Nuova immagine di 3I/ATLAS dell’ESA, Avi Loeb: “Velocità estrema rispetto a un veicolo spaziale umano”

Domenica 2 novembre, a tre giorni dal passaggio al perielio (la distanza minima dal Sole), l'oggetto interstellare 3I/ATLAS è stato fotografato dalla sonda Jupiter Icy Moons Explorer dell'Agenzia Spaziale Europea (ESA), attualmente in viaggio verso le lune ghiacciate di Giove. L'immagine, in realtà un quarto di file completo, mostra alcuni dettagli interessanti della cometa aliena: la chioma di gas che la circonda; una coda di plasma (cioè di particelle ionizzate, cariche elettricamente) orientata verso l'alto; e probabilmente una debole coda di polveri diretta verso il basso. Queste caratteristiche evidenziano che 3I/ATLAS presenta tutti gli elementi registrati abitualmente negli astri chiomati che attraversano il Sistema solare, al netto di alcune differenze legate al fatto che questo oggetto è in viaggio da miliardi di anni e per lunghissimo tempo non è stato influenzato gravitazionalmente da altre stelle.

Un dettaglio significativo di 3I/ATLAS è la sua velocità estrema, circa 220.000 km/h al momento della scoperta e quasi 250.000 km/h al perielio, ovvero poco più di 68 chilometri al secondo. Ciò significa che questo visitatore interstellare è teoricamente in grado di coprire la distanza che separa Milano da Bergamo, Roma da Latina e Napoli da Caserta in un solo secondo. Come spiegato in un nuovo articolo pubblicato su Medium dal fisico e astronomo dell'Università di Harvard Avi Loeb, la velocità di 3I/ATLAS messa a confronto con quella della sonda Jupiter Icy Moons Explorer che ha scattato l'ultima fotografia è estrema. Lo scienziato ha evidenziato che il visitatore interstellare arriverà dalle parti di Giove a marzo del 2026, mentre la sonda raggiungerà il gigante gassoso soltanto nel 2031, dopo il loro incontro – a circa 66 milioni di chilometri di distanza minima – avvenuto all'inizio di novembre. Questa differenza “illustra quanto è più veloce questo visitatore interstellare rispetto a un veicolo spaziale costruito dall'uomo”, ha evidenziato lo scienziato, che stavolta non ha fatto riferimenti all'ipotesi tecnologica.

La sonda dell'ESA ha una velocità variabile che cambia anche in base alle spinte gravitazionali ricevute dai pianeti del Sistema solare. Ad esempio, quando è stata lanciata dal razzo Ariane 5, Jupiter Icy Moons Explorer aveva una velocità di fuga di 2,5 chilometri al secondo (9.000 km/h), ma quando ha ricevuto gli assist gravitazionali da parte della Terra e di Venere è arrivata a 11 chilometri al secondo (39.600 chilometri orari). Siamo ben lontani dalla velocità mostruosa di 3I/ATLAS, tuttavia la sonda dell'ESA non l'oggetto più veloce mai costruito dall'uomo. Questo primato appartiene alla sonda Parker Solar Probe in orbita attorno al Sole, che alla fine di dicembre 2024, a circa 6 milioni di chilometri di distanza dalla stella, ha raggiunto l'incredibile velocità di 700.000 chilometri orari, quindi quasi tre volte superiore a quella del visitatore interstellare. È un record assoluto legato proprio all'attrazione gravitazionale della stella.

Tornando all'immagine di 3I/ATLAS scattata dalla sonda, è interessante notare che si tratta di un frammento di un foto più grande catturata dalla NavCam, dunque non da una fotocamera ad alta risoluzione progettata per l'imaging, bensì uno strumento necessario alla navigazione, che il veicolo spaziale utilizzerà all'inizio degli anni '30 per viaggiare tra le lune di Giove. La sonda ha analizzato 3I/ATLAS con cinque dei suoi strumenti scientifici, ma come ha spiegato l'Agenzia Spaziale Europea in un comunicato, i dati arriveranno sulla Terra soltanto tra il 18 e il 20 febbraio 2026.
La ragione di questo ritardo risiede nel fatto che l'antenna principale della sonda per inviare dati sulla Terra è attualmente orientata verso il Sole perché si trova dalla parte dello scudo termico (di fatto è inutilizzabile), pertanto il frammento di immagine è stato ottenuto sfruttando un'antenna più piccola che impiega moltissimo tempo per inviare le informazioni sul nostro pianeta. La curiosità per il visitatore interstellare era comunque molta, per questo gli scienziati hanno deciso di recuperare al più presto questo piccolo ma significativo assaggio di 3I/ATLAS.