Cosa dice lo studio dell’Imperial College London sui morti durante l’ondata di caldo fra il 23 giugno e il 2 luglio

L'ondata di calore che ha investito l'Europa nella seconda metà di giugno ha causato circa 2.300 morti, e di queste 1.500 sono dipese dal cambiamento climatico. In sostanza, questo significa che il riscaldamento terrestre prodotto dall'inquinamento ha triplicato le morti legate al caldo. Le città italiane sono tra le più colpite: nello specifico, Milano è stata la città europea in cui, tra il 23 giugno e il 2 luglio, è stato registrato il maggior numero di decessi, con 499 morti. Di questi, 317 sono state causate dall'aumento delle temperature prodotto dal cambiamento climatico.
È questo il quadro drammatico che emerge da uno studio dell'Imperial College London e della London School of Hygiene & Tropical Medicine che ha stimato il numero di decessi avvenuti in 12 città europee nel periodo considerato, quello in cui l'anomala ondata di calore che ci siamo lasciati alle spalle soltanto da qualche giorno ha portato la colonnina di mercurio a raggiungere temperature anche quattro gradi sopra la media attesa per il mese di giugno.
Lo studio
Leggendo il report appena pubblicato, un dato su tutti cattura l'attenzione: "1.500 dei 2.300 decessi stimati collegati al caldo, ovvero il 65% – scrivono gli autori – sono il risultato del cambiamento climatico che ha fatto aumentare le temperature di 1-4°C, il che significa che il bilancio delle vittime è triplicato a causa della combustione di combustibili fossili".
I ricercatori hanno stimato i decessi avvenuti in questi dieci giorni sulla base di dati raccolti negli anni passati e hanno utilizzato metodi sottoposti a revisione paritaria ("peer-reviewed"), indice che certifica l'attendibilità scientifica, per calcolare quanti di questi decessi sarebbero dovuti all'aumento di temperatura prodotto dal cambiamento climatico, e più nello specifico dal riscaldamento terrestre innescato dalle emissioni di gas serra.
I dati per le città italiane
Il quadro è allarmante in tutte le città europee, in quanto in media due terzi dei decessi totali registrati nelle 12 città europee esaminate sono stati causati dal riscaldamento globale. Ma i dati più gravi riguardano Milano, la città che in assoluto ha registrato il maggior numero di morti collegate al caldo tra il 23 giugno e il 2 luglio. Non solo, Milano è anche la città con il maggior numero di morti collegate al cambiamento climatico, da cui sono dipese 317 morti delle 499 totali attribuite al caldo.
Seguono Barcellona (286 decessi su 340 totali), Parigi (235 su 373), Londra (171 su 263) e Roma (164 su un totale di 282 decessi per il caldo).
Perché si muore di caldo
Come ha spiegato a Fanpage.it il cardiologo Daniele Andreini, morire di caldo – un'espressione che sembra più un modo di dire che un'informazione fattuale – è possibile soprattutto nelle fasce d'età più a rischio, come i bambini molto piccoli e gli anziani, ma dati gli scenari senza precedenti che stiamo affrontando, resta difficile escludere con la massima sicurezza che sia assolutamente impossibile anche per una persona sana e non a rischio. La conferma è anche in questo studio: l'88% dei decessi ha interessato persone con età pari o superiore ai 65 anni, un dato che evidenzia "come quelli con condizioni di salute pregresse – spiegano gli autori – siano più a rischio di morte prematura nelle ondate di calore".
