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Nuovo studio collega i tatuaggi al rischio di tumori: “Cancro della pelle più probabile del 29%”

Un team di ricerca svedese ha determinato che i tatuaggi sono associati a un rischio superiore del 29% di melanoma, un aggressivo tumore della pelle. Le maggiori probabilità di ammalarsi sono state osservate nei tatuati da più di dieci anni, mentre le dimensioni dei tatuaggi sembrano non influire sul rischio. Serviranno tuttavia studi più approfonditi per confermare l’associazione, già emersa da altre indagini.
A cura di Andrea Centini
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Un nuovo studio ha trovato un'associazione statistica significativa tra il rischio di tumori della pelle e i tatuaggi. Nel caso specifico, i ricercatori hanno osservato che le persone tatuate presentano una probabilità del 29 percento superiore di melanoma, un aggressivo cancro della pelle, come indicato dall'Istituto Superiore di Sanità (ISS). Tale rischio sarebbe maggiore in chi ha tatuaggi da più di dieci anni, inoltre le dimensioni delle opere non sarebbero influenti ai fini delle possibilità di ammalarsi. È doveroso sottolineare che si è trattato di uno studio di associazione caso-controllo e non di una ricerca randomizzata, in doppio ceco e controllata con placebo (il gold standard della ricerca scientifica), pertanto non siamo innanzi a un rapporto di causa-effetto. Non a caso sono gli stessi autori della ricerca a rassicurare le persone tatuate, sempre più numerose: “Se hai dei tatuaggi, non c'è motivo di farsi prendere dal panico, ma la consapevolezza è importante”, ha spiegato in un articolo pubblicato su The Conversation la professoressa Christel Nielsen, docente di Epidemiologia presso l'Università di Lund (Svezia) e principale autrice della nuova ricerca. La ragione di questo nuovo studio è legata al fatto che diverse indagini hanno fatto emergere la presenza di sostanze chimiche cancerogene nell'inchiostro per tatuaggi alla stregua di metalli pesanti, idrocarburi policiclici aromatici e ammine aromatiche, come evidenziato nell'abstract del nuovo studio. Un recente studio dell'Università Bighamton di New York ha rilevato anche allergeni e antibiotici.

A determinare che i tatuaggi sono associati a un rischio superiore di melanoma è stato un team di ricerca guidato da scienziati della Divisione di Medicina del Lavoro e Ambientale presso il Dipartimento di Medicina di Laboratorio dell'ateneo svedese, che hanno collaborato a stretto contatto con i colleghi del Dipartimento di Dermatologia dell'Ospedale Universitario di Scania. I ricercatori, coordinati dalla professoressa Nielsen e dalla studentessa di dottorato Emelie Rietz Liljedah, sono giunti alle loro conclusioni dopo aver condotto un'indagine statistica sui dati di migliaia di persone. Si sono concentrati sulle cartelle cliniche contenute nel Registro Nazionale dei Tumori della Svezia, cercando pazienti affetti da melanoma e carcinoma a cellule squamose, con diagnosi ricevuta tra il 2014 e il 2017. Entrambe le tipologie di tumori sono correlate all'esposizione ai raggi ultravioletti (UV). Dopo aver identificato i pazienti, hanno abbinato a ciascuno di essi tre persone con la stessa età e dello stesso genere (della popolazione generale) e hanno contattato tutti per compilare un questionario ad hoc.

Per quanto concerne i tatuaggi, sono state chieste ai partecipanti informazioni su data, dimensioni, posizione e anche sulla tipologia, dato che possono essere eseguiti anche per ragioni mediche (marcatori permanenti per la radioterapia oncologica, applicazioni corneali etc etc) e non solo estetiche, come trucco permanente o “body painting”. Oltre alle informazioni sui tatuaggi, i ricercatori hanno raccolto ulteriori dati sociodemografici, su stile di vita e sanitari per ridurre al minimo l'impatto dei fattori confondenti: come spiegato dalla professoressa Nielsen, infatti, non si può escludere ad esempio che le persone che si fanno i tatuaggi sono anche quelle che amano trascorrere più tempo al sole, pertanto il rischio superiore rilevato da questo e altri studi potrebbe essere influenzato dai comportamenti e non dal tatuaggio in sé.

Incrociando tutti i dati – di circa 12.000 persone – attraverso una regressione logistica multivariata, è emerso che i tatuaggi erano associati a un rischio di melanoma statisticamente significativo superiore del 29 percento (intervallo di confidenza [CI] al 95%: 1,07-1,56), mentre non sono state rilevate associazioni statistiche per il carcinoma a cellule squamose. Su The Conversation la professoressa Nielsen ha spiegato che il rischio risultava superiore nelle persone con tatuaggi da più di dieci anni (anche se i numeri del campione in questione era piccolo, quindi i risultati vanno presi con le pinze), mentre le dimensioni non sembravano influenti. A tal proposito la scienziata ha spiegato che le persone potrebbero valutare con poca accuratezza le dimensioni del proprio tatuaggio, quindi anche questo parametro deve essere valutato con studi più approfonditi. Poiché i tatuaggi più grandi sono basati su più inchiostro e quindi determinano una maggiore esposizione a sostanze potenzialmente pericolose, è controintuitivo pensare che le dimensioni non contino. A tal proposito gli autori dello studio spiegano che il meccanismo cancerogeno potrebbe essere associato alla migrazione dei pigmenti nei linfonodi, dove potrebbero innescare la reazione infiammatoria in grado di innescare una neoplasia. Ma sono tutte ipotesi, tenendo presente che lo studio non ha fatto emergere alcun rapporto di causa-effetto ma solo un'associazione statistica.

Quello svedese non è il primo studio a far emergere una correlazione tra tatuaggi e cancro; ad esempio, una ricerca sui gemelli condotta dall'Istituto di sanità pubblica dell'Università della Danimarca meridionale ha fatto emergere che i tatuati avevano un rischio di cancro della pelle quattro volte superiore, mentre un'altra indagine dell'Università di Lund ha osservato che le persone tatuate presentano un rischio superiore del 21 percento di linfoma. Curiosamente, una ricerca condotta dall'Hantsman Cancer Institute dell'Università dello Utah ha rilevato che le persone tatuate presentano un rischio inferiore di melanoma.

Alla luce dei risultati contrastanti e delle tipologie di ricerche condotte, saranno necessari studi molto più approfonditi per determinare l'eventuale, effettivo rischio di cancro della pelle nelle persone con tatuaggi. Come evidenziato dalla professoressa Nielsen, pertanto, se si è tatuati non ci si deve spaventare, ma essere consapevoli dei potenziali rischi. I dettagli della ricerca “Does tattoo exposure increase the risk of cutaneous melanoma? A population-based case-control study” sono stati pubblicati sulla rivista Cancer.

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