Oggi 3 ottobre 3I/ATLAS sorvola Marte: sei sonde pronte a svelare il mistero del visitatore alieno

Oggi, venerdì 3 ottobre, l'oggetto interstellare 3I/ATLAS ha raggiunto Marte, il primo dei tre pianeti del Sistema solare sulla sua anomala – e altamente improbabile – traiettoria. Grazie a questo passaggio ravvicinato, ad “appena” 29 milioni di chilometri dal Pianeta Rosso, finalmente dovremmo essere in grado di svelare la sua criptica natura. Per la maggior parte degli studiosi si tratta di una cometa aliena, cioè proveniente da un altro sistema stellare, ma per alcuni, come il fisico teorico e astronomo dell'Università di Harvard Abraham Avi Loeb, alla luce delle molteplici anomalie potrebbe trattarsi di un oggetto artificiale, un'astronave aliena.
Tra le anomalie rilevate, oltre alla sopracitata orbita che ha una probabilità dello 0,005 percento (e che per il professor Avi Loeb suggerisce una visita intenzionale dei pianeti del nostro sistema), ci sono anche la composizione peculiare, lo sviluppo di una anticoda con tempistiche insolite e, per ultima, una “polarizzazione negativa estremamente profonda e stretta” della sua luce, che non era mai stata osservata prima in comete o asteroidi. Ci sono tutti gli ingredienti per un grande oggetto anomalo, che per molti esperti, semplicemente, si tratterebbe di una cometa antica e proveniente da un sistema stellare molto diverso dal nostro, per questo con proprietà eccezionali.
Oggi, come indicato, la presunta cometa aliena 3I/ATLAS è arrivata nei pressi di Marte e siamo probabilmente nel momento migliore possibile per studiarla. Non dalla Terra, perché al momento l'oggetto interstellare è nascosto dal Sole (e “uscirà” soltanto a dicembre), ma dalle diverse sonde in orbita attorno al Pianeta Rosso. Come spiegato da Spaceweather.com, infatti il fisico T. Marshall Eubanks di Space Initiatives Inc sta coordinando i vari gruppi internazionali che gestiscono le sonde per ottenere le migliori immagini possibili dell'oggetto. Sono ben sei quelle che possono mettere 3I/ATLAS nel mirino: Mars Express ed ExoMars Trace Gas Orbiter dell'Agenzia Spaziale Europea (ESA); Tianwen-1 della Cina; Hope degli Emirati Arabi Uniti; MAVEN e soprattutto Mars Reconnaissance Orbiter (MRO) della NASA. Quest'ultima è dotata di una potentissima fotocamera chiamata HiRISE che permetterà di ottenere immagini con una risoluzione di 29 chilometri per pixel. La chioma della cometa aliena potrà contare su 850 pixel.

Ciò che i ricercatori sperano di poter osservare è soprattutto il nucleo cometario. Qualora venisse rilevato, infatti, capiremmo con ragionevole certezza se siamo innanzi a una cometa interstellare oppure alla fantasiosa e ardita ipotesi della tecnologia aliena. Lo stesso professor Avi Loeb ha sottolineato che grazie alla HiRISE faremo finalmente luce su questo oggetto, determinando ad esempio le sue esatte dimensioni. Al momento si ritiene che abbia un nucleo con un diametro compreso tra 320 metri e 5,6 chilometri, mentre la massa, alla luce del degassamento, dovrebbe essere di almeno 33 miliardi di chilometri. Se fosse tecnologia aliena, più che a un'astronave saremmo innanzi a una vera e propria città in viaggio.
Dopo l'incontro con Marte di oggi 3 ottobre, l'oggetto raggiungerà Venere (il 7 novembre, a circa 60 milioni di chilometri) e poi Giove (il 16 marzo 2026 a 46 milioni di chilometri). Considerando che il passaggio ravvicinato al Sole – il perielio – ci sarà il 29 ottobre (a circa 200 milioni di chilometri) e che fino a dicembre l'oggetto sarà invisibile dalla Terra per via della copertura della nostra stella, il sorvolo di Marte è considerato dagli scienziati il momento migliore in assoluto per analizzare l'oggetto interstellare. Tra il 2 e il 25 novembre, comunque, anche la sonda dell'ESA Jupiter Icy Moons Explorer potrà immortalare l'oggetto.

Gli scienziati spiegano che 3I/ATLAS oggi raggiungerà una magnitudine (luminosità apparente) di + 6.7 nel cielo di Marte, ciò significa che se una persona si trovasse sul Pianeta Rosso, potrebbe quasi vederla con i propri occhi, senza strumenti ottici. Il limite di osservabilità per l'occhio umano è infatti è + 6.0 (la magnitudine ha una scala inversa, più basso è il valore e maggiore è la luminosità). Non resta che attendere le immagini delle sonde per svelare l'affascinante mistero di 3I/ATLAS.