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Perché si parla di bomba sporca in Ucraina e che differenza c’è con la bomba atomica

Mosca accusa Kiev di aver pianificato l’esplosione sul proprio territorio di una “bomba sporca”, un ordigno che combina un esplosivo convenzionale con materiali radioattivi.
A cura di Valeria Aiello
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Le accuse di Mosca (rispedite al mittente da Kiev e dalla NATO) circa la presunta pianificazione da parte delle forze armate ucraine di un’esplosione di una bomba sporca sul proprio territorio sono “un pretesto della Russia per intensificare il conflitto in Ucraina”. Così, anche Stati Uniti, Regno Unito e Francia, in una dichiarazione congiunta hanno respinto le affermazioni “palesemente false” del ministro della difesa russo Sergei Shoigu, secondo cui l’Ucraina si starebbe preparando a utilizzare una “dirty bomb”, ovvero un ordigno che combina esplosivi tradizionali con materiali radioattivi (come uranio-235 e cesio-137), per poi accusare la Russia dell’uso di armi di distruzione di massa. “Nessuno si lascerebbe ingannare” se il Cremlino utilizzasse tale propaganda per un’escalation del conflitto, hanno precisato i Paesi occidentali. Tuttavia, con la replica alle asserzioni di Mosca, sono comunque in tanti a chiedersi cosa sia esattamente una bomba sporca – nota anche come arma radiologica o RDD – e quali sarebbero le sue conseguenze sulla salute.

La differenza tra bomba sporca e bomba nucleare

Una bomba sporca è un dispositivo di dispersione radiologica (dall’inglese Radiological Dispersal Devices, RDD) che combina esplosivi tradizionali, come la dinamite, con materiali radioattivi. Nota in italiano anche come “arma radiologica”, è ben diversa da un ordigno atomico vero e proprio, in quanto non dà luogo a un’esplosione nucleare (non innesca una reazione a catena), ma disperde polveri radioattive in grado di contaminare l’ambiente circostante.

In altre parole, l’esplosione di una bomba sporca non avrebbe gli effetti devastanti dell’atomica, né in termini di distruzione né per numero di vittime, che sarebbero analoghi a quelli di un ordigno tradizionale, con tuttavia le conseguenze derivanti dalla diffusione di polveri radioattive, il cui impatto sarebbe comunque limitato alle aree vicine all’esplosione in relazione al tipo di radionuclide impiegato (come uranio-235, cesio-137, cobalto-60, americio-241, iridio-192 e plutonio-139).

Come per gli ordigni tradizionali, il pericolo principale di una bomba sporca risiede dunque nella potenza esplosiva, mentre i materiali radioattivi probabilmente non andrebbero a creare un’esposizione su larga scala, rimanendo per lo più limitati al luogo della detonazione. L’uso del condizionale è, ad ogni modo, d’obbligo, in quanto ad oggi l’uso di questo tipo di arma non è fortunatamente mai stato documentato in alcun conflitto. L’impiego è stato tuttavia ipotizzato da parte di gruppi terroristici per provocare panico e vittime in aree densamente popolate, oppure per rendere inutilizzabili territori per lunghi periodi.

Quali sono gli effetti delle bombe sporche

Gli effetti sulla salute di una bomba sporca dipendono in misura significativa dalla qualità della fonte di radiazioni impiegata. In particolare, gli effetti sono influenzati dall’energia e dal tipo di radiazioni, dal tempo di dimezzamento (il periodo affinché la metà degli atomi radioattivi decadano), dalle dimensioni dell’esplosione, dalle caratteristiche ambientali e dalla disponibilità di protezioni.

Chiaramente, nel luogo di detonazione, l’esposizione alla radiazioni può essere comunque sufficiente a provocare malattie acute, mentre le polveri radioattive che si diffondono nell’ambiente possono essere pericolose se ingerite o inalate, con effetti legati alla loro tossicità e cancerogenicità. I materiali radioattivi possono infatti contaminare l’acqua o entrare nella catena alimentare, rendendo inabitabili le aree dove si verifica l’esplosione, sebbene possano essere necessari giorni affinché si verifichino tali condizioni. Altro discorso è invece l’effetto psicologico che un’arma radioattiva avrebbe sulla popolazione civile (paura) e gli impatti economici legati all’inabilità dell’area.

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