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Perché il vertiginoso aumento dei fulmini al Polo Nord è un chiaro segnale del cambiamento climatico

Nel solo 2021 sono stati registrati oltre 7mila fulmini, quasi il doppio di quelli che si sono verificati negli ultimi nove anni.
A cura di Valeria Aiello
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Mentre un lungo elenco di eventi climatici estremi ha devastato il pianeta nel 2021, un impressionante fenomeno, in gran parte non visibile ma rilevabile attraverso una rete di sensori, ha interessato l’estremo nord dell’Artico: nell’ultimo anno, nella regione intorno al Polo Nord è stato infatti segnalato un vertiginoso aumento del numero di fulmini, arrivati a superare le 7mila unità, quasi il doppio di tutti i fulmini che si sono verificati nei nove anni precedenti messi assieme.

La Vaisala, una società di monitoraggio ambientale che registra i fulmini in tutto il mondo, ha rilevato 7.278 scariche atmosferiche a nord dell’80° parallelo, ovvero a latitudini artiche dove questo genere di fenomeno è generalmente molto raro. Secondo gli scienziati, l’aumento è un chiaro segnale della crisi climatica, in quanto è un indicatore del surriscaldamento che si sta verificando in una regione prevalentemente ghiacciata. I fulmini, spiegano gli esperti, si verificano in tempeste energetiche associate a un’atmosfera instabile, che richiede aria relativamente calda e umida, motivo per cui si verificano principalmente alle latitudini tropicali e altrove durante i mesi estivi.

Fulmini nelle regioni artiche a Nord dell'80° parallelo e oltre l'85° / Vaisala 2021 annual lightning report, graphic: Kaeti Hinck, CNN
Fulmini nelle regioni artiche a Nord dell'80° parallelo e oltre l'85° / Vaisala 2021 annual lightning report, graphic: Kaeti Hinck, CNN

Il numero annuale di fulmini nell’Artico – la regione a nord di circa 65 gradi di latitudine –  è rimasto costante nell’ultimo decennio ma ora sta aumentando in modo significativo. Chris Vagasky, meteorologo e responsabile delle applicazioni per i fulmini di Vaisala, ha affermato che il riscaldamento globale sta caricando le regioni dell’Artico, per cui si verificano più fulmini. “Quello che abbiamo visto è che fulmini e temporali si stanno sviluppando sulla Siberia, per poi spostarsi sull’Oceano Artico e procedere molto verso Nord – ha affermato Vagasky alla CNN, sottolineando che “l’aria calda e umida da tutti i continenti si trova attualmente sopra l’Oceano Artico, dove sta persistendo e facendo in modo che ci siano tempeste in quelle zone”.

Jose Martinez-Claros, ricercatore presso l’Università della California che non è tra gli autori del report, ha affermato che i risultati sono “preoccupanti” e sembrano suggerire che “nel clima secco e caldo, questi tipi di tempeste ora raggiungono latitudini molto più alte di prima e più vicine all'Artico”. Uno studio del 2021 ha anche rilevato che i fulmini artici sono aumentati tra il 2010 e il 2020 e che la tendenza è fortemente legata al riscaldamento globale, causato dalle emissioni di combustibili fossili. “Sappiamo che l’Artico sta cambiando più velocemente del resto della Terra per quanto riguarda il suo clima – ha aggiuto Vagasky – . E quindi il monitoraggio di queste tendenze di temporali e fulmini in quest’area ci aiuta a rilevare dove si verificano queste intrusioni di aria calda e umida in questa regione”.

Secondo il report di Vaisala, anche negli Stati Uniti è stato registrato un record di fulmini nel 2021, oltre 194 milioni, 24 milioni in più rispetto a quanto osservato nel 2020. Circa 1 milione si è verificato nel mese di dicembre, in concomitanza con eventi metereologici senza precedenti, facendo segnare il numero più alto dal dicembre 2015. Lo Stato più colpito è stato il Texas, principalmente a causa della sua estensione e della posizione geografica particolarmente soggetta a tempeste, ha precisato Vaisala. La Florida ha invece visto la più alta densità di fulmini rispetto a qualsiasi altro stato, con 223 fulmini per miglio quadrato, seguita dalla Louisiana e dal Texas. che hanno devastato gli Stati Uniti centrali e meridionali.

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