero

Aprire la porta del frigorifero ha un impatto significativo sulla bolletta dell’energia elettrica e sull’ambiente. Ecco quanto e perché.
A cura di Andrea Centini
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Quante volte da bambini i nostri genitori ci hanno detto di non lasciare il frigorifero aperto, mentre li aiutavamo con la spesa o magari temporeggiavamo nello scegliere la merenda? Parecchie. E a ragione. Quando apriamo il frigorifero, infatti, permettiamo all'aria calda di entrare all'interno, costringendo il compressore ad attivarsi per ributtarla fuori e ripristinare la temperatura fredda regolata col termostato. Ogni volta che apriamo questo elettrodomestico, dunque, aumentiamo il consumo energetico e contemporaneamente peggioriamo il nostro impatto sull'ambiente. Naturalmente, maggiore è la temperatura ambientale della cucina, dove solitamente si trova il frigorifero, peggiori sono gli effetti sulla bolletta. In questo periodo di caldo soffocante e prezzi dell'energia elettrica alle stelle, “giocare” troppo col frigorifero può determinare conseguenze piuttosto spiacevoli sui consumi. Ma quanto consuma, effettivamente, tenere aperta la porta del frigorifero?

A questa domanda non è facile rispondere, poiché il consumo è influenzato da una miriade di fattori. Potenza dell'elettrodomestico; temperatura ambientale; temperatura interna; quanto tempo lo si tiene aperto e quante volte durante il giorno; quante e quali cose sono conservate all'interno e moltissimo altro ancora. Ciò nonostante, sono stati condotti diversi studi sul tema, che hanno preso in considerazione i frigoriferi "medi" presenti nelle famiglie. Secondo la rivista specializzata in economia domestica Home Energy Magazine, tenere aperta la porta del frigorifero pesa in media per ben il 7 percento del consumo totale dell'elettrodomestico. L'Istituto di Scienze Agrarie e Alimentari dell'Università della Florida ha determinato che aprire e chiudere la porta del frigorifero senza preoccuparsene può portare a uno spreco di energia compreso tra i 50 e i 120 kWh (kilowattora o chilowattora) all'anno, come riportato da goodhousekeeping.com. Vi sembra poco? 50 chilowattora equivalgono più o meno a venti cicli di lavastoviglie, mentre 100 kWh a cinquanta cicli di lavatrice, circa uno a settimana per un anno intero.

Lo studio “Opening the door on refrigerator energy consumption: quantifying the key drivers in the home” ha valutato il consumo dei frigoriferi in oltre 230 case in Australia, determinando che la fetta principale del consumo (75 percento) deriva dalla temperatura ambientale. Il 10 percento è legato allo sbrinamento, un impatto relativamente contenuto, mentre in media le interazioni (come appunto aprire la porta) pesano per il 15 percento. Ma il dato è molto variabile, perché questa fetta può arrivare fino al 45 percento nelle famiglie numerose, nelle quali il frigo si apre e chiude molto più spesso.

Per comprendere quanto è elevato l'impatto energetico dei frigoriferi aperti, basti pensare che secondo uno studio citato dalla BBC nel Regno Unito si potrebbe risparmiare l'1 percento del consumo elettrico totale annuale se tutti i supermercati avessero la sezione frigo chiusa con uno sportello. I supermercati pagherebbero il 33 percento in meno le bollette e si risparmierebbero ben 2.000 tonnellate di carbonio ogni anno. Anche in Italia molti supermercati hanno il banco frigo esposto, senza porte, con un impatto energetico e climatico decisamente superiore.

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