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Per Avi Loeb la probabilità che 3I/ATLAS sia un’astronave aliena è del 30-40%: la risposta del SETI

Sulla base di sette anomalie principali, per l’astronomo Avi Loeb dell’Università di Harvard l’oggetto interstellare 3I/ATLAS ha una probabilità del 30-40 percento di essere di origine artificiale, cioè un’astronave aliena. Arriverebbe nei pressi della Terra tra fine novembre e inizio dicembre. Il famoso SETI, il programma di ricerca sulla vita intelligente nello spazio, ha risposto allo scienziato israeliano con un articolo ad hoc.
A cura di Andrea Centini
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3I/ATLAS. Credit: ESA/TGO/CaSSIS
3I/ATLAS. Credit: ESA/TGO/CaSSIS

L'oggetto interstellare 3I/ATLAS continua a far parlare di sé mentre viaggia nel cuore del Sistema solare e si avvicina sempre di più alla Terra. La pubblicazione di articoli scientifici si sussegue giorno dopo giorno e in taluni casi si tratta di risposte dirette alla suggestiva (e ardita) interpretazione del fisico e astronomo israeliano Abraham Avi Loeb, che insegna presso il Dipartimento di Astronomia della prestigiosa Università di Harvard. Secondo lo studioso, infatti, c'è una probabilità significativa che 3I/ATLAS non sia un oggetto naturale, una cometa proveniente da un altro sistema stellare, come indica la stragrande maggioranza degli esperti, ma un'astronave aliena con intenzioni potenzialmente ostili. Ora anche il SETI (acronimo Search for Extra-Terrestrial Intelligence), l'affascinante programma di ricerca sui segnali di vita intelligente nello spazio, ha risposto alle affermazioni di Avi Loeb con un articolo ad hoc. Prima di riportare le risposte, è doveroso evidenziare i motivi per cui secondo Avi Loeb 3I/ATLAS potrebbe essere artificiale.

Le sette anomalie principali di 3I/ATLAS

Lo scienziato israeliano in un articolo pubblicato sul suo blog ha indicato sette anomalie per cui il visitatore interstellare potrebbe essere artificiale e non naturale: le dimensioni, con un diametro stimato maggiore di 5 chilometri e una massa superiore a 33 miliardi di tonnellate (molto più dei due precedenti visitatori interstellari); un getto di luce rivolto verso il Sole, con la comparsa tardiva di una coda; la composizione chimica insolita, con più nichel che ferro (come certe leghe industriali); la polarizzazione “estremamente negativa”, una condizione mai osservata prima nelle comete; la traiettoria allineata col piano eclittico dei pianeti in orbita attorno al Sole, con una probabilità dello 0,2 percento; la traiettoria con passaggio ravvicinato a Marte (già avvenuto), Venere e Giove, con una probabilità dello 0,005 percento; e l'allineamento col famoso segnale Wow! del 15 agosto 1977, che a lungo è stato considerato il primo segnale di origine aliena captato sulla Terra.

Il professor Avi Loeb ha affermato senza mezzi termini che gli scienziati che insistono sul fatto che 3I/ATLAS sia una cometa di origine naturale – chiamati "dogmatici" – sono tenuti a spiegare queste anomalie "come risultati di probabili processi naturali". Del resto, alla luce di queste sette anomalie principali, in un nuovo articolo l'astronomo dell'Università di Harvard sostiene che 3I/ATLAS abbia una probabilità di essere artificiale del 30-40 percento. Quindi piuttosto alta. Secondo i suoi calcoli potrebbe arrivare nei pressi della Terra tra fine novembre e inizio dicembre, sebbene al momento la traiettoria lo terrebbe molto lontano da noi (nel caso fosse mantenuta, al netto di improbabili accensioni di propulsori, il perigeo ci sarebbe il 19 dicembre a 269 milioni chilometri da noi).

