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Neonati morti a Bolzano per infezione da batterio Serratia, cos’è e perché colpisce i più piccoli

I due neonati morti all’ospedale di Bolzano hanno contratto un’infezione nosocomiale da Serratia, un batterio spesso coinvolto in epidemie in strutture neonatali. Entrambi i piccoli, nati prematuri, hanno sviluppato una sepsi risultata fatale.
A cura di Valeria Aiello
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Colonie di batteri Serratia marcenscens su piastra / Credit: iStock
Colonie di batteri Serratia marcenscens su piastra / Credit: iStock

I due neonati prematuri, morti nel reparto di terapia intensiva neonatale dell’Ospedale di Bolzano, avevano contratto un’infezione da Serratia, un batterio spesso coinvolto nelle infezioni nosocomiali: questo microrganismo, appartenente alla famiglia di batteri Gram-negativi chiamata Enterobacteriaceae, ha causato una grave infezione generalizzata (sepsi) in entrambi i piccoli, risultata fatale.

I batteri del genere Serratia, tra cui Serratia marcescens è la specie più frequentemente associata a infezioni ospedaliere e in unità neonatali, non causano malattie gravi negli adulti in salute, ma nei soggetti fragili e nei neonati, specialmente se prematuri, determinano un’ampia gamma di patologie, come cheratiti, congiuntiviti, infezioni dovute a lesioni della cute, infezioni del tratto urinario, polmoniti, infezioni del torrente circolatorio, meningiti e sepsi.

Non è ancora noto come i due neonati morti all’Ospedale di Bolzano abbiano contratto questo pericoloso microrganismo, ma l’immaturità del loro sistema immunitario e il loro basso peso alla nascita si sono rivelati importanti fattori di rischio per l’infezione. Al momento, i sospetti ricadono sulle mani contaminate del personale sanitario, probabilmente il principale veicolo di trasmissione del patogeno ai neonati.

Cos’è il batterio Serratia e come si trasmette

I batteri del genere Serratia sono patogeni opportunisti che si trovano normalmente nell’ambiente, in particolare in condizioni umide.

Si conoscono almeno 14 specie e due sottospecie di batteri Serrantia, sebbene quella più frequentemente associata ad infezioni umane sia la specie Serratia marcescens, un microrganismo scoperto nel 1819 dal farmacista veneziano Bartolomeo Bizio, in grado di crescere a temperature comprese tra i 5 °C e i 40° C e in un ampio range di pH, compreso tra 5 e 9.

Nei focolai di infezione nosocomiale, questo microrganismo viene frequentemente isolato nei lavandini, nell’acqua di rubinetto, nei sistemi di condizionamento dell’aria, ma anche su broncoscopi, laringoscopi, nebulizzatori, apparecchiature di ventilazione, cassetti del latte, distributori di sapone liquido e shampoo per bambini.
Quando prolifera sulle superfici, S. marcescens produce un pigmento rosso intenso (prodigiosina) che conferisce una colorazione rosa, rosa-arancio o arancione alle superfici stesse, ricoprendole con una sorta di pellicola viscida, nutrendosi di materiali contenenti fosforo o sostanze grasse, come residui di sapone e di shampoo.

Fattori che possono promuovere la sua diffusione in contesti nosocomiali sono disinfezione inadeguata delle superfici e pratiche inadeguate di igiene delle mani da parte di alcuni membri del personale.

Una volta insediato in un ambiente, i batteri del genere Serratia sono molto difficili da eradicare. “Ciò significa che è difficile anche controllare le epidemie causate da questo microrganismo, che a volte persistono per mesi o addirittura anni” precisano le autrici di una recente pubblicazione sulle infezioni da Serratia marcescens nelle unità di terapia intensiva neonatale – . La diagnosi precoce dei pazienti colonizzati o infetti e la rapida attuazione di misure di controllo delle infezioni sono fattori chiave per frenare la diffusione”.

Perché il batterio Serratia colpisce i neonati

I batteri del genere Serratia e, in particolare, Serratia marcescens, mostrano una virulenza relativamente bassa, ma nei soggetti fragili, immunocompromessi e nei neonati causano un’ampia gamma di patologie, di cui le più gravi e purtroppo spesso correlate a esiti fatali sono le infezioni del torrente ematico, le polmoniti e la sepsi. Nei neonati, in particolare se prematuri, i fattori di rischio per l’acquisizione dell’infezione nosocomiale da Serratia sono:

  • l’immaturità del sistema immunitario
  • basso peso alla nascita (<1500 g) nei neonati pretermine
  • durata della degenza
  • la somministrazione di antibiotici, soprattutto se ad ampio spettro e somministrati per curare un0infezione prima che venga identificato con precisione il patogeno responsabile.

Quest’ultimo rischio è legato al fatto che i ceppi di Serrantia marcescens coinvolti in eventi epidemici si sono spesso dimostrati multi-resistenti. Questa specie, in particolare, mostra infatti una resistenza intrinseca a diverse classi di antibiotici, tra cui alcuni β-lattamici (come amoxicillina, penicillina, cefalosporine) e alle tetracicline, oltre a sviluppare crescente resistenza verso antibiotici efficaci, come gentamicina e tobracimina. .

Come si cura un’infezione da Serratia marcescens

Solitamente, le infezioni da S. marcescens vengono trattate con antibiotici, come cefalosporine di terza generazione, ma la rapidità con cui questo microrganismo acquisisce resistenza ai farmaci ha portato l’Organizzazione Mondiale della Sanità a elencare i batteri Serratia nel gruppo dei patogeni più critici per la salute pubblica, per i quali sono urgentemente necessari nuovi antibiotici.

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