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“Non riuscivo nemmeno a prendere in braccio mio figlio”: Rebecca colpita dal dolore alla cintura pelvica

Il dolore alla cintura pelvica colpisce una donna incinta su cinque, ma è ancora una condizione poco nota. La storia di Rebecca: “Cinque anni di dolori infernali”.
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Sebbene non se ne parli molto, il dolore alla cintura pelvica colpisce molte donne in gravidanza: secondo il National Health Service, ovvero il sistema sanitario inglese, interessa circa una donna incinta su cinque. Anche se non implica rischi per il feto, può essere molto debilitante per la donna e se non viene diagnosticata può causare effetti a lungo termine.

È quello che è successo a Rebecca Middleton, una donna inglese, che a causa di questa condizione ha vissuto una gravidanza molto difficile. I dolori nell'area del bacino e dei fianchi erano così intensi da impedirle di camminare. Gli ultimi tre mesi della gravidanza ha dovuto usare una sedia a rotelle. "Ero terrorizzata. Mi chiedevo se sarei mai stata in grado di camminare di nuovo", ha raccontato alla BBC.

Cos'è il dolore alla cintura pelvica

Il termine corretto in inglese per indicare questa condizione è Pelvic Girdle Pain (PGP), ovvero letteralmente "dolore alla cintura pelvica". Si tratta infatti di una condizione che colpisce le pelvi, ovvero il bacino, o meglio le articolazioni presenti in questa parte del corpo. Come spiega il National Health Service, si manifesta come "un insieme di sintomi fastidiosi causati dalla rigidità delle articolazioni pelviche o dal movimento irregolare delle articolazioni nella parte posteriore o anteriore del bacino".

Questi sintomi possono tradursi in dolore, anche intenso, sopra l'osso pubico, all'altezza dei fianchi, nella parte bassa della schiena, nel perineo, e possono irradiarsi fino alle cosce. Le donne colpite dal dolore alla cintura pelvica fanno soprattutto fatica a stare in piedi, a camminare, a piegarsi, a fare le scale o a divaricare le gambe, ad esempio per uscire dall'auto.

La storia di Rebecca

Quando al quarto mese della sua prima gravidanza Rebecca ha iniziato ad avere dolori alla schiena e al bacino si è accorta che non erano gli stessi dolori che aveva prima di rimanere incinta: "Facevo fatica perfino a camminare. Avevo sempre avuto qualche problema di mal di schiena nella mia vita, ma non erano mai stati così gravi. La situazione è peggiorata abbastanza rapidamente", racconta alla BBC.

Dopo aver parlato della sua situazione con il suo medico, a Rebecca è stato finalmente diagnosticato il dolore alla cintura pelvica, ma i dolori continuavano a essere molto forti: "Avevo paura che non ce l'avrei fatta a partorire o a prendermi cura di lui". Fortunatamente durante il parto non ci sono state complicazioni o problemi – il NHS spiega che la maggior parte delle donne con questa condizione riesce infatti ad avere un parto vaginale – ma i sintomi non sono scomparsi con la fine della gravidanza.

Cinque anni di dolori infernali

Anche se meno intensi, Rebecca ha continuato ad avere dolori e problemi di mobilità per diversi mesi dopo il parto, anche quando si trattava di svolgere attività semplici, come camminare o prendere in braccio il figlio. Per sette mesi ha avuto bisogno di qualcuno che la aiutasse: "Non riuscivo proprio a fare le cose che dovresti fare quando ti prendi cura di un bambino. È stato un periodo davvero difficile."

Come spiega Pelvic Partnership, un'associazione di beneficienza inglese che fa sensibilizzazione su questa condizione, il dolore alla cintura pelvica, oltre a essere difficile da gestire in gravidanza, può lasciare il segno anche dopo il parto, se non si interviene in modo tempestivo con trattamenti manuali specifici, in primis fisioterapia e osteopatia: "La fisioterapia mira ad alleviare o lenire il dolore, migliorare la funzionalità muscolare e migliorare la posizione e la stabilità dell'articolazione pelvica", si legge sul sito ufficiale dell'ente.

Perché è fondamentale prevenire

Oltre a ridurre i sintomi in gravidanza, il dolore alla cintura pelvica va trattato il prima possibile per evitare che i sintomi peggiorino o che abbiano conseguenze anche dopo la gravidanza, come è successo a Rebecca. Ecco perché – ha aggiunto la donna – conoscere questa condizione può fare la differenza.

Lei lo ha vissuto sulla propria pelle: dopo aver passato "cinque anni infernali a causa del dolore" dopo la prima gravidanza, quando è rimasta incinta la seconda volta, era consapevole di essere a rischio, per questo si è rivolta fin da subito a professionisti in grado di trattare il suo problema: i dolori ci sono stati, ma sono stati molto più tollerabili, e già dopo due mesi dal parto si era completamente ripresa.

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