Primo trapianto di vescica al mondo eseguito negli USA: intervento chirurgico storico

Dopo oltre quattro anni di progettazione, negli Stati Uniti è stato eseguito con successo il primo trapianto di vescica al mondo. Un intervento chirurgico storico che può rivoluzionare il trattamento di gravi malattie in grado di compromettere in modo significativo questo delicato e complesso organo. Sebbene infatti si eseguano da molti anni trapianti di cuore, polmoni, reni e altri organi e tessuti, la vescica fino ad oggi era sempre rimasta fuori dalle procedure trapiantologiche sugli esseri umani. La ragione risiede proprio nella complessità di questo organo, estremamente specializzato. Non si tratta infatti di una semplice sacca che raccoglie l'urina prima della minzione, ma di una struttura stratificata con muscoli, nervi, vasi e una mucosa che devono funzionare in modo sinergico per permettere contrazione e rilassamento in base agli stimoli. Sostituire la vescica e ottenere un funzionamento adeguato era una vera sfida che solo oggi i medici sono riusciti a superare.
Il merito di questo trapianto storico è di un'equipe medica del Ronald Reagan Medical Center presso l'Università della California di Los Angeles (UCLA), guidata dal chirurgo urologico specializzato in trapianti dott. Nima Nassiri. Il medico, che dirige il pionieristico programma di trapianto di vescica composita vascolarizzata dell'ateneo statunitense, è stato assistito nell'intervento dal dott. Inderbir Gill, direttore della sezione di Urologia. A ricevere il trapianto è stato il paziente Oscar Larrainzar, sottoposto a dialisi per diversi anni a causa di aggressivi tumori che avevano colpito entrambi i reni (già asportati da tempo) e la vescica. Di quest'ultima, dopo la rimozione della massa tumorale, era rimasta una porzione troppo piccola e disfunzionale “in un contesto di preesistente insufficienza renale allo stadio terminale”, hanno spiegato gli esperti in un comunicato stampa. Per questo il paziente è stato considerato un candidato ideale per essere sottoposto a un intervento chirurgico così complesso e pionieristico. Durante l'operazione, durata otto ore ed eseguita lo scorso 4 maggio, non solo è stata trapiantata la vescica, ma anche un rene, per ripristinare quasi completamente un apparato urinario funzionale. A più di due settimane dall'intervento i medici sono estremamente soddisfatti dei risultati e degli esiti clinici sul paziente.

“Il rene ha prodotto immediatamente un grande volume di urina e la funzionalità renale del paziente è migliorata immediatamente”, ha affermato il dottor Nassiri. “Non è stata necessaria alcuna dialisi dopo l'intervento e l'urina è stata drenata correttamente nella nuova vescica”, ha aggiunto l'esperto, sottolineando che è entusiasmante per offrire questa nuova potenziale opzione ai pazienti con organi compromessi.
Talvolta, quando la vescica è colpita dal cancro, infezioni gravi o altre malattie che comportano un'estesa asportazione di tessuto, si interviene con le cosiddette “neovesciche”, nelle quali il tessuto rimosso viene sostituito con parti di intestino. Si stanno anche progettando strutture bioingegnerizzate sostitutive, che sono al centro della medicina rigenerativa. Nel frattempo, grazie al lavoro dell'equipe del dottor Nassiri, si è aperta anche questa nuova possibilità del trapianto, che come indicato dagli esperti è rivolta ai pazienti già sottoposti a terapia immunosoppressiva o che ne hanno urgente necessità. Il rischio di rigetto resta infatti uno dei problemi maggiori nel contesto della trapiantologia.
Al momento, fortunatamente, il signor Larrainzar sta seguendo una convalescenza regolare e i suoi nuovi organi – donati nel contesto del progetto OneLegacy – funzionano bene, ma naturalmente viene monitorato scrupolosamente dai medici. Ci sono rischi a breve, medio e lungo termine da non sottovalutare, come emorragie e infezioni batteriche, oltre al sopracitato rischio rigetto; solo col tempo sapremo se questo tipo di procedura possa diventare un nuovo standard nel trattamento delle malattie vescicali. Recentemente sono stati testati anche trapianti di cuore e reni di maiale, che non hanno avuto una prolungata efficacia.