89 CONDIVISIONI
video suggerito
video suggerito

Farmaco sperimentale fa perdere il doppio del peso della sola semaglutide, già ritenuta “miracolosa”

I risultati preliminari di uno studio mostrano che un pillola dimagrante sperimentale può far perdere il doppio del peso dei farmaci basati sulla sola semaglutide, già considerati “miracolosi” e in grado di far perdere decine di chilogrammi ai pazienti. Come funziona il nuovo medicinale orale chiamato amicretina.
A cura di Andrea Centini
89 CONDIVISIONI
Immagine

Un nuovo farmaco sperimentale per la perdita del peso sembra avere un'efficacia doppia rispetto a quelli basati sulla sola semaglutide, già considerati “miracolosi” e in grado di far perdere decine di chilogrammi ai pazienti. A rendere questo medicinale – chiamato amycretin, amicretina – ancor più interessante, il fatto che non si basa su iniezioni settimanali, bensì sull'assunzione quotidiana di una semplice pillola. Inoltre gli effetti collaterali evidenziati fino ad ora risultano essere in linea con quelli degli altri agonisti del peptide 1 simile al glucagone (GLP-1), farmaci nati per combattere il diabete di tipo 2 e rilevatisi estremamente preziosi nel contrasto all'obesità. Il nuovo farmaco sperimentale, oltre a imitare l’azione dell'ormone intestinale che induce il senso di sazietà, imita anche un altro ormone chiamato amilina; sarebbe proprio la sinergia di questi principi attivi a rendere l'amicretina così efficace nel favorire la perdita di peso.

A sviluppare e testare il nuovo farmaco dimagrante sperimentale il colosso farmaceutico danese Novo Nordisk, già produttore del Wegovy basato sulla sopracitata semaglutide, uno dei medicinali anti obesità di maggiore successo sul mercato. Basti sapere che, nel 2023, secondo i rapporti finanziari della società nordeuropea esso ha comportato un fatturato di ben 4,6 miliardi di dollari. La domanda è stata così elevata che Novo Nordisk ha avuto alcune difficoltà a stare al passo, ma sta potenziando la propria capacità produttiva proprio per rispondere alle richieste crescenti. Se il nuovo farmaco dovesse avere effettivamente la capacità evidenziata dai dati preliminari, è verosimile immaginare un successo ancora maggiore, trattandosi di una pillola da assumere oralmente. Non a caso all'annuncio dei primi dati il mercato ha risposto con entusiasmo, facendo salire alle stelle il valore delle azioni (oltre l'8 percento) e portando la capitalizzazione della società a quasi 610 miliardi di dollari, più di Tesla.

Come funziona l'amicretina

Come specificato, l'amicretina ha determinato una perdita di peso doppia rispetto a quella evidenziata dai farmaci basati sulla sola semaglutide. Il calo complessivo di peso corporeo è stato infatti del 13 percento in soli 3 mesi (12 settimane), rispetto al 6 percento circa registrato con gli altri medicinali. Chi prendeva le pillole placebo, inoltre, ha perso solo l'1 percento. È doveroso sottolineare che si tratta dei dati preliminari di uno studio di Fase 1 – volto a determinare sicurezza e dosaggio del principio attivo – con appena 16 partecipanti (peso medio di 89 chilogrammi). È chiaro che questi risultati, presentati durante un evento per gli investitori dell'azienda, dovranno essere confermati negli step successivi della sperimentazione (studi di Fase 2 e Fase 3). Oltre al piccolo numero di persone coinvolte, il farmaco è stato testato per troppo poco tempo per avere un'idea precisa della sua reale efficacia. Anche dal punto di vista della sicurezza andranno approfonditi i risultati, sebbene al momento gli effetti collaterali dell'amicretina riportati sono i medesimi degli altri farmaci che imitano il GLP-1, principalmente disturbi gastrointestinali come nausea, diarrea e vomito.

La particolare efficacia del nuovo farmaco di Novo Nordisk, come indicato, sarebbe legata al fatto che oltre a imitare l'ormone rilasciato dall'organismo dopo aver mangiato (quello che induce il senso di sazietà) imita anche l'amilina, un ormone secreto dal pancreas assieme all'insulina. Anch'esso è coinvolto nel regolare la sazietà e altri processi metabolici legati all'assunzione del cibo. “Questo approccio sembra essere un po’ più interessante, visti i dati limitati di cui disponiamo”, ha dichiarato a New Scientist il professor Daniel Drucker, docente presso l’Università di Toronto (Canada). Non resta che attendere il prosieguo della sperimentazione per sapere se siamo davvero innanzi a una pillola dimagrante rivoluzionaria.

89 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views