La risposta del SETI alle affermazioni di Avi Loeb

Sono diversi gli esperti che hanno già risposto in modo diretto o indiretto all'astronomo israeliano, come ad esempio il dottor Tom Statler della NASA, che in un'intervista al Guardian ha dichiarato che 3I/ATLAS “sembra una cometa, fa cose da cometa e assomiglia moltissimo, in quasi tutti gli aspetti, alle comete che conosciamo”. Anche in un nuovo studio basato sui dati del satellite Gaia dell’Agenzia Spaziale Europea (ESA) si sostiene che l'oggetto interstellare sia una cometa antichissima, di circa 10 miliardi di anni, che proviene dal disco sottile della Via Lattea (la nostra galassia) e che per milioni di anni la sua traiettoria non è stata influenzata da altre stelle, anche alla luce della straordinaria velocità (circa 200.000 chilometri orari, 58 chilometri al secondo). Proprio per queste ragioni l'oggetto è considerato come una sorta di “capsula del tempo” che custodisce i segreti di Sistemi stellari antichi, risalenti all'Universo primordiale.

Ora anche il leggendario SETI ha risposto ad Avi Loeb attraverso suo membro, il professor Eahsanul Haque che insegna presso il Dipartimento di Geoscienze dell'Università Tecnologica PETRONAS. Lo scienziato ha pubblicato un articolo dal titolo piuttosto eloquente, ovvero “Natural Origins of 3I/ATLAS: Why 3I/ATLAS is Not an 3Alien Probe”, nel quale vengono "smontate" alcune delle anomalie evidenziate dal Avi Loeb. Per quanto concerne l'allineamento con il piano eclittico dei pianeti attorno al Sole, compreso quello della Terra, il professor Haque evidenzia che anche per gli oggetti interstellari non è impossibile, seppure statisticamente raro (il calcolo di Avi Loeb e colleghi, lo ricordiamo, indica una probabilità dello 0,2 percento).

Secondo lo scienziato del SETI, il disco della galassia da cui proviene 3I/ATLAS è quasi allineato con il piano eclittico del Sistema solare, pertanto ritiene che una cometa espulsa da un sistema stellare presente in questo angolo di cosmo – l'oggetto proverrebbe dal disco sottile e non da quello spesso – possa seguire una traiettoria come quella osservata per il nuovo visitatore, scoperto per la prima volta all'inizio di luglio. Haque spiega inoltre che la traiettoria a elevata eccentricità è coerente con l'espulsione da un Sistema stellare, come determinato per i due precedenti oggetti interstellari (1I/'Oumuamua e 2I/Borisov), aggiungendo altresì che le comete possono avere allineamenti con più pianeti del Sistema solare “a causa delle variazioni di gravità.” Secondo Avi Loeb, d'altro canto, questi passaggi potrebbero essere un modo per avvicinarsi "di soppiatto" alla Terra senza farsi notare troppo, un comportamento a suffragio della teoria della Foresta Oscura. Haque spiega anche che 3I/ATLAS non mostra accelerazioni compatibili con la propulsione artificiale, ma solo quella legata alla gravità. Anche questo sarebbe un punto a favore dell'origine naturale.

Che cos'è 3I/ATLAS

Secondo lo scienziato del SETI saremmo innanzi a un possibile “frammento clastico litificato”, sulla base di traiettoria, spettri di luce e altre proprietà rilevate sino ad oggi su 3I/ATLAS. “Ho utilizzato una combinazione di dati osservativi e ragionamenti astrogeologici per sostenere che le sue proprietà, come le sue dimensioni (circa sette miglia), la chioma compatta e la curva spettrale, sono simili a quelle degli strati silicoclastici stratificati e diageneticamente modificati (questi strati potrebbero essere altrettanto simili alla Terra?)”, ha spiegato Haque nell'abstract dello studio, aggiungendo che le caratteristiche dell'oggetto contrastano con l'idea della visita degli alieni proposta da Avi Loeb.

Nei giorni scorsi 3I/ATLAS è stato messo nel mirino della fotocamera HiRISE della sonda MRO della NASA in orbita attorno a Marte e molto presto dovremmo avere tutte le informazioni per determinare meglio la natura del visitatore interstellare. Anche i dati che raccoglierà la sonda Juno, quando l'oggetto passerà nei pressi di Giove il 16 marzo 2026, aiuteranno a far luce su questo intrigante mistero spaziale. La maggior parte degli esperti ritiene che l'oggetto sia semplicemente una cometa aliena, ma in fondo è giusto – e doveroso – esplorare anche gli altri scenari, per quanto improbabili e assurdi ci possano apparire.

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