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Perché la UE ha vietato smalti e gel per unghie contenenti questi composti chimici

Smalti, gel e altri cosmetici contenenti TPO e DMTA saranno vietati nei Paesi dell’Unione Europea dal primo settembre. Quali sono le ragioni della messa al bando e i risultati degli studi dell’ECHA sui composti chimici.
A cura di Andrea Centini
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Da lunedì 1 settembre 2025 nei Paesi dell'Unione Europea (UE) sarà vietato l'utilizzo di due composti chimici per cosmetici, presenti in particolar modo in gel e smalti per le unghie. Nello specifico si tratta del fotoiniziatore Ossido di Trimetilbenzoil Difenilfosfina (Trimethylbenzoyl Diphenylphosphine OxideTPO) e del condizionante Dimetiltolilammina (DimethyltolylamineDMTA). Entrambi vengono impiegati per fissare e migliorare l'adesione dei sopracitati prodotti sulle unghie, ad esempio attraverso lampade UV che ne favoriscono la polimerizzazione. Aiutano anche a contrastare l'ingiallimento e migliorano la compatibilità fra più sostanze.

La ragione del divieto, come indicato nel regolamento della Commissione Europea 2025/877 del 12 maggio 2025, risiede nel fatto che questi composti sono stati classificati come "presunte sostanze tossiche" sulla base dei test condotti dal comitato di valutazione dei rischi dell'Agenzia europea per le sostanze chimiche (ECHA). Più nello specifico, TPO e DMTA sono stati inseriti nell'elenco delle sostanze presunte cancerogene, mutagene o tossiche per la riproduzione (CMR), dunque inserite in categoria 1B. In parole semplici, potrebbero avere un impatto negativo sulla fertilità umana. Poiché esistono alternative considerate più sicure, come ad esempio l'ossido di bis-trimetilbenzoil fenilfosfina e l'etil trimetilbenzoil fenilfosfinato al posto del TPO, si è deciso di procedere con la rimozione dal mercato di tutti i prodotti cosmetici che li contengono.

Le valutazioni, che hanno portato all'aggiornamento dell’allegato CLP (Classificazione, Etichettatura e Imballaggio delle sostanze pericolose), sono state effettuate da esperti del comitato dell'ECHA attraverso test chimici standardizzati. Fra essi vi è l'OECD Guideline 421 che valuta la tossicità riproduttiva sugli animali – nel caso specifico ratti – evidenziando effetti su fertilità maschile e femminile, anomalie comportamentali, sviluppo precoce, danni alla prole (sottopeso, mortalità etc etc) e tutta una serie di parametri che possono suggerire danni anche alla salute delle persone. Sono contemplati anche test di tossicità orale con 28 e 90 giorni di esposizione a vari dosaggi.

Nel caso del TPO, come evidenzia il documento dell'ECHA, nei roditori maschi sono state osservate una significativa atrofia dei testicoli, crollo del numero di spermatozoi nel dotto dell'epididimo, anomalie istologiche e riduzione del peso. Gli effetti degenerativi hanno portato all'infertilità totale (nessuno dei maschi in queste condizioni che si è accoppiato ha dato alla luce piccoli). Nelle femmine la sostanza ha innescato significativa irregolarità del ciclo mestruale, prolungamento dello stato di diestro (ma con maggiore indisponibilità all'accoppiamento) e altri effetti. È stata osservata anche una riduzione dell'attività motoria ma non “statisticamente significativa”, evidenzia l'ECHA.

Va tenuto presente che questi effetti sono stati osservati a dosaggi elevati, pari a 600 mg/kg di peso corporeo al giorno per dieci giorni, quindi elevatissimi e ai quali non sarebbero mai esposti gli utenti finali attraverso l'applicazione dei sopracitati prodotti per le unghie. Il problema è evidentemente legato anche all'uso prolungato di queste sostanze. Nei test di esposizione orale a 28 e 90 giorni i ricercatori hanno osservato aumento della salivazione, comparsa di macchie, perdita di pelo, letargia, anomalie metaboliche, aumento di peso del fegato e dei reni e altri effetti ad alto dosaggio. A dosaggi molto più bassi non sono stati osservati effetti. Due femmine trattate con dosi elevatissime (1000 mg/kg) sono morte. In questo gruppo è aumentato anche il consumo di cibo. Per quanto concerne il DMTA, i sopracitati test hanno evidenziato effetti analoghi: riduzione della fertilità, anomalie testicolari nei maschi, sviluppo del feto alterato e altro ancora.

Il divieto del TPO e del DMTA va visto come una misura di precauzione, volto a proteggere soprattutto i professionisti del settore, alla luce della superiore e prolungata esposizione a queste sostanze. Il chimico Jim McConnell del marchio Hona, a tal proposito, in un'intervista ha dichiarato che “la quantità di TPO che dovrebbe essere ingerita per causare infertilità è così elevata che sarebbe quasi impossibile da ottenere senza grandi sforzi”. Ricordiamo che dal 1 settembre nei Paesi dell'Unione Europea non solo non potranno essere venduti nuovi cosmetici contenenti questi composti chimici, ma anche quelli vecchi; le scorte dovranno essere infatti smaltite dalle aziende produttrici. La raccomandazione degli esperti è cercare nuovi prodotti con la dicitura TPO-free e DMTA-free.

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