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Perché la Nasa ha fretta di costruire un reattore nucleare sulla Luna

Gli Stati Uniti vogliono muoversi più in fretta per costruire il primo reattore nucleare sul suolo lunare. Ora l’obiettivo è quello di completare il progetto entro il 2030. Non è una missione semplice: bisogna trasportare materiale radioattivo fuori dall’atmosfera e sarà necessario definire una keep-out zone attorno al sito nucleare, una base in cui gli astronauti di altri Paesi non entreranno.
A cura di Valerio Berra
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La Nasa ha deciso di accelerare. Entro il 2030 vuole costruire il primo reattore nucleare sulla Luna. La notizia è stata lanciata e poi confermata dai media negli Stati Uniti. Sono usciti insight su Politico e New York Times, seguiti da varie conferme. Tutto parte da una nota inviata da Sean Duffy, nominato a capo della Nasa da Donald Trump.

Nel testo si parla della costruzione del reattore nucleare e si leggono due cose. La prima è che il reattore servirà da supporto a tutta la prossima “economia lunare”. La seconda è che bisogna accelerare: “Per […] rafforzare la nostra sicurezza nazionale nello spazio è fondamentale che l'agenzia agisca rapidamente”.

Il progetto per costruire un reattore sulla Luna

I piani delle agenzie spaziali sulla Luna non sono più quelli della prima fase dell’esplorazione. Tra il 1969 e il 1972 in tutto 12 astronauti sono andati sulla Luna. Nessun per restarci. Il soggiorno lunare più lungo è di Eugene Cernan che ha passato 75 ore. Ora l’obiettivo è diverso, e in parte è anche uno dei motivi per cui le nuove missioni spaziali dedicate alla Luna ci stanno mettendo così tanto tempo per tornare.

Costruire un reattore nucleare sulla Luna serve ovviamente per garantire più energia a qualsiasi progetto legato alla permanenza sul suolo lunare. Al momento l’energia nucleare sembra l’unica plausibile. Il problema di un impianto a pannelli solari è legato alla durata del giorno lunare: è molto più lungo che sulla terra. Equivale a 27,322 giorni.

In breve, vuol dire che la notte sulla Luna dura circa due settimane. Al momento non ci sono tecnologie che permettono di usare l’energia solare in modo efficiente in queste condizioni. Sungwoo Lim, docente di applicazione ed esplorazione spaziale all’Università del Surrey, nel Regno Unito ha spiegato alla BBC che non ci sono altre opzioni: “L’energia nucleare è inevitabile”.

I problemi legati al progetto: dal lancio di materiale radioattivo alla geopolitica

Il progetto è in corso da tempo. Nel 2022 la Nasa ha pubblicato tre contratti da 5 milioni di dollari l’uno dedicati proprio alle aziende che avrebbero fornito una soluzione tecnica. I problemi ovviamente sono vari, dalla gravità lunare alla necessità di trasportare materiali radioattivi fuori dall’atmosfera.

C’è però anche un problema geopolitico. La nuova fase dell’esplorazione lunare potrebbe trasformarsi anche nella prima ondata di colonialismo oltre i confini della Terra. La costruzione di una centrale nucleare intestata agli Stati Uniti potrebbe definire la prima keep-out zone sul satellite. Un progetto che potrebbe essere seguito anche da Russia e Cina.

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