Perché c’è stata una finta fumata “bianca” dopo la fumata nera di stamattina

Attorno alle 11:50 di oggi giovedì 8 maggio, secondo giorno di Conclave, dal comignolo in cima alla Cappella Sistina è uscito il fumo nero, esattamente come accaduto nella prima serata. Ciò significa che nelle due votazioni mattutine non è stato raggiunto il quorum – almeno i due terzi dei cardinali votanti – e dunque non è stato eletto il nuovo Papa. Quest'ultima fumata, tuttavia, è stata un po' differente da quella del 7 maggio, dato che sia all'inizio che alla fine del flusso non ha presentato un colore uniformemente nero. Soprattutto alla fine, infatti, è uscito del fumo bianco, mentre all'inizio è stato perlopiù grigio. Queste variazioni avrebbero tratto in inganno più di qualcuno, suggerendo la possibile elezione del nuovo vescovo di Roma. Non è sicuramente andata così e dovremo attendere (almeno) gli ulteriori due scrutini di oggi pomeriggio, che secondo diverse previsioni potrebbero essere quelli “buoni” per l'elezione del successore di Papa Bergoglio. Anche il cardinale decano Re auspica che entro stasera possa esserci l'Habemus papam. Ma torniamo alle variazioni cromatiche della fumata: cos'è successo?
Innanzitutto possiamo sottolineare che la confusione col colore del fumo che fuoriesce dal comignolo sulla Cappella Sistina è tutto fuorché una novità per un Conclave. Nel 1958, ad esempio, il fumo iniziale bianco e grigiastro suggerì a molti che vi fosse stata certamente l'elezione del nuovo Papa. Furono tratti in inganno anche i media del Vaticano, per poi essere smentiti dall'oscuramento progressivo del fumo. Una certa ambiguità ci fu anche nel 2005, quando la fumata relativa all'elezione di Papa Benedetto XVI fu grigia e lasciò tutti con il dubbio, fino a quando le campane di San Pietro non iniziarono a suonare a festa.
Quest'ultima “misura” è stata introdotta di recente proprio per scongiurare i casi in cui il fumo fa le bizze e non esce con una tonalità chiara ed evidente. Per la stessa ragione è stata decisa un'altra misura che dovrebbe ridurre al minimo i fenomeni confondenti: l'uso di fumogeni sintetici. Proprio dal 2005 è stata decisa l'installazione di una seconda stufa di supporto a quella “storica” in ghisa. In quest'ultima i cardinali scrutatori bruciano le schede con cui è stato condotto lo scrutinio, in quella nuova gli addetti del Vaticano accendono fumogeni sintetici con appositi composti chimici che “rinvigoriscono” il colore nero o bianco. In passato il nero veniva ottenuto dalla sola combustione delle schede, mentre il bianco dalle schede più l'aggiunta di paglia bagnata. Oggi il nero è attivato da fumogeni contenenti antracene, perclorato di potassio e zolfo, mentre il bianco viene coadiuvato da clorato di potassio, lattosio e colofonia.
Nonostante l'uso di questi sistemi combinati, come evidenziato dall'ambigua fumata nera di oggi non sempre il colore che esce è impeccabile. Dunque, perché è apparsa una finta fumata bianca alla fine della fumata nera e una grigiastra all'inizio? Le ragioni possono essere fondamentalmente due: combustione non uniforme dei materiali inseriti nelle stufe e condizioni atmosferiche. Non si può escludere che residui della precedente fumata possano determinare un'anomala accensione delle nuove schede o dei fumogeni, portando a un mescolamento delle sostanze e a un'interferenza alla limpidezza – per così dire – del colore. Come si vede dai video, infatti, dopo un po' il fumo grigio diventa nero come la pece, segno che i composti chimici dei fumogeni hanno iniziato a fare agevolmente il proprio lavoro. Anche alla fine è uscito fumo di colore più biancastro; in questo caso può accadere sia per l'esaurimento delle sostanze “oscuranti” che per la maggior rarefazione della fumata. I residui finali possono determinare infatti una tonalità diversa.
Anche il meteo può giocare un ruolo significativo. Il vento e l'umidità, di concerto con l'illuminazione, possono infatti alterare sensibilmente la percezione del colore del fumo, facendolo risultare non così netto. L'utilizzo di fumogeni con colori ben differenti (ad esempio giallo e rosso) sicuramente annullerebbe del tutto queste ambiguità – bianco e nero del resto sono due facce della stessa medaglia – ma chiaramente si andrebbe contro la tradizione, che comunque non è così antica, considerando che le fumate sono state introdotte solo nel 1.800. Per togliere ogni dubbio, comunque, le fumate bianche vengono accompagnate dalle campane a festa della Basilica di San Pietro, che oggi (ancora) non abbiamo sentito.