Nuova violenta eruzione di classe X 4.0 sul Sole, CME colpirà la Terra domenica 16: le probabilità di aurora

Il Sole non si placa. Dopo il violentissimo brillamento di classe X 5.1 dell'11 novembre, il più potente di quest'anno e uno dei più forti dell'attuale ciclo solare, alle 08:30 del Tempo Coordinato Universale (UTC) – le 09:30 in Italia – di oggi, venerdì 14, ha sprigionato un'altra fortissima eruzione solare, una classe X 4.0, in base ai dati rilevati dallo Space Weather Prediction Center della NOAA.
A essere coinvolta è stata ancora una volta la macchia solare AR 4274, ormai al limite del margine destro del disco solare. Questa struttura è nota per la sua eccezionale instabilità e la configurazione magnetica che sfida la legge di Hale (in parole semplici, i poli magnetici sono disposti in modo anomalo); ciò la rende particolarmente “esplosiva” e suscettibile di forti brillamenti. In questi giorni si è infatti resa protagonista di diversi classe X – i più forti in assoluto – e classe M e conseguenti espulsioni di massa coronale (CME). Queste ondate di campi magnetici e plasma (particelle cariche elettricamente o ionizzate) hanno contribuito a rendere particolarmente attivo il magnetismo attorno al nostro pianeta, con la comparsa dell'aurora boreale sull'Italia tra l'11 e il 12 novembre.
La situazione innescata dal nuovo brillamento di classe X 4.0 è tuttavia molto diversa. La macchia solare AR 4274, infatti, come indicato si trova ormai al limite del margine in alto a destra del disco solare. Pur avendo scagliato una nuova CME nello spazio, come evidenziano le immagini del coronografo CCOR-1 installato sul satellite della NOAA GOES-19, non si è trattato di un colpo diretto verso la Terra, come avvenuto negli scorsi giorni.

“La maggior parte di questa CME in rapido movimento mancherà la Terra. Tuttavia, un modello della NASA suggerisce che potrebbe colpire di striscio il campo magnetico del nostro pianeta nella tarda serata del 16 novembre”, ha spiegato il dottor Tony Phillips, fisico solare che gestisce il portale specializzato in meteo spaziale spaceweather.com. Poiché non è previsto un colpo diretto, non è attesa una tempesta solare di intensità significativa. Dunque niente allerte per possibili tempeste geomagnetiche G4 (acute) o addirittura G5 (estreme) per domenica sera. La previsione, infatti, indica al massimo tempeste minori (G1) o moderate (G2), che non sarebbero in grado di innescare l'aurora polare alle nostre latitudini. “Non sarebbero paragonabili alle violente tempeste dell'11/12 novembre, ma comunque un piacevole spettacolo di aurore per gli osservatori del cielo ad alta latitudine”, ha affermato il dottor Phillips, con chiaro riferimento ad alcune zone del Canada e degli Stati Uniti per il Nord America ma anche a Finlandia, Norvegia e simili per il Nord Europa. In parole semplici, non ci sarebbero le condizioni per assistere a una nuova aurora boreale sull'Italia, che in genere necessita di una tempesta G4 con indice Kp (di attività magnetica) di ameno 7 su 9. Ma le previsioni del meteo spaziale sono estremamente complesse e gli esiti possono essere imprevedibili.
Il dottor Phillips nel suo ultimo articolo dedicato al brillamento di oggi ha riportato anche una curiosità relativa al comportamento dei tosaerba robotizzati e automatizzati che sfruttano i segnali GPS per fare il proprio lavoro. In occasione della fortissima tempesta solare del maggio 2024 molti mezzi agricoli “impazzirono” e iniziarono a fare manovre assurde e senza senso, proprio perché le tempeste geomagnetiche sono in grado di degradare e oscurare i segnali satellitari come quelli GPS. L'11 novembre pare che almeno un tosaerba avrebbe subito effetti simili, iniziando a falciare delle aiuole piene di fiori invece di sistemare il prato come avrebbe dovuto (in genere sono precisissimi), come indicato dallo scienziato.
Questi sono incidenti curiosi che possono accadere in occasione delle tempeste solari, ma eventi estremi potrebbero avere conseguenze catastrofiche sulla nostra società ipertecnologica e iperconnessa. Intere reti elettriche potrebbero essere distrutte così come molti satelliti, con un caos che potrebbe perdurare per settimane o addirittura mesi, secondo alcuni esperti.